Fantozzi Enzo (Luigi Ferruccio) di Vittorio e Degli Innocenti Sofia, nato il 9 ottobre 1886 a Livorno. Ferroviere, anarchico. Frequenta le scuole tecniche ed a vent’anni viene assunto dalle Ferrovie e assegnato al deposito di Firenze come guarda-treno. Socialista antimilitarista aderisce al sindacato ferrovieri (S.F.I.), aderendo poi al movimento libertario. Partecipa alla fondazione di un Comitato di internazionalisti contro la guerra e invita i sovversivi ad opporsi alla mobilitazione militare, danneggiando i tronchi ferroviari ed ad impadronirsi delle armi. Viene pertanto strettamente sorvegliato dalla polizia. Il 22 maggio è arrestato per evitare che possa organizzare manifestazioni contro l’intervento italiano nella guerra mondiale. Arruolato nel 90. Reggimento di fanteria a Genova, è poi adibito come operaio militarizzato alla fabbrica di proiettili Malvisti di Livorno. Rimandato al reggimento è riassunto dalle Ferrovie nel 1918 e il 5 marzo al congresso di Roma dei ferrovieri tiene un acceso discorso inneggiando alla rivoluzione russa. Trasferito alla stazione di Albenga procura abbonamenti al giornale anarchico “Guerra di Classe” di cui è collaboratore. Tornato a Firenze, nel luglio 1920 partecipa al congresso dell’Unione Anarchica Italiana invitando i lavoratori a lasciare la CGL ad iscriversi al Unione Sindacale Italiana. Nell'agosto 1922 partecipa allo sciopero generale antifascista per sbarrare la strada al fascismo e nel 1923 è arrestato a La Spezia e tradotto a Pontremoli. Licenziato dalle ferrovie è rimpatriato a Livorno, dove viene bastonato dai fascisti. Espatria clandestinamente in Francia nel 1924 (secondo altra fonte nel 1923) stabilendosi a Parigi. Nel 1925 è espulso dalla Francia, ma gli viene concesso di restare con un permesso da rinnovare ogni tre mesi. Nel 1926 compie un giro di propaganda libertaria a Lione e Marsiglia dichiarandosi favorevole al fronte unico proletario e nel 1927 a Parigi è membro della Commissione esecutiva della LIDU. Iscritto in Rubrica di frontiera come attentatore dal 1933 e nel Bollettino delle Ricerche. Si trasferisce a Garges-les-Gonesses nel dipartimento di Seine et Oise, dove è tra gli iniziatori del Gruppo anarchico Pietro Gori nel 1925. Agli inizi del 1929 si trasferisce ad Alençon (Normandia), con la compagna Antonietta Rotelli e la figlia di lei Eliana. Fantozzi lavora come contabile in una cooperativa edile. Iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Nel 1933 Fantozzi organizza una «cooperativa operaia per lavori in pittura e vetreria» nella quale secondo la polizia assume «tutti elementi anarchici». Nel marzo 1936 è a Parigi alla sala Lavry ad ascoltare una conferenza di Carlo Rosselli insieme con Umberto Marzocchi, Angiolo Bruschi e Italo Ragni. Parte per Barcellona il 27 luglio 1936 e partecipa alle trattative che portano Berneri e Rosselli al patto costitutivo della Legione italiana. Rimasto a Barcellona dopo l'accordo fra Berneri e Rosselli, fonda il Comitato anarchico di Barcellona. Secondo altre fonti, attraversati i Pirenei via Perpignan solo nell'agosto-settembre (o addirittura nell'ottobre), si arruola in Spagna nella Sezione Italiana aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI, come membro dello Stato Maggiore. Combatte a Monte Pelato, e appare l’11 settembre sul settimanale “Giustizie e Libertà” in una foto che lo ritrae in Aragona insieme al caduto Mario Angeloni. Opera sul fronte di Huesca e svolge funzioni di controllo alla frontiera franco-spagnola di Port Bou come commissario politico. Fa parte del Comitato di investigazione della FAI, ma torna a Barcellona nella seconda metà di aprile del 1937, dove condivide l’appartamento a Plaza del Angel 2 con Camillo Berneri, Francesco Barbieri, Fosca Corsinovi, Leonida Mastrodicasa e Tosca Tantini. Il 3 maggio 1937 scoppiano i moti a Barcellona che contrappongono tra il governo autonomo catalano e gli anarchici spalleggiati dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista. Il 4 maggio – ventiquattro ore prima la Centrale telefonica è stata attaccata dagli agenti della Generatitat – la sua camera viene perquisita da “cinque o sei individui muniti (…) di bracciale rosso, (...) di casco di acciaio e di moschetto”, che sequestrano vari documenti appartenenti a lui, a Mastrodicasa e a Berneri. Qualche ora dopo Fantozzi è arrestato, insieme al giellista Angelo Monti, dalla polizia repubblicana e trattenuto per due settimane nella Jefatura de Policia (fatto questo che quasi certamente gli salva la vita, evitandogli di essere trucidato dagli staliniani, come succederà, invece, a Berneri e a Barbieri. Nel corso della successiva repressione contro gli anarchici, cerca di rientrare in Francia nel maggio 1937, ma è respinto alla frontiera, e per due volte dato per fucilato in Spagna, prima di valicare illegalmente i Pirenei e riparare nel territorio transalpino. Lì pubblica articoli di denuncia contro gli attacchi dei comunisti agli anarchici ed ai poumisti. In agosto denuncia (l’articolo sarà pubblicato da Il Martello di New York il 14 settembre) la controrivoluzione staliniano-borghese nella Spagna repubblicana e “la serie degli avvenimenti tragici di Barcellona comandati da Mosca e eseguiti dai giannizzeri e sicari russi e spagnoli al servizio della ‘patria del Socialismo’ (...). La reazione fascista-staliniana non disarma. Gonfia di prosopopea, di boria e di sadismo per le facili conquiste strappate in questi ultimi tempi, continua nella caccia bestiale contro i nostri, e le prigioni sono piene zeppe di valorosi militanti.” Nell’articolo Fantozzi accenna alla collaborazione fra gli anarchici e i massimalisti per salvare i rivoluzionari spagnoli, difende il POUM (“infamato nei suoi migliori uomini (...). Di alcuni valorosi dirigenti non si conosce la situazione: si teme che siano stati trucidati come Berneri, Barbieri, e centinaia d’altri dei nostri”), condanna gli attacchi stalinisti alle collettivizzazioni agrarie e riconosce che Francisco Largo Caballero [leader massimalista del Partido Socialista Obrero Español - PSOE e capo del governo spagnolo dal 4 settembre 1936 al 17 maggio 1937] “si è mostrato, in questi ultimi tempi, meno canaglia di quanto lo sia stato nel passato: certo molto meno dell’agente di Mosca, Negrín”. Al principio del 1938 gli viene negato il permesso di soggiorno in Francia e Fantozzi continua a mantenere i contatti con gli anarchici degli Stati Uniti e tenta di aiutare i volontari di Spagna ancora detenuti nei campi di concentramento francesi. Allo scoppio della guerra mondiale partecipa alla Resistenza francese fino alla Liberazione. Tornato in Italia e reintegrato nelle Ferrovie continua a svolgere attività nel movimento anarchico. Colpito da paralisi muore a Livorno il 26 ottobre 1960.