Vacchieri Ettore di Giuseppe e Alliaud Adelina, nato il 7 maggio del 1902 a Perosa Argentina in Regione Vittonetto di Perosa. Meccanico aggiustatore, comunista. Penultimo di sette fratelli (tre dei quali verranno poi schedati dalla polizia come sovversivi o comunisti) nati in una famiglia cattolica, nullatenente ma alfabetizzata, che stava per trasferirsi nella pianura tra Rivoli e Collegno (lungo l’asse di Corso Francia), nella cosiddetta cintura industriale torinese. Di istruzione elementare, a 17 anni é segretario del Circolo giovanile socialista della borgata Leumann di Collegno. Nel gennaio del 1921, fin dalla sua fondazione, aderisce al PCd’I (Partito comunista d’Italia). E’ attivo durante il periodo dell’occupazione delle fabbriche, ed é Ardito del Popolo con Attilio Bendini, ex sindaco comunista di Collegno. Occupato come aggiustatore meccanico alle Officine Aeronautiche Pomicio, è ben presto ricercato dalla polizia politica. Espatria clandestinamente in Francia nel corso del 1924 e poco tempo dopo è in Unione Sovietica dal 1925 al 1927, dove frequenta per due anni l’Università Zapada di Mosca. Rientrato in Francia all’inizio del 1928, si stabilisce a Parigi al numero 23 di Rue Lymes, dove il Partito lo incarica d’una rischiosissima missione clandestina in Italia. Nell’aprile seguente viene però arrestato a Milano e accusato (con altri presunti complici) di aver realizzato un attentato dinamitardo alla Fiera Campionaria. Dopo tre anni di carcerazione preventiva Vacchieri é prosciolto da ogni accusa (i veri attentatori sono in realtà altri fascisti e l’attentato è il prodotto di una faida interna al regime), ma é ugualmente e illegalmente trattenuto, poi processato dal Tribunale speciale per la difesa dello stato per appartenenza a organizzazione comunista. Il 5 maggio del 1931 viene condannato a 12 anni di reclusione (di cui 6 condonati), all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed a tre anni di vigilanza speciale. Detenuto dapprima a Oneglia e Fossano, fino al settembre del 1932, finisce poi nel penitenziario di Civitavecchia, che lascia il 19 aprile del 1934 per una sopravvenuta amnistia. Dopo qualche tempo di apparente tranquillità trascorso in famiglia, ritorna a espatriare clandestinamente in Francia quando, intorno alla metà d’agosto del 1934, simula un’escursione sulle montagne sovrastanti Bardonecchia con i compagni Celeste ed Osvaldo Negarville (usciti rispettivamente dai penitenziari di Civitavecchia e Castelfranco Emilia) e con Emma Bronzo “Rosetta”, da pochi giorni moglie di Osvaldo Negarville. In realtà si affidano ad un, noto “passeur” di Bardonecchia che, prima di guidarli tra le montagne, li ospita per la notte in una sua grangia e li lascia all’alba oltre il confine, lungo un sentiero che porta a Modane (Savoia) e alla stazione ferroviaria delle ferrovie francesi. Già iscritto in Rubrica di frontiera per l’arresto anche in ragione di ben due espatri clandestini, Ettore Vacchieri é rapidamente iscritto anche nel Bollettino dei sovversivi ricercati dall’OVRA. A Parigi intanto, già il 20 ottobre del 1934 una informativa della polizia ne segnala la presenza allo Stadio Buffalo, impegnato per il PCd’I in un comizio con i dirigenti comunisti francesi Marcel Cachin ed Henri Barbusse. Redattore de La Voce degli Italiani, l’unico quotidiano prodotto dall’emigrazione antifascista italiana, Vacchieri parte volontario per la Spagna repubblicana solo il 27 maggio del 1938 in un momento molto difficile per la Repubblica spagnola. La situazione militare compromessa dall’offensiva fascista in Aragon, l’unità territoriale perduta, le avanguardie franchiste ormai sul Mediterraneo a Vinaroz dal 15 aprile del 1938. Quello con cui arriva “Achille” (questo il nome di copertura assunto da Vacchieri) è probabilmente l’ultimo convoglio di volontari prima dell’ultima battaglia e della definitiva sconfitta repubblicana. Entra a far parte della 12. Brigata Internazionale Garibaldi con l’incarico di commissario politico del 3. Battaglione. Schierato con la Brigata (e con le altre Brigate Internazionali, tranne la 129., rimasta isolata nel Levante) sul fronte dell’Ebro nell’estate-autunno del ‘38, assiste alle prime fasi vittoriose dell’offensiva; poi, dalla fine agosto è coinvolto nella battaglia difensiva, di fronte al possente contrattacco fascista. L’esercito repubblicano e le Brigate Internazionali cercano di opporsi in tutti i modi alla violenza della controffensiva fascista ed alla enorme superiorità nemica in uomini, armamenti, aerei ed artiglieria, ma è tutto vano. Ettore Vacchieri cade combattendo a Corbera de Ebro l’8 settembre del 1938.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio di Stato Civile del Comune di Perosa Argentina, Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 5279) Archives BDIC (Bibliothéque de Documentation Internationale Contemporaine), presso Université de Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 472)