Forni Cesarino di Teodoro e Martinelli Maria, nato il 2 marzo 1902 a S. Giovanni in Persiceto (Bologna). Artigiano mobiliere, anarchico. Nel primo dopoguerra deve subire persecuzioni per le sue idee. Sposato con Bianca Bergonzoni, la coppia si separa nel 1929. Iscritto al Partito Socialista, lascia l'Italia per sfuggire alle rappresaglie fasciste, arriva clandestinamente in Francia il 5 giugno 1930, vivendo a Le Havre (Seine-Inférieure, Seine-Maritime) e si trasferisce in seguito a Parigi. Il 27 dicembre 1935 gli viene notificato un avviso di espulsione. Membro del Partito Socialista Italiano in Francia, è in contatto con l'attivista anarchico Bruno Gualandi. Partito per la Spagna il 15 settembre 1936, viene incorporato nella XII Brigata Internazionale Garibaldi e partecipa alla difesa di Madrid e ai combattimenti di Cerro de los Angeles, Pozuelo Mirabueno, Jarama, Huesca e Brunete. Malato, viene rimpatriato in treno sanitario nel settembre 1937. Aderisce all'Unione Popolare Italiana (UPI) e alla Concentrazione antifascista. Si stabilisce al 30 di rue de Vaucouleurs, nell'XI arrondissement di Parigi. Condannato a sei mesi di reclusione per aver violato l'ordine di espulsione, ottiene un permesso di soggiorno rinnovabile. Il Comitato d’Aiuto al popolo spagnolo ed il Soccorso Popolare gli forniscono assistenza materiale. La Lega dei Diritti dell’Uomo chiede invano che gli venga riconosciuto lo status di rifugiato politico. Arrestato nell'agosto 1939, Forni viene internato nel campo di Gurs (Basses-Pyrénées, Pyrénées-Atlantiques). Nel dicembre 1940 si arruola nella 253ª Compagnia di lavoratori stranieri. Fatto prigioniero a Dunkerque (Nord) nel giugno, viene liberato nel marzo 1941 come cittadino italiano. Va a lavorare in Germania e torna a Parigi a causa di una malattia. Dal maggio all'ottobre 1941 è alle dipendenze della BATIR, una ditta di rue du Fg Saint-Honoré, I arrondissement, che lavora per i tedeschi, e lavora come falegname a Romilly-sur-Seine (Aube), poi alla Maison Bott, XI arrondissement. Il 4 agosto 1943 è arrestato e internato nella caserma di Tourelles, nel XX arrondissement, in quanto ex membro delle Brigate Internazionali, su ordine dell'SS-Sturmbannführer Boemelburg, responsabile del SIPO e della Gestapo in Francia. Dopo la Liberazione, vive con Marguerite Grelet al 17 di rue Ramponneau, nel XX arrondissement, e nel 1957 costituisce con lei una società a responsabilità limitata per gestire un laboratorio di falegnameria, ebanisteria e carpenteria al 30 di rue de Vaucouleurs. Riprende la sua attività di militante, aderisce all'associazione degli internati e dei deportati politici e fa parte dell'associazione dei reduci e volontari garibaldini residenti in Francia. Partecipa alla ricostituzione della Federazione francese del Partito Socialista Italiano ed è favorevole al rafforzamento dei legami con il Partito Comunista per la difesa della classe operaia.