Pepe Francesco di Giuseppe e Russo Elisabetta, nato il 12 dicembre 1916 a Barletta (Bari), in via Roma 94, terzo di quattro figli. Calzolaio, comunista. Dopo la scuola elementare, è avviato al mestiere di calzolaio. Nel 1921 il padre emigra in Francia a Longueville (Seine-et-Marne), ed inizia a lavorare in una acciaieria. Nel 1931, i figli lo raggiungono e Francesco all’età di 15 anni inizia a lavorare come costruttore di impalcature e in seguito come accrocheur (agganciatore di vagoni) presso l’acciaieria. di Mont Saint Martin (Meurthe-et-Moselle). Nel 1932, si iscrive al Partito Comunista. Nel 1936, quattro mesi dopo l’inizio del colpo di Stato franchista contro la Repubblica spagnola, un compagno di partito propone al ventenne Francesco di arruolarsi nelle milizie volontarie internazionali. Anni dopo, lo stesso Francesco Pepe racconta in un interrogatorio alla polizia : «Partimmo da Marsiglia senza documenti con un piroscafo spagnolo, sul quale mi imbarcai con altri circa 800 volontari, ad ognuno di noi veniva corrisposto un compenso giornaliero di circa 10 pesetas. Sbarcammo a Valencia ed io, assieme ad altri sette italiani, fummo aggregati al battaglione “Garibaldi”, formato da circa 1.000 volontari e fummo inquadrati nella XII Brigata Internazionale.». Combatte su tutti i fronti, tra cui Casa de Campo (Madrid), Cerro Rojo, Pozuelo, Majadahonda, Arganda, Guadalajara e Morata de Tajuña. Poi è sergente nella brigata Garibaldi, 1. battaglione. Ferito nel giugno 1937 a Huesca, partecipa ad un corso per commissari politici. Promosso tenente ottiene una breve licenza in Francia. Tornato in Spagna torna ad uscire definitivamente nel settembre del 1938. Pepe torna a Longueville, le autorità locali gli vietano di risiedere, ma un giornale comunista di Nancy, protestando per la vigilanza a cui è sottoposto da parte della polizia, lo indica come un eroe della guerra civile spagnola. E’ quindi costretto a trasferirsi a Parigi fino all’aprile del 1939, quando la gendarmeria lo invia a Nyons (Drome), con l’obbligo di non allontanarsi dalla Francia. Scoppiata la seconda guerra mondiale Pepe firma l’atto di lealtà alla Francia. Lui stesso racconta: «Poiché non mi davano lavoro e volevano rinchiudermi in un campo di concentramento, dichiarai alla gendarmeria che volevo arruolarmi nella Legione Straniera, fui munito di salvacondotto per presentarmi al Comando della Legione a Marsiglia, ma giunto li, mi presentai al console italiano, chiedendo il rimpatrio. Fui accontentato e l’11 aprile partii da Marsiglia, ma il 12 aprile, alla frontiera di Mentone, fui fermato insieme ad altri undici italiani, che come me avevano combattuto in Spagna». Essendo infatti iscritto nella Rubrica di Frontiera per l’arresto, viene preso in consegna dalla polizia italiana. Inviato a Bari il 26 aprile 1939 viene interrogato il 12 maggio e dichiara: «Presi parte per circa 2 anni alla guerra di Spagna con le milizie rosse e precisamente con la XII Brigata Internazionale senza conseguire alcun grado». A seguito di queste dichiarazioni è deferito alla Commissione Provinciale di Bari che lo assegna a 5 anni di confino a Ventotene. Nel 1943, alla caduta del regime fascista, è scarcerato e torna in Francia. Il 17 aprile 1948 sposa Maria Santeramo. Muore nel comune francese di Mont Saint Martin (Meurthe-et-Moselle), al confine tra Belgio e Lussemburgo, il 2 ottobre 1998, all’età di 82 anni,