Olandese Maria di Gennaro e Schettini (Schettino) Luisa, nata il primo dicembre 1889 a Napoli. Casalinga, anche se con una carriera di cantante lirica avviata: risulta che si sia esibita anche alla corte dello zar. Moglie dell'avvocato napoletano antifascista Carmine Cesare Grossi, entra fin dai primi anni del dopoguerra in contatto con ambienti antifascisti di primo piano nel contesto napoletano, frequentando tra gli altri Enrico De Nicola (futuro presidente della Repubblica) e Arnaldo Lucci, deputato socialista. Dal matrimonio nascono tre figli: Ada, Aurelio e Renato, tutti combattenti antifranchisti negli anni della guerra civile. Suo marito che si ostina a mantenere il ritratto di Giacomo Matteotti nel suo studio, è vittima di continue persecuzioni per le sue opinioni politiche sul piano lavorativo ma anche a livello della propria sicurezza personale e riesce a scampare fortunosamente ad un'azione squadrista. Nel novembre 1926 a fronte delle continue aggressioni al marito è costretta ad emigrare con la famiglia in Argentina a Buenos Aires. Con il marito fonda a Buenos Aires il PIAVA, (Patronato italiano d’aiuto alle vittime antifasciste) che tenta di saldare in un fronte unico gli antifascisti, raccoglie fondi per sostenere le famiglie dei detenuti politici e aiuta Fernando De Rosa allora detenuto in Spagna. A seguito delle notizie sulla rivolta dei militari in Spagna, la famiglia si sposta di nuovo alla volta dell'Europa l’11 agosto 1936 a bordo della nave belga "Pionner", fermandosi per qualche tempo, ad Anversa, in Belgio; passano anche dal Lussemburgo e poi, alla fine del 1936 si portano in Spagna, quando la guerra civile è in pieno svolgimento. Tutti i membri della famiglia, si impegnano nella causa repubblicana. I figli Aurelio e Renato si arruolano e partono per il fronte combattono nelle province di Malaga, Murcia, Albacete e Teruel, dove una bomba avrebbe lasciato Aurelio cieco nel suo occhio destro a causa di una scheggia di granata. Il marito e la figlia Ada organizzano Radio Libertà, che tramette da Barcellona in italiani per gli antifascisti in Italia ed all’estero. Maria si impegna per la causa antifascista lavorando come infermiera negli ospedali dove organizza concerti e spettacoli d'opera in altri centri della città per i combattenti in licenza. Entrati in dissidi politici con il governo, la famiglia chiede di poter uscire dalla Spagna e riescono a partire nel gennaio 1939, nei giorni dell'occupazione di Barcellona da parte delle forze di Franco. In Francia subisce la sorte di molti altri antifascisti. Il figlio Aurelio - quasi cieco - e il marito sono invece internati a Gurs; l'altro figlio, Renato è ricoverato in un ospedale francese per disturbi nervosi e sottoposto a trattamenti devastanti a base di insulina. Maria con la figlia Ada, in un primo tempo sono libere nella regione del Giura francese, poi sono internate prima in un campo della Saòne et Loire e poi in quello di Argelès sur Mer dove Ada incontra e sposa Enrique Guzman de Soto (nato nel 1917), studente di Medicina e ufficiale repubblicano. In questo modo, a Maria e alla figlia è permesso lavorare gratuitamente alla clinica del campo di internamento. Nell'aprile del 1941 è tradotta in Italia per decisione della Commissione d'Armistizio, sottoposta a giudizio della Commissione Provinciale di Napoli, il 14 maggio 1941 e inviata al confino a Melfi, insieme al figlio Aurelio, mentre il marito Carmine è inviato a Ventotene. La figlia Ada si sposterà col marito in Spagna dove quest’ultimo sarà arrestato e sconterà anni di galera a Carabanchel e poi a Ocaña. Ada rientrerà a Napoli solo negli anni’70. Da Melfi Maria si batte con grande impegno per avere in affidamento il figlio Renato, anch'egli rimpatriato ma trasferito al manicomio provinciale di Napoli e sottoposto a esperimenti psichiatrici - compreso l'elettroshock, che ne danneggiano le facoltà psichiche e il corpo, già pesantemente debilitato dalla prigionia. Purtroppo, Maria non riesce a fare nulla per il figlio sino al 1943, quando gli viene affidato dall’ospedale. Liberata - come il marito - nell'agosto del 1943 (Aurelio sarà liberato solo nel settembre), rientra a Napoli. Maria e suo marito trovano però la stessa città che hanno lasciato sotto il fascismo, le stesse personalità che hanno aderito al regime, mentre l'attività del marito è compromessa dalla sua cancellazione dall'albo degli avvocati, ancora per ragioni politiche. Ignorata da tutti Maria scompare nel 1957. Il Memorial Democratic di Barcellona ha organizzato il 25 novembre 2015 un omaggio alla lotta antifascista della famiglia Grossi a cui hanno partecipato lo storico Giuseppe Aragno, Oreste Scalzone, la figlia di Ada, Sylvia Guzmàn Grossi, ed il direttore del Memorial Democratic Jordi Palou-Loverdos.