Ferro Arnaldo di Francesco e Garella Caterina, nato ad Artallo (Imperia) il 7 aprile 1907. Di professione contadino, alla nascita del fascismo abbandona il paese natio ed emigra in Francia fuggendo di notte da Ventimiglia con una barca. Entrato nell'organizzazione antifascista in Francia nel 1931 dopo essere stato anche in Algeria, dal " Centro " di Parigi viene inviato in Italia per stabilire contatti con gli antifascisti di Imperia (Giovanni Giacomelli, Giovanni Gilardi, Giacomo Amoretti, Giacomo Castagneto, ed altri ) con i quali organizza un convegno presso la " Vena Rossa " a monte di Barcheto di Oneglia, in casa dei fratelli Antonio e Fedele Carenzo. Nel 1932 i giovani antifascisti di Artallo, su strisce di carta, con stampini di lettere in metallo, compongono le frasi: " Abbasso le tasse ", " Abbasso il fascismo ", " Viva il primo maggio " Viva il PCI ", strisce che vengono affisse, iniziando dalla località Fondura di Porto Maurizio, fino a Dolcedo, ai Cappuccini di Castelvecchio, a Pontedassio, ed in vicinanza di altri paesi. Il gruppo di giovani antifascisti è composto da Arnaldo Ferro, Pietro Siccardi, Lorenzo Acquarone (caduto nella lotta di Liberazione) e Nunzio Ferro. A seguito di tale fatto, sono arrestati sette antifascisti (e non uno però del gruppo che realizzò la diffusione delle scritte) di diversa estrazione sociale e politica, che però dopo parecchi giorni di detenzione, sono scarcerati per mancanza di prove. Nel novembre del 1937 Arnaldo Ferro si reca in Francia insieme a Francesco Bologna (Franzì), passando per i valichi a monte del ponte San Luigi. Raggiunta Nizza, si trasferisce a Marsiglia, quindi entra in Spagna, nel territorio della Repubblica. Nella rubrica di frontiera risulta ricercato dall'OVRA con la seguente dizione: "Ferro Arnaldo Francesco fu Francesco, n. 7.4. 1907 a Imperia, da arrestare. Nel gennaio 1938 in Spagna si arruola nella 2. e poi nell'8. Compagnia della 12. Brigata Internazionale Garibaldi (45. Divisione), con l'incarico di commissario politico. Giunge appena in tempo per essere coinvolto nella grande offensiva scatenata in bassa Aragona dalle forze fasciste tra 1'8 marzo e il 15 aprile 1938, quando il nemico giunge al mare Mediterranea nella zona di Vinaroz. In una sua lettera recita: " Non ho avuto ferite sul fronte di Spagna. Però, soffrendo di varici, a causa delle gravi e lunghe marce effettuate durante la ritirata in Aragona da Caspe al fiume Guadalupe (dove morì il povero Peruzz ), poi dal Guadalupe al fiume Ebro, le gambe mi si gonfiarono enormemente e le stesse varici scoppiarono. Fui mandato a Barcellona per farmi curare, ma essendo gli ospedali pieni di feriti più gravi di me, mi tennero giusto il tempo per disinfettarmi le ferite e mettermi un bendaggio, quindi ritornai sul fronte dell'Ebro “. sul fronte del fiume Ebro il Ferro rimane fino al luglio del 1938 quando inizia la grande offensiva dell'Armata repubblicana la quale, riattraversato il fiume nella sua ansa naie, riesce a sfondare le linee franchiste e penetrare in profondità nel territorio Terminata la battaglia dell'Ebro, oramai abbastanza provato, Ferro si ritira in Francia il 16 di novembre successivo. Dal Governo reazionario francese è internato nel forte di santa Caterina a Tolone (Var ed incorporato in una compagnia di disciplina tra il 1939 e il poi a Draguignon (Var) e a Tarascon. In seguito, per le ferite alle gambe che non si vogliono chiudere, viene ricoverato nell'ospedale di Hyére. Durante il periodo dell'occupazione tedesca della Francia, partecipa alla Resistenza locale, come risulta da una dichiarazione del compagno Maurice De Place, capo degli F. F. T., poi sindaco a La Garde, vicino a Tolone. Fino alla morte avvenuta il 2 agosto 1991, abita per certi periodi ad Artallo (Imperia) e per altri in Francia. La famiglia del Ferro ha conservato l'attestato rilasciato allo stesso dal dottor Juan Negrin, capo del Governo repubblicano, e agli appartenenti alle Brigate Internazionali.