Pagani Filippo di Ettore e Benati Elisabetta, nato l'11 maggio 1896 a Mantova. Piazzista, socialista. Traferitosi a Verona, si sposta a Milano nell’aprile del 1906, per poi stabilirsi a Torino nel luglio 1921. Il 21 novembre dello stesso anno sposa Gola Maria. Attivo militante socialista nel Partito Socialista Unificato, nel 1925 è segretario amministrativo della Camera del Lavoro di Torino. In seguito allo scioglimento della CGL, si porta a Milano e di qui in Francia, in data imprecisata, dove risulta iscritto alla sezione del Partito Socialista di Marsiglia. Rientrato a Milano, risulta residente a Pietra Ligure (Savona) dal maggio 1930 all’aprile 1931, quando si trasferisce a Milano per un anno, ripartendo poi per Torino. Al momento della rivolta militare in Francia si trova a Milano dove si è trasferito avendo lasciato la moglie ed i figli per abitare con i genitori domiciliati in Corso di Porta Ticinese 33. Entra in Francia clandestinamente, raggiungendo Marsiglia e da lì raggiunge per nave Barcellona per arruolarsi nell'agosto del 1936. In Italia viene inserito nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. L'11 settembre 1936 lascia Barcellona per il fronte d'Aragona. Dal fronte il 19 settembre scrive all’amico Ettore Salvioli di Torino: “Tutte le mie previsioni rispondono a verità, l’entusiasmo è veramente grande e tutti vanno a gara per combattere, ma di questo ti dirò un’altra volta. Oggi mi preme che tu dica a mia moglie ed ai miei bimbi che il mio affetto non è mutato per loro e se gli eventi mi hanno portato al passo che ho compiuto non devono credere nel mio abbandono, io sono e sarò sempre con loro. Riceveranno presto da persone incaricate del denaro, spero sia loro utile nella mia attesa che non sarà lunga perchè la nostra vittoria è certa e a breve scadenza. Raccomanda loro il silenzio […]. Ti saluto, saluto gli amici, bacio i miei bimbi ed anche mia moglie, malgrado sappia i suoi sentimenti su di me.” Combatte con la Colonna Italiana di Carlo Rosselli, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI, a Monte Pelato. In una nuova lettera del 18 ottobre 1936, conferma la sua determinazione di combattere “a favore della rivoluzione spagnola che è la rivoluzione mondiale. Da più di un mese sono incorporato nelle Milizie Antifasciste di Catalogna e da più di un mese mi trovo sulla linea di fuoco.” In un’ ulteriore lettera a Ettore Salvioli scrive: “Io comprendo lo sdegno che può avere suscitato in mia moglie la mia partenza, ma ciò non mi sarà negato avere notizie sui miei figliai quali penso sempre con nostalgia. […] Mia moglie non rifiuterà spero il frutto del mio sacrificio a pro della causa dei lavoratori spagnoli e dei lavoratori di tutto il mondo. […] Da qualche giorno siamo fermi e ci siamo trincerati contro munitissime posizioni avversarie, questo dopo un balzo in avanti di parecchi chilometri compiuto giorni fa. Alla nostra destra il monte Aragon ed altre posizioni di considerevole importanza sono cadute nelle nostre mani, ora si riposa un po’, fra qualche giorno si riprenderà la marcia, Huesca è a 100 metri dalle nostre trincee, un altro balzo e Saragozza, roccaforte nemica, sarà pericolante.” L’ultima lettera è del 28 ottobre dove scrive: “ Voi chiamate sacrificio il nostro: no amico mio, io non intendo così, il nostro non è sacrificio, al contrario è una soddisfazione, è una gioia essere attori coscienti di sì grandioso dramma sociale, è un privilegio, e di questo privilegio ne siamo fieri ed anche un po’ gelosi. Quant’è bello lottare per la fede che ci anima, pel trionfo della causa che abbracciammo! Dalla Spagna il popolo generoso di questa terra ancora più generosa, ha dato il la per la riscossa tanto attesa! […] In questo mondo nuovo si forgiano i destini della nuova umanità e malgrado qualche volta io pensi un po’ triste ai miei cari bambini lasciati in Italia, a mia moglie che imbronciata pel gesto non risponde ai miei scritti, sono contento, quasi felice ben sapendo che i nostri sforzi non saranno vani.” Pagani, ferito gravemente il 20 novembre 1936 nel corso della battaglia di Almudévar, muore poco dopo in conseguenza delle ferite. Nella stessa battaglia perdono la vita Vittorio Golinelli e Luigi Crisai .