Nerozzi Amedeo di Luigi e Bertocchi Amalia, nato il 3 aprile 1891 nella frazione Malfolle di Marzabotto (Bologna). Contadino, comunista. Figlio di piccoli proprietari terrieri, terzo di sette fratelli, fin dalla gioventù aderisce agli ideali socialisti. Studia fino all’ottenimento della licenza elementare. Diviene dirigente della Lega contadina locale, divenendo inviso alle autorità. Dopo essere stato più volte arrestato, viene processato dalla Pretura di Vergato (Bologna) il 25 maggio per “contravvenzione alla legge di P.S.” ed il 27 luglio 1920, per «attentato alla libertà del lavoro» e successivamente condannato a quattro mesi di reclusione. Appellatosi viene poi assolto. Il 16 agosto 1920 viene arrestato sotto l'accusa di minacce (amnistiato il 29 settembre 1922). Alle elezioni amministrative il 19 settembre 1920 entra in consiglio comunale ed è eletto sindaco mentre si trova trattenuto presso il Carcere di San Giovanni in Monte, ma l’amministrazione termina nel novembre 1921 poiché la Prefettura ne annulla le deliberazioni. Si iscrive al Partito Comunista sin dalla sua fondazione nel gennaio 1921. Il 3 settembre 1922 viene arrestato e poi denunciato per “Incitamento all’odio di classe, offese al capo dello stato e oltraggio all’arma”, ma poi viene assolto; il 29 dello stesso mese viene condannato al carcere e ad una multa “per grida sediziose”. Aggredito e percosso più volte dai fascisti, reagisce sempre con coraggio. Il 25 luglio 1923 è schedato dalla Prefettura di Bologna come elemento “ritenuto pericoloso per l'ordine pubblico, perché capacissimo d'istigare le masse contro poteri costituiti”. Minacciato di morte e sottoposto a diffida, nell'autunno del 1925 è costretto ad emigrare in Belgio, stabilendosi nella regione di Tilleur-Seraing, dove svolge intensa attività politica e sindacale tra gli emigranti antifascisti italiani. Scoppiata in Spagna la rivolta militare si porta in Francia e poi giunge a Barcellona a fine agosto del 1936, collaborando alla costituzione della centuria “Gastone Sozzi” e partecipando il 10 settembre 1936 al combattimento della centuria a Talavera. I compagni gli danno il soprannome di "Mitraglia". Poi passa al Battaglione Garibaldi. E’ portaferiti nelle prime battaglie, poi infermiere, poi dal maggio 1937 promosso a tenente di Sanità per meriti acquisiti e più volte citato all'ordine del giorno della brigata per il suo eroico comportamento. Viene colpito da un proiettile al polpaccio sul fronte di Huesca il 16 giugno 1937. Un suo commilitone testimonierà “Diede una bestemmia, bevve un grande sorso di cognac, si estrasse il proiettile con una punta di lama e continuò il suo lavoro come se nulla fosse accaduto. Zoppicò diverse settimane, zoppicava ancora quando alla fine del mese di luglio si buscò un’altra pallottola perduta che gli causò un’altra leggera ferita alla spalla destra”. Combatte su vari altri fronti. Il 9 settembre 1938, durante l’ultima grande offensiva repubblicana sull’Ebro, sulla Sierra de Caballs, durante un bombardamento nemico, un proiettile di artiglieria scoppia a pochi metri dalla tenda-ospedale e lo uccide insieme ad alcuni feriti che stava curando. Gli è stata intitolata la sezione Anpi di Marzabotto. Gli è stata intitolata la sezione Anpi di Marzabotto. Nell'atrio del palazzo comunale di Marzabotto, è murata la seguente epigrafe (inaugurata il 6 ottobre 1963): “Ad Amedeo Nerozzi Sindaco nel 1921 combattente della libertà e dell'antifascismo in questa città nell'esilio in terra di Spagna fino alla morte in battaglia sulla Sierra Caballs Marzabotto memore MCMLXIII 3/4/1891 - 9/9/1938”.

Annotazioni: Si rongrazia Giovanni Artero per il contributo alla scheda biografica. Secondo un certificato di morte recentemente ritrovato, il 9 settembre 1938 viene soltanto ferito gravemente e morirà nell’ospedale di Mora del Ebro il giorno 18. In ogni caso non è stata ancora localizzata la tomba.