Barone Carmine di Salvatore e De Luca Giovena, il 4 settembre 1895, nato a Crecchio (Chieti). Tramviere, comunista. Congedato col grado di sergente dall’esercito dopo la prima guerra mondiale, dove ha subito un congelamento agli arti inferiori sul fronte del Pasubio. Il 29 settembre 1926, munito di regolare passaporto rilasciato a Lanciano, emigra in Argentina dove giunge il 16 ottobre, stabilendosi a Buenos Aires, dove vivevano uno zio e fratelli. Lì trova lavoro nella Società Anglo-Argentina che gestisce i trasporti urbani tranviari. Si iscrive al sindacato Libera Unione Tranvieri e diventa un attivo sindacalista, facendo parte del Direttivo dell’organizzazione. Nel 1928 partecipa all’Alleanza antifascista costituitasi in Argentina, fino al suo scioglimento, per disaccordi tra i socialisti ed i comunisti. Nel 1932 viene arrestato dalla polizia argentina per attività sovversiva e passa qualche tempo in carcere. Impegnato nel Soccorso Rosso, sposa una ebrea di origine slava, Rebecca Kovska. Arrestato in seguito ad una perquisizione perché gli vengono trovate in casa pubblicazioni comuniste, viene liberato senza subire procedimenti. Avendo ottenuto il passaporto dal console italiano, si reca nel 1937 in Francia per curare in Costa Azzurra una grave forma di asma bronchiale, che aveva contratto in guerra. Arrivato con la nave ad Anversa, raggiunge poi Parigi via Bruxelles. Entra in Spagna nel 1938 ed è sergente nel 1. battaglione della brigata Garibaldi; ferito a Fuentes de Ebro. Rientrato in Francia nel 1939, allo scoppio della guerra con l’Italia accetta di lavorare nelle compagnie di lavoro straniere nella costruzione di difese militari nei pressi di Abbay. Con l’occupazione tedesca chiede di rientrare in Italia per motivi di salute. Il 26 febbraio 1941viene tradotto in Italia, arrestato a Bardonecchia e detenuto nelle carceri di Susa e poi in quelle di Chieti. Deferito alla Commissione per l’assegnazione al confino, viene condannato a cinque anni, scontati a Ventotene ed all’isola di Ustica fino al luglio 1943. Dopo l’8 settembre collabora con la Resistenza. Appena rientrato nella sua Crecchio è eletto sindaco del paese. Muore a Chieti il 24 marzo 1975.