Ruffinoni Aldo di Massimo e Lazzaretti Rosa, nato a Savona il 28 agosto 1888, comunista. Di professione esercente. Emigrato in Svizzera in data anteriore al 1897, nel 1913 sposa a Carouge, nei pressi di Ginevra, Guatteo Ines. Prende parte alla 1. Guerra mondiale dal 1915 al 1918, riportando nel combattimento di Val Popena del 2 luglio 1016 una ferita con permanenza della pallottola di una granata. Allo scadere di una licenza il 20 marzo 1918 non ritorna al corpo, per cui è dichiarato disertore. Il Tribunale di guerra del 18. Corpo d’armata lo condanna alla pena di morte in contumacia, ma il 27 luglio 1920, la sentenza è commutata in 20 anni di detenzione. Successivamente graziato viene posto in congedo illimitato. Ruffinoni allora espatria clandestinamente in Svizzera stabilendosi a Ginevra. Nel 1931 risulta antifascista dichiarato e proprietario di un caffè frequentato da altri italiani oppositori al regime. Viene chiesta pertanto l’iscrizione nella Rubrica di frontiera per vigilanza e perquisizione in caso di rimpatrio. Avendo aderito al Partito comunista viene mandato in Unione Sovietica quale rappresentante del Partito di Ginevra. Dalla Svizzera passa in Francia il 28 luglio 1937 e da qui in Spagna dove viene segnalato come combattente delle Brigate Internazionali. Non conosciamo dettagli sulla sua permanenza in Spagna, né le modalità di rientro in Francia. Nel 1940 Ruffinoni risulta residente a Veyrier (Alta Savoia), dove chiede alle autorità di arruolarsi nell’esercito francese ed al contempo la naturalizzazione. Il governo francese lo considera però sospetto per i suoi trascorsi politici e lo arresta e internandolo nel campo di Vernet d’Ariege, dove risulta ancora detenuto il 21 aprile 1941 nel settore baracche B, baracca 20. Il 13 maggio viene consegnato a Mentone alla polizia italiana che lo traduce inizialmente nel carcere di Savona e poi in a quello di Novara. Deferito alla Commissione provinciale per l’assegnazione al confino, viene assegnato a 5 anni di permanenza a Ventotene. Il 28 agosto 1943, a seguito della caduta del fascismo il 25 luglio, viene liberato e inviato a Savona. Da qui viene trasferito ad Omegna. Nessuna ulteriore notizia.