Pozzi Carlo di Domenico e Villetti Emilia, nato il 29 aprile 1902 a Milano. Meccanico, comunista. Nel 1921 si iscrive alla federazione giovanile comunista milanese; è molto attivo politicamente sia all’interno dell’organizzazione che nel sindacato metallurgico FIOM della Camera del Lavoro di Milano. Tra il 1922 e il 1924 presta servizio militare nella Regia Marina: in quel periodo continua la sua militanza politica, tanto da essere distaccato in una compagnia di disciplina nell’isola di Ponza. Nel 1925, conclusa la ferma biennale, espatria clandestinamente in Francia, pur avendo la fedina penale immacolata. Nel 1928, con il nome di copertura “Garibaldi”, fa parte della delegazione italiana che si reca a Mosca in occasione del VI Congresso dell’Internazionale Comunista. La prima segnalazione dell’Ovra che lo riguarda è del gennaio 1929, e lo indica tra i partecipanti ad un’importante riunione di esiliati antifascisti italiani tenutasi a Basilea. Alla frontiera francese è fermato dalle autorità elvetiche perchè in possesso di documenti falsi, sconta una settimana di reclusione in seguito è espulso in Germania. Rientrato in Francia a Parigi, va ad abitare nel 14. arrondissement in rue Vandal n. 31 e collabora attivamente con il Soccorso Rosso Internazionale e con l’organizzazione del Centro Estero del Partito Comunista d’Italia. Nel 1935 è respinto alla frontiera belga mentre cerca di recarsi a Bruxelles per partecipare al Congresso Internazionale contro l’aggressione fascista all’Etiopia, tenutosi il 12 e 13 ottobre nella Sala Matteotti della locale Maison du Peuple. Pozzi nella capitale francese cambia frequentemente abitazione rendendo difficile il suo controllo agli “spioni “fascisti. Nel novembre del 1936 “Roger” con il gruppo di circa 300 volontari comandati da Guido Picelli, raggiunge la Spagna e si mette a disposizione dell’esercito repubblicano. Le Brigate Internazionali destinano il gruppo di Picelli, unitamente a numerosi altri volontari italiani giunti nel frattempo, dopo un sommario addestramento militare, in parte al Battaglione “Garibaldi” e in parte alle costituende XIV e XV Brigate Internazionali. Il 20 dicembre del 1936 Carlo Pozzi, con il grado di alferez (sottotenente), è il responsabile della fureria del Battaglione “Garibaldi”. È molto apprezzato per le sue doti di lavoratore e affianca con molta efficacia il commissario politico, tanto da essere ritenuto idoneo per un futuro comando di compagnia. Partecipa a tutte le operazioni di guerra del Battaglione” Garibaldi” compresa la battaglia del Jarama e quella di Guadalajara. Alla formazione della Brigata “Garibaldi”, con il grado di capitano, è il Commissario politico del 1° Battaglione, ruolo che mantiene nelle battaglie di Huesca, Brunete, Farlete e Fuentes de Ebro, fino a quando, nell’ottobre del 1937, resta gravemente ferito con conseguente invalidità permanente. Nel gennaio del 1938 lascia Spagna con un convoglio sanitario, insieme a un centinaio di combattenti internazionali ammessi dal governo francese perchè invalidi o mutilati, e torna in Francia. La sua presenza in territorio francese è confermata dalla lettera del 13 luglio 1938 inviata alla sorella Luigia Turinelli, abitante a Milano via Comune Antico n°4 intercettata dall’OVRA. Nella comunicazione, partita da Parigi, esprime le profonde convinzioni che lo hanno portato a combattere il nazifascismo con le armi in pugno, senza confermare la sua partecipazione effettiva alla guerra civile spagnola. L’essere uscito di Spagna un anno prima della fine dalla guerra civile gli permette di evitare l'esperienza dei Campi di internamento. Allo scoppio della II guerra mondiale si arruola nell'esercito francese ottenendo due citazioni all'ordine del giorno e una Croce di Guerra. Smobilitato dopo l'armistizio, prende contatti, con elementi della MOI (Mano d’opera immigrata). Lavora come metalmeccanico presso una società di Boulogne-Billancourt, dove conosce Fernande Closier sua futura compagna. Assieme alloggiano in un albergo in rue Perceval, poi in rue Hyppolite-Maindron n°18 nel XIV arrondissement, a Parigi. Divenuto dirigente dei FTP (Francs-Tireurs et Partisans), il 5 dicembre 1941 Carlo Pozzi è sorpreso dalla polizia francese mentre deposita volantini e giornali comunisti sui davanzali delle finestre del 14° Arrondissement, arrestato, rinchiuso nel carcere della Santé e poi consegnato alla Gestapo. Interrogato e torturato per diversi giorni, il 22 dicembre 1941 è processato dal tribunale militare tedesco FK 921 del dipartimento della Senna, sezione B, e condannato a morte "per aver favorito il nemico distribuendo volantini clandestini ". Il 29 dicembre 1941, sposa Fernande Closier e riconosce il figlio e, poche ore dopo la cerimonia nel pomeriggio, Pozzi è fucilato a Fort Mont Valérien (Parigi). Dopo la liberazione della Francia Fernande Closier presenta denuncia contro gli agenti di polizia che hanno arrestato suo marito. Carlo Pozzi è sepolto nel cimitero di Ivry-sur-Seine. A Carlo Pozzi è riconosciuta, postuma, l’appartenenza alle Forze dell'Interno francesi (FFI). Il 7 novembre del 1976 il Consiglio Regionale Lombardo insignisce Carlo Pozzi di Medaglia d’Oro alla memoria, attribuita in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.