Nannucci Guglielmo di Dante e Ada Lenzi, nato il 12 marzo 1914 a Livorno. Operaio metallurgico, anarchico. Dapprima garzone in un macello di carni, dal 15 gennaio 1928 al 25 dicembre 1934 fa il meccanico in una ditta di costruzioni in ferro. Tutta la sua famiglia esprime sentimenti antifascisti e lui si avvicina presto all’ideologia libertaria. Più volte aggredito dagli squadristi livornesi, espatria clandestinamente in Corsica nel dicembre del 1934 insieme ad un gruppo di antifascisti. Denunciato per espatrio illegale è condannato in contumacia a 3 mesi di carcere. Espulso dalla Francia non ottempera al decreto e arrestato sconta 15 giorni di prigione. Espiata la pena si porta a Marsiglia dove frequenta gli anarchici del gruppo della Belle de Mai. Il 28 luglio 1936 scrive da Marsiglia una lettera al padre annunciando la partenza per la Spagna per difendere la massa operaia e non la patria. In Italia viene iscritto nella Rubrica di Frontiera. Nell'agosto 1936 si arruola nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI e viene assegnato alla sezione autoblindo. Raggiunto il fronte combatte a Monte Pelato, Tardienta, Almudevar ed a Carrascal de Huesca. Qui il 12 luglio 1937 cade Antonio Cieri e Nannucci viene ferito all’occhio destro, al braccio destro e ad un polmone. Scioltasi la Colonna a fine aprile, Nannucci rimane a Barcellona. In seguito nei ranghi della XIIIª Brigata Internazionale combatte ancora a Caspe e in Aragona nel 1938. A fine del 1938 si trova nel centro di smobilitazione di Cardedeux dove vengono concentrati una parte dei volontari internazionali ritirati dal fronte per decisione del governo repubblicano. Alla caduta di Barcellona il 26 gennaio 1939 deve affrettarsi verso la frontiera con gli altri volontari e le colonne di civili in figa per evitare di cadere in mano ai franchisti. Entra in Francia il 7 febbraio 1939 e viene internato ad Argeles (dove fa parte del gruppo anarchico "Libertà o morte") e successivamente al campo di Gurs. Qualche settimana dopo è aggregato ad una Compagni di lavoro per stranieri (CTE) e destinato a lavori di fortificazione per l’esercito francese alla frontiera con il Belgio. A giugno 1940 è catturato dai nazisti ed evade. Di nuovo catturato dai tedeschi e deportato a Berlino il 24 dicembre evade nuovamente, riparando infine a Bruxelles, dove trova lavoro come meccanico nel “Grand Garage Marcel Ruoleau”. Nel 1943 risiede a Bruxelles. Spostatosi nella zona di Liegi combatte con il gruppo partigiano italiano "Perrone" insieme all’antifascista Teresa Serapiglia che diventerà sua moglie. Dopo la cacciata dei tedeschi dal Belgio partecipa alla liberazione dell’Olanda, tanto da essere riconosciuto partigiano (tessera n. 1763) e membro del Comitato italiano di liberazione nazionale operante in Belgio Rientra in Italia nel novembre 1945, risiede a Livorno e lavora come tassista, continuando a frequentare la Federazione anarchica e si iscrive all’AICVAS (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna). Si sposa in età avanzata l'11 giugno 1973. Muore a Livorno il 28 aprile 1975.

Annotazioni: Scheda biografica che include dati a cura di Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti per la banca dati ISGREC sui volontari antifascisti toscani in guerra di Spagna: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/all_ita_details.asp?offset=270&id=2642 (URL consultata il 7 maggio 2021)