Mazzone Vincenzo di Carmelo e Valenti Maria Stella, nato il 10 novembre 1906 a Scordia (Catania). Appaltatore, anarchico. La famiglia si trasferisce nel giugno 1909 a Messina. Dove frequenta l’istituto Tecnico Superiore fino al terzo anno, dopo di che s’impiega alle dipendenze del padre nella cooperativa di costruzione “La Orientale”. All'inizio degli anni Venti, è attivo nell'ambito di un'organizzazione nazionalista siciliana, prima di unirsi nel 1923, a un gruppo di attivisti di sinistra, comunisti e anarchici dove è fortemente influenzato da Luciano Natale Fusco, un veterano di guerra diventato anarchico. Il 17 agosto 1925 viene processato per la prima volta e assolto, ma minacciato dai fascisti. Dal 24 aprile 1926 al 16 ottobre 1927 presta servizio militare presso la Scuola Centrale di Artiglieria di Civitavecchia. Vi trascorre un mese di prigione per vari atti d’indisciplina. Riesce per due volte a sottrarvi delle armi che consegna ai compagni di Civitavecchia. Congedato, aderisce all’organizzazione del Partito Comunista. Denunciato nel giugno 1929, sfugge alla cattura varcando clandestinamente la frontiera francese e il 2 ottobre 1929 raggiunge Marsiglia. Il 31 maggio 1930, il Tribunale speciale fascista gli commina 14 anni e 2 mesi di carcere in contumacia, per avere costituito un’organizzazione comunista. Arrestato qualche mese dopo ad Aubagne (Bouches-du-Rhône), viene condannato per "vagabondaggio" (mancanza di documenti) a tre mesi di carcere. Nell'estate del 1930, insieme a Paolo Schicchi, Salvadore Renda e Gramignano, contribuisce alla preparazione di un tentativo di insurrezione in Sicilia. Lavora da manovale presso la ditta di costruzione Guiramand fino all’espulsione dalla Francia, nel giugno 1931. Espulso dalla Francia nel giugno 1931, si reca a Barcellona dove in settembre, dopo aver partecipato a uno sciopero generale organizzato dalla CNT, viene arrestato e internato con altre 335 persone sulla nave-prigione "Antonio Lopez" prima di essere espulso il 20 ottobre. Si reca quindi in Algeria e Tunisia, dove va a lavorare in un laboratorio di marmo, ma viene presto sospettato di aver compiuto un attentato alla sede del giornale fascista "Unione" (Tunisi) insieme all'attivista anarchico Giovanni Puggioni, e viene espulso. Intorno al 1933 torna clandestinamente a Tunisi con la compagna Elvira Malatesta e il figlio Cafiero, dove, con l'aiuto della Lega Italiana per i Diritti dell'Uomo (LIDU), riesce a regolarizzare la sua situazione. Il 22 settembre 1935, insieme a Casubolo, Damiani e Converti, fonda il settimanale anarchico italiano Il Domani (Tunisi). Ferito in scontri con i fascisti, viene nuovamente arrestato il 14 luglio 1936 per aver insultato un giovane nazionalista. All'epoca è uno dei dirigenti della CGT locale e, in agosto, durante uno sciopero in cui si era espresso contro il fascismo, è arrestato insieme a Giovanni Dettori e sfugge all'espulsione solo dopo aver firmato un documento in cui si impegnava a non "occuparsi di politica" e a non frequentare la Camera del Lavoro. All'inizio di ottobre del 1936, Vincenzo Mazzone parte volontario per la Spagna insieme ad altri militanti esiliati a Tunisi, tra cui Dettori, Puggioni, Giudice e Fontana. A Barcellona si riunisce con alcuni compagni siciliani, tra cui Giuseppe Natale, Giuseppe Livolsi, Giuseppe Picone, Giovanni Lombardo, Emanuele Granata, Giuseppe Corpora e Alberto Gasperini. Arruolato nella sezione italiana della Colonna Ascaso della CNT-FAI, è ferito a un braccio il 24 novembre ad Almudevar. Il giornale "L'Adunata di Refrattari" del 19 dicembre lo scambia per Giuseppe Massonne e lo dà per morto. Nel maggio 1937 si trova a Barcellona, dove dal 3 al 7 del mese partecipa agli scontri che contrappongono il governo autonomo catalano, agli anarchici spalleggiati dal POUM, piccolo partito comunista antistalinista. combatte contro i comunisti. Il 6 settembre 1937, insieme a U. Marzocchi, Canzi e Fosca Corsinovi, all'ospedale Clinico di Barcellona, identifica il corpo di Francisco Barbieri, assassinato il 5 maggio dagli stalinisti. Parte quindi per la Francia, dove viene arrestato a Banyuls e imprigionato per due mesi a Perpignan. Proprio mentre sta per imbarcarsi per la Tunisia, il 5 ottobre 1937 è arrestato a Perpignan e trasferito nella prigione di Chave a Marsiglia fino alla fine del luglio 1938, quando è espulso e torna in Tunisia. Durante la Seconda guerra mondiale e l'occupazione della Tunisia da parte degli italiani, partecipa alla Resistenza e, all'arrivo degli Alleati, rifiuta di partecipare a una missione segreta in Sicilia per "non sottomettersi ai guerrafondai". Tornato a Messina l'11 marzo 1945, rifiuta un incarico offerto dal PCI regionale, ma accetta di diventare presidente di un'associazione di antifascisti perseguitati. Nel maggio 1945 compie un giro di propaganda nelle province di Catania, Siracusa e Palermo, dove Paolo Schicchi lo aveva convinto a sottoscrivere il programma elaborato dalla Federazione anarchica italiana. A luglio, a Messina, organizza il gruppo Michele Bakunin (che riunisce giovani simpatizzanti) e il gruppo Pietro Gori, di cui fa parte. Come membro della Commissione di depurazione della città, partecipa alla gestione del patrimonio comunale, assegnando locali dell'ex amministrazione fascista a gruppi libertari, alla FAI, ad associazioni antifasciste e alla Biblioteca sociale di Gino Cerrito. Fonda poi due cooperative, una alimentare e l'altra edile, per gli ex partigiani, per le quali riceve un grande aiuto dai compagni in esilio negli Stati Uniti, tra cui i primissimi flaconi di penicillina distribuiti ai messinesi. All'epoca è uno dei principali attivisti FAI di Messina, insieme a Gino Cerrito, Placido La Torre e M. Bicchieri. Nel 1946 partecipa alla campagna referendaria a favore della Repubblica, contravvenendo alle indicazioni della FAI di astenersi. Nel 1951 è accusato dai compagni di avere un atteggiamento ambiguo sulla questione elettorale e di essere membro della massoneria, cosa che lo emargina dal movimento. Alla fine degli anni Cinquanta, in seguito a un rovescio finanziario, Vicenzo Mazzone si trasferisce con la famiglia in Francia, dove muore il 12 dicembre 1984 a Nizza.

Annotazioni: Scheda biografica integrata con informazioni del Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani https://www.bfscollezionidigitali.org/collezioni/6-dizionario-biografico-online-degli-anarchici-italiani