Papparotto Attilio di Luigi e Tonetto Giuseppina, nato il 28 febbraio 1899 a Dosson di Casier (Treviso). Ferroviere fuochista, comunista. A quattordici anni, panettiere, fa già parte della gioventù socialista dove rimane fino al 1917. Pur essendo pacifista, combatte nella prima guerra mondiale con gli Arditi e si distingue sul Piave. Dopo il definitivo rientro a Treviso è fuochista delle Ferrovie dello Stato e attivo militante del sindacato ferrovieri. Licenziato assieme al padre per motivi politici nel 1923, esasperato si reca alla sede del fascio di Casier (Treviso) e brucia la bandiera italiana. Viene condannato nel luglio 1924 in contumacia a sei mesi per vilipendio ella bandiera. Nel frattempo Papparotto è espatriato in Belgio stabilendosi a Pèronnes-lez-Binche, divenendo interprete dei dirigenti del sindacato socialista. Un rapporto ella polizia indica la sua attività di distribuzione ed affissione di manifestini in lingua italiana nelle miniere, invitando i lavoratori a presentarsi alla Casa del Popolo per iscriversi al sindacato. L’anno successivo si traferisce ad Anderlues e prosegue a lavorare nelle miniere. Nel frattempo, nel luglio 1924, viene condannato in Italia in contumacia alla pena di sei mesi di detenzione per vilipendio della bandiera nazionale – come apprendiamo da una corrispondenza intercorsa tra l’Ambasciata di Parigi e la Prefettura di Treviso nel 1933: «in occasione di una festa nazionale, asportò e lacerò la bandiera esposta al municipio di Casier. Per tale fatto venne arrestato e denunciato» – ma già nel 1925 il mandato di cattura viene revocato per amnistia. Nei primi anni ’30 è militante del Partito Comunista, attivo nel Soccorso Rosso e nella Lega Italiana Antifascista del Belgio (LIAB), distribuendo la rivista “Il Riscatto”ed è segnalato per essere solito a frequenti spostamenti tra Anderlues e Fontaine-l'Évêque per assistere alle riunioni segrete e alle feste organizzate dal partito. In un’occasione, fermato e perquisito, oltre a frammenti di lettere di compagni di partito espulsi dal Belgio, viene trovato in possesso di un biglietto di una tombola organizzata dai Patronati Vittime del Fascismo a profitto del fondo di assistenza ai bimbi dell’emigrazione Italiana, 12 “marchette di solidarietà” e una canzone stampata dal titolo “L’assassinio di Gastone Sozzi”, scritta dall’anarchico Gamberi Antonio. In Belgio la spia che ne segue i movimenti sostiene che agisce con prudenza e non riceve nessuno nella propria abitazione. Dopo il celebre sciopero del 1931 dei minatori del Borinage, nel dicembre del 1932, colpito da decreto di espulsione, è costretto a lasciare il Belgio e si stabilisce in Francia. Nel 1936 è tra i primi ad accorrere in Spagna allo scoppio dell'insurrezione franchista. Dopo un breve addestramento nella caserma Bakunin di Barcellona si arruola nel primo scaglione della Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI. Il 19 agosto 1936 la Colonna Ascaso lascia Barcellona tra due ali di folla per raggiungere il fronte d’Aragona nella zona di Vicien. La Sezione Italiana giunta al fronte il 21 agosto è formata da 150 combattenti di cui 80 anarchici, 20 giellisti ed il resto repubblicani, socialisti e comunisti e fornita, con uno sforzo organizzativo dei dirigenti catalani, di 4 mitragliatrici, muli e fucili. Si attesta di fronte alle posizioni franchiste di Huesca e Almudevar su un monticello a cui Mario Angeloni da il soprannome di Monte Pelato in ricordo di un’altura di Lipari. All’alba del 28 agosto 1936 i franchisti forti di 700 uomini circa, con mitragliatrici, autoblinde e una batteria, attaccano in quello che è il primo scontro tra volontari italiani e franchisti spagnoli. Alle 9 del mattino l’attacco è respinto con gravi perdite del nemico. Papparotto cade nello scontro ed insieme lui cadono altri volontari italiani che verranno tutti seppelliti in giorno successivo nel cimitero di Vicien, alla presenza di Carlo Rosselli, mentre due trombe suonano l’Internazionale. I caduti di Monte Pelato verranno commemorati a Parigi nella Sala Chope de Strasbourg il 28 agosto 1937 con Aldo Garosci tra i relatori. La sorella Amelia Papparotto e una non meglio identificata Annunziata Vincenzi da Treviso furono presenti all’incontro che si tenne il 23 maggio 1976 a Venezia in ricordo della guerra civile spagnola con gli ex volontari di Spagna veneti ed i familiari dei caduti e dei deceduti.

Annotazioni: Scheda biografica integrata con informazioni raccolte da Francesca Pierobon per il volume Scegliersi la parte. Antifascisti trevigiani volontari nella guerra civile spagnola (1936-1939) , Il Poligrafo 2022. In Antifascisti italiani caduti nella guerra di Spagna (Aicvas Q 1, si veda bibliografia), viene indicata come data di nascita il 18 agosto 1899 e come luogo di nascita Casier (TO).