Santambrogio Angelo Giovanni di Luigi e Camisasca Marcella nato il 2 marzo 1909 a Cinisello (oggi Cinisello Balsamo). Muratore e tornitore, comunista. Angelo ha due sorelle e un fratello e abita con la famiglia nel borgo agricolo di Cinisello in via Giuseppe Garibaldi al n°15. Frequenta le scuole elementari fino alla quinta classe. Il padre Luigi e suo fratello Giovanni, zio di Angelo, sono operai comunisti noti nella zona industriale a nord di Milano. Nella notte dell’Epifania del 1925, tornando a casa alle 23,30 dal lavoro di fabbrica con altri operai, in via Milano, sono aggrediti a mano armata da una squadraccia fascista, che spara alcuni colpi di pistola sul gruppo di lavoratori, due dei quali feriscono i fratelli Santambrogio. Le ferite non sono gravi e prontamente curate in ospedale, non lasciano conseguenze importanti. Angelo, sedicenne, rimane segnato dall’accaduto e da quel momento prova per il regime disprezzo e diventa un militante antifascista cosciente e determinato, aderendo prima nell’organizzazione giovanile comunista e poi nel Partito Comunista d’Italia, e nel 1930 si iscrive anche al sindacato rosso clandestino. Nel marzo dello stesso anno diviene membro del comitato provinciale del partito. Per evitare di prestare servizio militare nel Regio Esercito italiano, al servizio del regime fascista, nel 1930 con l’aiuto del Partito espatria clandestinamente in Francia, a Parigi. In seguito il tribunale militare di Bologna lo dichiara disertore e spicca un mandato di cattura a suo carico. Il 19 dicembre del 1931 è arrestato nella capitale francese per misure di pubblica sicurezza e con decreto è espulso in Belgio. Successivamente il Partito di mandare Angelo in URSS per frequentare la Scuola Leninista. Nel 1932 Angelo giunge a Mosca e partecipa alla costruzione della Biblioteca Lenin nel 1934 è operaio in una fabbrica di Rostov sul Don e nel 1935 segue un corso di propaganda politica di due mesi nella capitale sovietica. Nell’autunno del 1936 ottiene il nulla osta della Commissione politica moscovita per recarsi in Spagna a combattere in difesa della Repubblica. Infatti il primo aprile del 1937 è in territorio iberico inquadrato nell’86ª Brigata Mista comandata da Riccardo Formica alias “Aldo Morandi” col falso nome di Giovanni Cemento. Tra il 7 di ottobre e il 15 di novembre 1937 è al fronte con il 20° Battaglione Internazionale, nel quale è sottotenente della Compagnia mitraglieri. di cui in seguito diventa comandante col grado di tenente Successivamente è chiamato ad Albacete per frequentare la scuola allievi ufficiali delle Brigate Internazionali in conseguenza della quale è assegnato alla Batteria “Antonio Gramsci” dell’Artiglieria Internazionale. Dopo il ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, è avviato al campo di smobilitazione di Puebla Larga (Valencia). Da qui raggiunge per nave gli altri volontari italiani che si trovano nel campo di Torellò in Catalogna Nei primi giorni di febbraio del 1939 lascia la Spagna ed è internato in uno dei campi improvvisati della costa francese. Fa richiesta al Partito di poter tornare in Unione Sovietica, ma la Commissione di valutazione da parere negativo in quanto “pensiamo che egli si debba educare politicamente lavorando tra gli emigrati italiani in qualche paese capitalista.” Nel dopoguerra lo si ritrova nel suo paese natale, dove il 27 maggio 1950 sposa Guglielma Carnevali. Angelo lavora come operaio alla Pirelli ed è militante attivo del PCI. L’11 aprile 1968 perde la vita in un incidente sul lavoro, per la caduta di una tettoia, quando si trova in prossimità della pensione. Il 7 novembre del 1976 il Consiglio Regionale Lombardo insignisce Angelo Santambrogio di Medaglia d’Oro alla memoria, attribuita in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.