Vanni Melchiorre, nato il 12 marzo 1904 a Greve in Chianti (Firenze). Elettricista, comunista. Registrato come figlio di ignoti e affidato al brefotrofio, col nome di Melchiorre Poliandri. Nell'ottobre 1910 la madre naturale, Maria Vanni, lo riconosce come figlio naturale. Si trasferisce con la famiglia, a poco più di 2 anni, a Firenze e da qui a Sampierdarena e poi Borgoratti (Genova). Apprende il mestiere di elettricista e lavora nei Cantieri Riuniti di Genova, soprattutto su navi in navigazione, continuando però a studiare ed apprendendo diverse lingue. Attivo dall'immediato dopoguerra, frequenta assiduamente gli ambienti socialisti e d anarchici ed è arrestato nel 1921 con l'imputazione di atti terroristici. E’ assolto dopo un anno di carcere preventivo. Iscrittosi al Circolo giovanile comunista di Borgoratti, ne diviene anche segretario e poi al Circolo "Ordine Nuovo" svolge il ruolo di segretario fino al 1924. Per vivere lavora presso la delegazione commerciale dell’Unione Sovietica. Arrestato nuovamente nel 1923, è rilasciato dopo alcuni mesi di detenzione. Nel 1925 è eletto responsabile dell’organizzazione genovese del PCd’I. Passato poi La Spezia, nel 1926 dopo le leggi speciali è assegnato a 5 anni di confino ma si rende latitante ed espatria in Belgio, dove dirige i gruppi di lingua italiana ed il giornale “Il Riscatto”. Eletto nel Comitato Centrale del Partito Comunista belga, nel 1929 viene espulso dal paese e di porta in Francia a Parigi. Lì entra a far parte del Comitato centrale e dell'Ufficio politico, nella direzione dei Gruppi di lingua italiana e a capo della redazione di "La voce proletaria". Nel 1931 membro della direzione della CGL clandestina viene inviato in Italia. Riconosciuto, è arrestato nel maggio 1931 a Bologna. Deferito al Tribunale Speciale il 23 aprile 1923, è condannato a 5 anni di reclusione a Genova per "attentato alla sicurezza dello Stato, falso in atto pubblico ed espatrio clandestino". Liberato per amnistia nell’ottobre 1932, è assegnato al confino a Ponza per 5 anni. Ricoverato a Napoli per malattia, evade dall'ospedale degli Incurabili il 25 giugno 1934 con la complicità dell'avvocato Mario Palermo e ritorna in Francia. Nel 1935 fa parte della Delegazione del PCI al VII Congresso dell'Internazionale comunista e nello stesso anno entra a far parte del Comitato esecutivo del Soccorso rosso internazionale, con sede a Parigi. Allo scoppio della guerra civile in Spagna si prodiga nelle iniziative per il sostegno alla Spagna repubblicana, cercando aiuti in tutta Europa, recandosi spesso in Francia, come non combattente. Torna in Spagna nel settembre 1937 per assistere al Congresso del Soccorso rosso catalano. Nel novembre 1938 prende parte a Madrid a un Congresso di solidarietà col popolo spagnolo e viene ferito in un improvviso bombardamento aereo. Gravemente ferito e con il fisico minato da altre malattie, esce dalla Spagna nel dicembre 1938 accompagnato da Tina Modotti ed è condotto in clinica a Parigi. Muore quattro mesi dopo il 22 (o il 23) marzo 1939 ed è sepolto nel cimitero di Père Lachaise. La sua morte suscita un grande cordoglio ed il suo funerale è seguito da migliaia di persone. Durante la Resistenza il suo nome verrà dato ad un battaglione garibaldino operante nello spezzino. Il Comune di Greve in Chianti gli ha dedicato una via.

Annotazioni: Secondo le informazioni biografiche riportate nella banca dati ISGREC dei volontari antifascisti toscani in guerra di Spagna, non è certa la presenza come combattente ma Vanelli dichiara di averlo visto nel 1937 sul fronte di Madrid (lettera del 30/8/1951 a Giuseppe Ossola) dove sarebbe rimasto ferito gravemente dal bombardamento aereo e quindi poi, deceduto a seguito delle ferite, nella clinica di Parigi dove è stato trasferito. Si veda: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/all_ita_details.asp?offset=360&id=2746