Meschi Alberto di Antonio e Parolini Giulia, nato il 27 maggio 1879 a Fidenza (Parma). Falegname e muratore, anarchico. Traferitosi a La Spezia, e perso il padre suicida, è costretto a lavorare sin da giovanissimo come muratore. Nel novembre 1902 è arrestato in teatro con l'accusa di aver fischiato la marcia reale. Rientrato nel 1903 a Fidenza secondo un'informativa della prefettura di Borgo San Donnino (Fidenza), è iscritto "alla setta anarchica e frequenta la compagnia di correligionari sui quali esercita una certa influenza". Trova lavoro come muratore, e si trattiene fino al marzo 1905, quando si stabilisce a Genova. In questo ultimo centro rimane, secondo l’autorità politica, fino al febbraio 1907, quando emigra in Argentina e si stabilisce nei pressi di Buenos Aires. Si fa notare per la sua propaganda anarchica e per la sua azione organizzativa nel sindacato. Nel 1909 vien espulso dall’Argentina 26 settembre 1909 in base alle leggi antianarchiche e rientra in Italia a La Spezia e poi si stabilisce a Carrara, dove più tardi assume la segreteria della Camera del Lavoro, che riunisce gli anarchici ed i socialisti. I movimenti intrapresi in questi anni dalla Camera del Lavoro assommano a oltre sessanta, quasi tutti coronati da successo: spiccano fra questi lo sciopero dei cavatori (1911), lo sciopero generale per le pensioni dei lavoratori del marmo (1912), lo sciopero degli scalpellini della Lunigiana e della Versilia (1913), ed infine la serrata padronale che paralizza l’intera industria del marmo nei mesi a cavaliere del 1913 e 1914. Convinto antimilitarista e contrario all’intervento dell’Italia, allo scoppio della guerra è chiamato alle armi nella 190. Brigata. Al fronte viene fatto prigioniero e tenuto fino alla fine della guerra in un campo di lavoro nei Carpazi, può rientrare a Carrara solo nel novembre 1918., riprendendo l’attività nella CGL. Con l'avvento del fascismo deve espatriare in Francia nel 1922 per sfuggire alle continue aggressioni. A Parigi prosegue la sua attività con tenacia in favore degli emigrati antifascisti, aderendo alla Federatiòn du Batiment, dove resterà attivo fino al 1945. Nel 1925-26 partecipa alla cospirazione catalana organizzata dal colonnello Francisco Macià contro la dittatura in Spagna di Primo de Rivera. Poi è tra i dirigenti di un centro anarchico e tra i fondatori della LIDU e attivo nella Concentrazione Antifascista. Scoppiata la guerra in Spagna si arruola aggregandosi alla prima colonna di esuli antifascisti italiani formata in gran parte da militanti anarchici e di “Giustizia e libertà” e guidata da Carlo Rosselli e Camillo Berneri. aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI. Combatte nella battaglia del Monte Pelato. Ritiratosi dal fronte per ragioni di età e di salute rientra in Francia e si occupa del periodico diretto da Camillo Berneri “Lotta di Classe”. Rimessosi in salute, torna in Spagna nel 1938, abbandonandola solo al momento della definitiva sconfitta delle forze repubblicane. In Francia viene internato nel campo di Noe in Alta Garonna fino al 1943, Dopo la Liberazione rientra a Carrara, dove è chiamato ancora a dirigere la CGL. Fulgida figura di sindacalista, internazionalista ed antimilitarista, ha legato il suo nome a cinquanta anni di lotte sindacali e per la libertà. Muore a Carrara l'11 dicembre 1958.