Rosso Erminio di Michele e Savoia Maria nato il 6 dicembre 1906 a Milano Cameriere, gelataio, comunista. Ha un fratellastro di nome Arturo Savoia, e ha conseguito la licenza elementare. Nel 1923 si iscrive al Partito Comunista d’Italia. Il 30 aprile del 1929 subisce una condanna a tre mesi e 16 giorni per presunti maltrattamenti in famiglia. Nel corso del 1931, espatria clandestinamente in Francia, e a Parigi dove si ferma per alcuni mesi lavorando come garzone nello studio di un pittore italiano. In seguito passa in Belgio, a Bruxelles e poi a Liegi, dove lavora in una gelateria di via Sainte Marguerite al numero 127: vi resta fino all’ottobre del 1932. Essendo privo di permesso di soggiorno è costretto a portarsi in Germania, dove sbarca il lunario facendo il venditore ambulante di stoffe fino all’aprile del 1934. Dalla Germania si reca in Olanda ad Amsterdam, dove lavora per la ditta Fossati, che produce gelati, ed è garzone del ristorante “Bella Napoli”. Per motivi di salute nell’ottobre del 1935 lascia l’Olanda per raggiungere la Spagna e il 15 ottobre si trova a Barcellona. Nella capitale catalana lavora, per alcuni mesi in un’autorimessa e successivamente trova occupazione come cameriere prima al Caffè Parigi in Carrer de l’Hospital e poi al Caffè Shanghai in Plaza Catalunya. Allo scoppio della guerra civile spagnola Erminio è tra i primi volontari in difesa del Governo Repubblicano poiché fa parte di una formazione miliziana, destinata a breve vita, denominata 3. Reggimento “URSS”. Nell’agosto del 1936 si costituisce a Barcellona la Colonna “Del Barrio-Trueba”, composta principalmente da miliziani organizzati dal PSUC (Partito Socilista Unificato della catalogna), nella quale oltre a Rosso sono anche Francesco Scotti e Mario Rietti; questa colonna si porta nella zona di Huesca per tentare di riprendere Saragozza. Nell’aprile 1937 quando l’esercito spagnolo si riorganizza, i superstiti della Colonna “Del Barrio”, tra i quali è Erminio, entrano a far parte della 124. Brigata Mista della 27. divisione “Carlo Marx” organizzata dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista). Con questa formazione il 28 giugno 1937 combatte nella fallita offensiva di Huesca, e il 24 agosto successivo è a Belchite e nel settembre a Tardienta. L’ultimo scontro militare in Spagna a cui partecipa è quello del 27 novembre 1937 a Sabiñanigo nella provincia di Huesca. Infatti nel dicembre successivo è ricoverato in ospedale per malattia e, come conseguenza è dispensato dal servizio militare. Per tutto il 1938 può essere che sia impiegato nei servizi ausiliari, sanitari e produttivi. Nei primi giorni di febbraio 1939 esce di Spagna con la “Retirada”, ed è internato nel Campo di Argelès-sur-Mer. Vi rimane fino al giugno successivo quando è trasferito al Campo di concentramento di Gurs. Da questo luogo è arruolato forzatamente in una compagnia di lavoro per stranieri (CTE) destinata a raggiungere il confine franco-belga per consolidare le fortificazioni di quella frontiera. Nel giugno del 1940, quando si conclude l’offensiva tedesca i lavoratori delle CTE sono fatti prigionieri, tra di essi vi è Erminio che è mandato prima nel Campo di internamento, di S. Cyprien e poi in quello di Vernet di Ariège. Nell’aprile del 1941 Rosso presenta istanza di rimpatrio alla Commissione Italiana Armistizio con la Francia (Ciaf) di Tolosa, che viene accolta, e nell’ottobre dello stesso anno è consegnato alle autorità confinarie italiane di Mentone dove viene arrestato. Tradotto a Milano nelle carceri di S.Vittore, il 17 ottobre è sottoposto a interrogatorio. La Questura di Milano trasferisce la sua pratica alla Commissione Provinciale per il Confino di Polizia, che, il 28 novembre 1941 dispone per Rosso il provvedimento di confino di tre anni da scontare nell’isola di Ustica con la motivazione combattente antifranchista in Spagna. Erminio Rosso muore a Milano il 26 maggio del 1969. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Erminio Rosso la Medaglia d’Oro alla memoria in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.