Maurovich Remigio di Giuseppe e Iacovich Giovanna, nato 8 marzo 1899 a Pula/Pola (Croazia). Falegname, comunista. Lavora presso l’Arsenale di Pola come falegname, aderendo alla Camera del Lavoro Socialista. Successivamente si avvicina ai comunisti, divenendone un esponente molto attivo e stimato. Licenziato dall’Arsenale per motivi politici, il 23 marzo 1923 subisce una condanna ad un mese di carcere, seguita il 20 maggio 1925 da una nuova condanna a due mesi. Dopo un tentativo di lavorare come marittimo, fallito per la sua propaganda comunista tra i marinai, si trasferisce a Trieste, dove viene nuovamente arrestato il 17 novembre 1926 e riportato a Pola. Perseguitato dalla polizia, dopo nuovi arresti, il 6 marzo 1930 espatria clandestinamente in Jugoslavia. Condannato in contumacia a 5 anni di carcere viene iscritto nella Rubrica di Frontiera e nel Bollettino delle Ricerche. Espulso dalla Jugoslavia, lo troviamo in Belgio a Bruxelles, poi in Francia, Lussemburgo e Svizzera, a Zurigo. Qui viene arrestato il 2 ottobre 1932, con l’accusa di aver attentato con una bomba contro il consolato italiano. Riesce però a fuggire in Austria, a Vienna. E’ tra i primissimi volontari ad accorrere in Spagna, nell'agosto 1936 opponendosi alle forze ribelli del generale Solchaga e del colonnello Beorlegui, che puntano alla conquista di Irún per interrompere ogni comunicazione terrestre fra i Paesi baschi e la Francia. Gli aerei Caproni, che Mussolini ha fornito ai franchisti, tempestano di bombe la città basca e i “faziosi” premono sulle alture circostanti, conquistando il Monte Picoqueta e avanzando verso San Marcial. Cade, infatti, il 3 settembre, avendo finito le munizioni, difendendo il ponte che da Irun collega Francia e Spagna. E’ il primo antifascista istriano a cadere nella guerra di Spagna.