Piazza Alessandro di Giovanni e Frescura Maria, nato il 25 gennaio 1894 a Domegge di Cadore (Belluno). Calzolaio, comunista. Fra gli organizzatori dello sciopero generale veneto del giugno 1920 e fu uno dei fondatori del Partito Comunista d’Italia a Cadore. Costretto ad espatriare è segnalato dall'OVRA. Risiede in Lussemburgo da dove è espulso per la sua attività politica. Successivamente è in Belgio a Seraing, lavorando come minatore ed è segretario della sezione del Soccorso Rosso Internazionale. Espulso anche dal Belgio si sposta in Francia dove prosegue la sua attività politica vendendo il giornale “Il Riscatto” ed altra stampa comunista. Nel 1927 si scontra con i fascisti italiani a Saulnès (Meurthe-et Garonne). Nel 1935 si stabilisce a Mountauban (Tarn-et-Garonne). Scoppiata la guerra civile nell'ottobre 1936 si porta in Spagna. Si arruola nel battaglione Garibaldi come portaordini dello Stato Maggiore. Combatte a Cerro Rojo, Casa de Campo (Madrid), Pozuelo, Boadilla del Monte. Ferito nei primi scontri ritorna subito al fronte e combatte ancora a Mirabueno, Majadahonda, Arganda, Morata de Tajuña e Guadalajara. Nella Brigata Garibaldi è promosso sergente. Nel numero 2 del giornale della Brigata Garibaldi “Il Garibaldino” 6 maggio 1937 è pubblicata una nota umoristica su Piazza: scritta da Giacomo Calandrone: ” E ’ il pie veloce dei porta-ordini, l’instancabile, il duro a cedere: il modello degli uomini di collegamento. Ha passato la quarantina da un pezzo, ma ha le gambe, il coraggio, l’energia di un giovanotto. E il cuore? Pare che Piazza sia l’amante d’una bellissima madrilena che ama gli uomini marziali. Quando il nostro Alessandro può ottenere un permesso, galoppa a Madrid. Se non vi e' nessun mezzo di locomozione, va a piedi, per mantenersi in allenamento. E quando Piazza va a Madrid e più pie veloce che mai. Perche ha fretta di fare beneficiare la sua bella del suo ardore di sergente porta-ordini. Riguardo alla sua morte, vi sono diverse versioni. Una lo considera caduto in combattimento il 14 luglio 1937 a Villanueva del Pardillo, sul fronte di Brunete dove colpito da un proiettile è ucciso mentre ferito veniva portato in salvo insieme al suo soccorritore il belga Gelissen. Secondo Vanelli invece cade sul fronte di Guadarrama. Il primo agosto 1937. Il giornale della Brigata Garibaldi "Il Garibaldino", pubblica nel numero 6 un suo necrologio con fotografia a firma Giacomo Calandrone col suo pseudonimo Canapino.