Sartirana Luigi di Giuseppe e Cresta Maria, nato a Quargnento (Alessandria) il 23 maggio del 1904, comunista. Di professione agronomo (o almeno studente in agronomia), nell’emigrazione trova lavoro come calzolaio. Subisce (ma i termini della questione non appaiono particolarmente chiari) una condanna penale a quattordici anni di carcere nel 1924, per aver procurato la morte del padre (?). Milita nelle organizzazioni del PCd’I fin dal 1922 ed è molto attivo nel lavoro di agitazione e propaganda, nell’ attività organizzativa, nel Soccorso Rosso Internazionale e nel lavoro illegale. Espatria clandestinamente in Francia nel settembre del 1934, con l’aiuto complice di un pescatore di Bordighera (Imperia) che lo porta in barca fino a Nizza (Côte d’Azur – Alpes Maritimes). Tempo dopo si trasferisce a Marsiglia (Bouches-du-Rhône). Sprovvisto di documenti regolari vive in modo un po’ girovago e piuttosto precario, adattandosi ad ogni tipo di lavoro: di volta in volta é calzolaio, contadino e manovale. Vive anche per qualche tempo a Lione (Rhône) dove malgrado la semiclandestinità riesce ad essere attivo nell’Upi (Unione popolare italiana), l’associazione di massa voluta dal PCI che riesce ad organizzare oltre 50.000 aderenti, pubblicando anche l’unico quotidiano prodotto dal fuoriuscitismo politico in Francia. Nell’ottobre del 1936 parte volontario per la Spagna repubblicana: il 10 è già alla base di Albacete (Murcia), sede del Comando e del Commissariato delle Brigate Internazionali. Dopo un periodo di addestramento, viene inquadrato nel Battaglione italiano Garibaldi, chiamato d’urgenza a soccorrere Madrid, sotto attacco da più parti. Combatte a Casa de Campo, alla Ciudad Universitaria e per tutto il ciclo di scontri in difesa della capitale, dove viene promosso sergente sul campo. Ferito in combattimento alla mano destra (data e località non note) subisce l’amputazione della falange di un dito. Dopo la guarigione ed il ritorno al reparto, fa parte dell’Intendenza della 12. Brigata Internazionale Garibaldi. Viene ferito una seconda volta a Lerida (Catalogna) nel corso di un bombardamento aereo durante l’offensiva fascista sul Segre a fine del 1938. Perde anche l’udito dall’orecchio destro, ma viene promosso al grado di tenente per il buon comportamento sul campo. Dopo il ritiro dai fronti dei volontari internazionali e la loro smobilitazione, attende di conoscer la sua sorte in un campo di smobilitazione catalano, in attesa dell’occasione per rientrare in Francia. Vi ritornerà soltanto nella prima decade di febbraio del 1939, nel corso della retirada. Viene internato successivamente nei Campi francesi di Argelès-sur-Mer, di Mont Louis e di S. Cebriá de Rosselló/St.Cyprièn (Pirenei Orientali), Gurs (Basses Pyrénées) e del Vernet d’ Ariège. Rimpatriato dalla Commissione d’Armistizio il 2 gennaio 1942, prima é trattenuto per alcuni giorni a Mentone in stato d’arresto, poi é tradotto ad Alessandria dove l’8 gennaio la Commissione provinciale per il confino di polizia lo assegna per un anno a Ventotene. Liberato nell’agosto del 1943, dopo l’8 settembre combatte nella Resistenza italiana con i partigiani garibaldini della 4. Brigata Pisone” poi con la 107. Brigata Garibaldi Porro (della 10. Divisione Garibaldi Italia) di cui diventa comandante dell’Intendenza. Dopo la Liberazione vive ad Alessandria, dove muore il 27 ottobre del 1969.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas) , Archivio INSMLI – Milano (Fondo AICVAS, busta 49, fascicolo 186), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 4615, fascicolo 7255), Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/1 e MFM 880/44, Brigades Internationales), Fonds 6- 14 e Fonds 545/ 3, 723, Archivio Istituto Storico Regionale Parri – Bologna