Politi Filippo di Agostino e Camelia Santina, nato il 22 novembre 1905 a Siracusa. Marittimo, anarchico. Espatriato in Tunisia in data imprecisata, si reca in Spagna nel dicembre 1936, arruolandosi nella 28. Divisione dell’esercito repubblicano. Dato per morto dagli informatori della polizia italiana, nei moti del 3-7 maggio 1937 che contrappongono il governo autonomo catalano (Generalitat) e gli anarchici spalleggiati dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), partito comunista antistalinista, in realtà sopravvive alla vittoria governativa e fa ritorno nel 1938 in Francia, stabilendosi a Marsiglia (Bouches-du-Rhone). In Italia viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per l’arresto, quale volontario arruolato nelle formazioni antifranchiste. Da Marsiglia rientra a Tunisi, continuando a svolgere attività politica antifascista insieme a Biagio Carbonaro, anche lui volontario in Spagna. Dopo lo scoppio delle II guerra mondiale, l’occupazione della Francia e la formazione del governo collaborazionista di Vichy, deve mantenersi nascosto, facendo perdere le sue tracce alla polizia italiana. Il 13 marzo 1943, Tunisi è occupata dalle forze alleate. In vista dello sbraco in Sicilia gli alleati reclutano agenti tra gli italiani antifascisti a Tunisi e Politi è arruolato nel luglio 1943 dai servizi americani dell’OSS (Office for Strategic Services) nella Special Operations Branch, scelto per la sua esperienza sui campi di battaglia e destinato ad azioni di spionaggio e sabotaggio dietro le linee nemiche. Dopo lo sbarco in Sicilia da parte degli anglo-americani e la loro avanzata in Italia, Politi, dopo lo sbarco di Salerno del 9 settembre 1943, è paracadutato segretamente a Paestum (Salerno), per collaborare alla liberazione di Napoli. Politi è tra gli agenti alleati che sostengono i patrioti napoletani nel corso della quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943) che portano alla Liberazione della città. E’ citato come combattente da Giuseppe Miccichè nel suo “La Sicilia tra fascismo e democrazia”, Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa (pag. 119) e Alfonso Failla in “L’agitazione nel Sud”, N° 5, 1965.