Meucci Cafiero, di Alessandro e Tessari Luigia, nato a Portoferraio (Livorno) il 10 aprile 1905. Pellettiere, anarchico. Emigrato con la famiglia in Francia nel 1908, rientra a Livorno nel 1919, ed intraprende il lavoro del pellettiere. E’ attivo dall'immediato dopoguerra frequentando gli ambienti libertari. Nel 1921 risiede a Torino con i genitori e prende parte alla protesta per Sacco e Vanzetti di fronte al consolato americano. Emigra clandestinamente nel novembre 1923 in Francia, valicando a piedi il Moncenisio, e si stabilisce a Lyon dove fa il verniciatore per tre anni. Poi dal 1926 al 1930 a Nimes (Gard) quindi ad Ales (Gard) e a Strasburgo in Alsazia, dove è presidente della sezione della LIDU e segnalato nel 1932 come pericoloso “fuoruscito antifascista”. La polizia annota che distribuisce il periodico “Il risveglio anarchico” pubblicato a Ginevra ed è sospettato nel 1933 di aver partecipato all’aggressione ad un ex-combattente simpatizzante fascista. Nello stesso periodo amministra le sottoscrizioni versate dagli anarchici a favore dei perseguitati politici in Italia e all’estero. Arrestato il 10 settembre 1935 è espulso dalla Francia, si trasferisce in Svizzera a Basilea, poi dopo qualche mese in Belgio, quindi nella primavera del 1936 di nuovo a Basilea. Viene iscritto in Rubrica di frontiera per propaganda antifascista in Francia e in Svizzera e nel Bollettino delle ricerche nel gennaio 1934. Parte per la Spagna nei primi giorni dell’agosto 1936 e si arruola nella Sezione Italiana di Carlo Roselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso della CNT. Combatte a Monte Pelato, Tardienta, Almudevar, Carrascal de Huesca e sul fronte di Aragona. E’ ferito nei disordini che dal 3 al 7 maggio 1937 contrappongono a Barcellona il governo autonomo catalano (Generalitat) agli anarchici spalleggiati dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), un piccolo partito comunista antistalinista. Dopo la vittoria del governo e l’inizio della repressione Meucci rientra in Francia nel giugno 1937 e si stabilisce a Drancy (Seine Saint Denis), collaborando con il Comitato Pro-Spagna di Parigi, ma viene espulso e nel dicembre è clandestino a Parigi. Nel luglio 1938 si rifugia in Belgio a Bruxelles dalla sua compagna Maria Fornero. Qui è più volte arrestato è rinchiuso nel centro di "difesa sociale" di Merxplaz fino al maggio del 1940, quando il giorno 10 è trasferito nella località costiera di Reisvelden e il 17 maggio consegnato alla polizia francese. Incarcerato a Pau, viene poi trasferito a Gurs fino al settembre 1940, quando dopo gravi maltrattamenti viene rilasciato. Torna a Bruxelles, ma il 25 febbraio 1941 è arrestato per un reato non politico e condannato a 15 mesi di carcere, scontati a Merxplaz. Ancora internato nella primavera del 1940, quando chiede a Hem Day e a Giuseppe Bifolchi di aiutarlo a evadere, ricevendo però delle risposte negative, perché i due compagni d’ideali non sono in grado di agevolare i suoi propositi. Il 10 maggio 1940 viene trasferito a Reisvelden e il 17 è consegnato alla polizia francese. Incarcerato a Pau è poi internato a Gurs, dove subisce gravi maltrattamenti, venendo rilasciato in settembre. Tornato a Bruxelles, frequenta l’ex “miliziano rosso” Giovanni Calderara, detto “Frisé”, e partecipa ad alcune riunioni anarchiche. il 25 febbraio 1941, viene arrestato, insieme a Bucchioni, con l’accusa di aver tentato di svaligiare una villa, e condannato a 15 mesi di reclusione. Detenuto nell’“Etablissement pour condamnés débiles physiques” di Merxplaz, è estradato in Italia nel giugno del 1942. Arrestato alla frontiera, è tradotto a Livorno, dove dichiara di essere sempre stato un seguace delle idee tolstoiane e di aver preso parte all’estero alle manifestazioni antifasciste, ma nega di essere stato in Spagna. Non viene creduto, per cui è deferito alla Commissione Provinciale che il 27 ottobre 1942 lo assegna a 5 anni di confino alle isole Tremiti. Arrestato il 21 gennaio 1943 per aver violato il regolamento della colonia è condannato il 13 marzo dal pretore di Manfredonia a 3 mesi di carcere. Tornato alle Tremiti protesta al Ministero degli Interni contro le guardie carcerarie per il trattamento che riservano ai confinati. Di conseguenza alla caduta del fascismo viene rilasciato solo dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra lavora a Torino e partecipa ai convegni della Federazione anarchica piemontese ed a quella italiana. Muore a Torino il 18 aprile 1965.

Annotazioni: Scheda biografica che include notizie raccolte da Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti per la banca dati ISGREC sui volontari antifascisti toscani in guerra di Spagna: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/all_ita_details.asp?offset=240&id=2625 (URL consultata il 7 maggio 2021)