Balestrini Giuseppe di Giovanni e Porro Rosa nato l'11 settembre 1897 a Camnago frazione di Lentate sul Seveso (Milano). Operaio, comunista. Proveniente da una famiglia proletaria porta a compimento gli studi elementari fino alla quinta classe. Durante la seconda metà degli anni ‘10 nel novecento è iscritto al Partito Socialista Italiano, circolo di Camnago “Stretti in Fascio”. Pur essendo abile alla leva non risulta che abbia prestato servizio né che abbia partecipato alla Prima Guerra Mondiale, in quanto lavora come operaio militarizzato gommista alla Pirelli Bicocca. Durante il biennio rosso, in particolare nel 1920 partecipa attivamente all’occupazione della fabbrica e, da quel momento, diventa oggetto di persecuzioni sia da parte della polizia che dei fascisti. Nel 1923, a seguito della sua attività sindacale e antifascista e per le varie minacce ricevute, è costretto ad espatriare clandestinamente in Francia. Non è certo se sia già iscritto al Partito Comunista d’Itali e, se lo è, da quando. Si trasferisce a Parigi, dove si guadagna da vivere con la sua attività di scultore. Non si hanno altre notizie su di lui fino al 1936, salvo nel 1934 quando la polizia politica italiana lo segnala in Francia, a Montreuil nel Dipartimento dell’Île-de-France. A seguito dello scoppio della guerra civile, il 10 ottobre del 1936 Balestrini è in Spagna, arruolato col nome di battaglia “Veneto”, nell’XI Brigata Internazionale in formazione, inserito nel Battaglione di lingua tedesca “Edgar André” come artigliere. Non si conosce a quali battaglie abbia partecipato, né se sia stato ferito. Il 22 settembre 1937 è iscritto. in Italia, oltre che in Rubrica di Frontiera, nel “Bollettino delle Ricerche, Supplemento Sovversivi” con il n.01567 col provvedimento “da arrestare”. Lo si ritrova nell’ottobre del 1937 inquadrato nella XIV Brigata Internazionale, 1. Battaglione, 2. Compagnia. Il 25 luglio del 1938, giorno del primo passaggio dell’Ebro e dell’inizio dell’omonima battaglia, durante i combattimenti sostenuti su quel fronte, è ferito alla gamba destra ed è ricoverato probabilmente prima all’ospedale di Cambrils e poi a quello di Matarò, a nord- est di Barcellona. In ottobre del 1938, al ritiro delle Brigate Internazionali dal fronte, il giorno 19 rientra in Francia con un convoglio sanitario e arriva a Parigi. Nel periodo in cui “Veneto” è combattente in Spagna, il Soccorso Rosso Internazionale cerca di aiutare economicamente in Italia la famiglia d’origine, facendole pervenire vaglia postali, che vengono però intercettati dal controllo della corrispondenza e non arrivano ai destinatari, finendo nelle casse dell’erario del governo fascista. Il mittente francese di questi contributi è a Parigi in Rue Comintern n.4. Non si hanno più notizie su di lui, fino a quando, durante l’occupazione nazista della Francia, aderisce al Fronte di Liberazione, partecipando alla Resistenza, nella quale è responsabile di gruppo del PCF, occupandosi della diffusione della propaganda e della stampa clandestina. Si conosce, però, un suo secondo recapito postale, che risponde al nome di Manera, Rue des Partantes n.6 XX Arrondissement (che potrebbe essere Domenico Manera il “falsario di documenti”, persona protetta dall’organizzazione clandestina della Resistenza del PCd’I. fino alla fine del secondo conflitto mondiale). Il 24 dicembre del 1941 Balestrini è arrestato e portato nella prigione parigina de Les Tourelles, dove rimane per nove mesi. Da questo luogo di detenzione è trasferito al campo di Compiégne, dove rimane per 18 mesi. Il 17 gennaio del 1944 i nazisti lo deportano al campo di concentramento di Buchenwald (Turingia) in Germania, matricola 39821, dove sopravvive fino alla liberazione, avvenuta il 22 maggio del 1945. Rientra in Francia a Parigi, dove risiede in Rue Raymond Losserand n.55 fino alla morte, avvenuta il 19 aprile del 1975. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Giuseppe Balestrini la Medaglia d’Oro alla memoria, in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.