Monti Pietro Giuseppe di Alberto e Gagliardi Stefania nato a Pecetto di Valenza (Alessandria) il 17 ottobre 1877, socialista. Di professione pubblicista fa parte nel 1896 del Circolo di Sannazzaro de’ Burgondi (Pavia) e di quello di Ferrera Erbognone (Pavia). Iscritto al Partito Socialista Italiano è redattore in quello stesso anno del giornale socialista “L’Eco della Lomellina” a Sannazzaro. Emigrato a Torino, è corrispondente dell’ “Avanti!” e da Milano nel 1897 del foglio socialista “Il Lavoro” di Genova. Nel 1902 è proprietario e direttore della testata socialista “Il conciliatore” di Pisa e scrive per altri due giornali del PSI, “La Cronaca” di Casteggio (Pavia) e “La Lanterna” di Mede (Pavia). Schedato nel 1905 dalla Prefettura di Pavia, nel 1911 si oppone alla guerra di Libia. Emigrato in Svizzera prima del 1915 con la moglie, la cittadina elvetica Anna Lüth, torna in Italia per partecipare alla guerra mondiale nel 1. Battaglione di complemento. Dopo la guerra si trasferisce in Francia e dopo la vittoria del fascismo è tra i primi a riorganizzare le fila degli esuli italiani in quel paese. Corrispondente dalla Francia de “La Stampa” di Torino e della “Gazzetta dello Sport” di Milano, viene licenziato nel 1929 a causa della sua ostilità al regime di Mussolini. Molto attivo nelle file del fuoriuscitismo antifascista, collabora con l’organo della Concentrazione Antifascista “La Libertà” di Parigi e de “L’Avvenire del Lavoratore” di Zurigo. Il Consolato italiano di Ginevra gli impone la restituzione del passaporto e diventa quindi apolide. Nel corso del 1930 si trasferisce in Francia per stabilirsi a Parigi per avvicinarsi al centro della cospirazione antifascista. Aderisce al movimento di Giustizia e Libertà e ne diviene attivo militante avendo frequenti contatti con Camillo Berneri e Umberto Calosso, ma anche con altri esponenti dell’opposizione antifascista non comunista pubblicando numerosi articoli sui giornali di GL. Il regime fascista lo considera elemento pericolosissimo e di conseguenza non tarda ad iscriverlo in Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. E’ assai attivo nella Lidu (Lega internazionale dei diritti dell’uomo). Nell’ agosto del 1936 parte volontario per la Spagna repubblicana per arruolarsi nella Sezione Italiana (o Colonna Rosselli), un reparto inserito in una grande unità anarcosindacalista, la Colonna Ascaso della CNT, impegnata in Aragona sul fronte di Huesca. E’ uno dei furieri del gruppo e partecipa oltre alla battaglia di Monte Pelato (28 agosto 1936), alla battaglia di Almudèvar. Dopo il ritorno in Francia di Carlo Rosselli convalescente e di alcuni suoi fedelissimi, la Sezione Italiana viene sciolta in quanto molti volontari non accettano la militarizzazione delle milizie imposta dal governo repubblicano. Monti, a differenza di altri, rimane in Spagna e costituisce a Barcellona il battaglione Matteotti, di cui è comandante sino al maggio 1937. Nella settimana dal 3 al 7 maggio del 1937, a Barcellona si scontrano il governo autonomo catalano e gli anarchici spalleggiati dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), un piccolo partito comunista antistalinista. Negli scontri viene assassinato Camillo Berneri. Dopo la vittoria del governo inizia una repressione che colpisce tutti i militanti libertari e soprattutto il POUM. Monti quando rientra a Barcellona viene arrestato e sconta tre giorni di carcere. Alcuni suoi compagni, come Libero Battistelli ed altri ancora, decidono di rimanere in Spagna e di confluire in un’unità prevalentemente italiana come la 12. Brigata Internazionale Garibaldi. Monti invece lascia la Spagna clandestinamente a settembre del 1937. In Francia fa appena in tempo ad assistere al declino del Fronte Popolare e al rapido deterioramento della democrazia transalpina. Muore a Boulogne-Billancourt (Hauts-de-Seine) il 9 gennaio del 1938. Ai funerali, il suo feretro è avvolto nelle bandiere di GL e del PSI.

Annotazioni: Biografia integrata dalle ricerche di Augusto Cantaluppi, Gianpaolo Giordana, Fausto Bucci e Paolo Casciola, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Famiglia Berneri – Aurelio Chessa – Reggio Emilia (Epistolario C. Berneri, Volume 2), Archivio ISR.AL (Casellario Sovversivi – 4ª Legione Alessandria, busta 16, fascicolo 33),Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 3381)