Garuti Pietro di Gaetano e Molinari Prima, nato il 15 aprile 1886 a Mantova. Muratore, comunista. Frequenta la scuola fino alla seconda elementare. A 18 subisce una condanna per un reato comune ed espatria muovendosi tra Svizzera e Germania dove riceve un condanna ad un anno e tre mesi.. Rientrato in patria è richiamato al servizio militare che presta tra il 1916 ed il 1919. Nel dopoguerra è attivo politicamente partecipando nel 1919 alle giornate rosse di Mantova del 3 e 4 dicembre, dove si distingue nell’assalto alle carceri, in cui vengono liberati i prigionieri e dati alle fiamme gli edifici. Arrestato al termine dei disordini viene condannato l’8 ottobre 1920 alla pena di 7 anni e 3 mesi. Riesce comunque ad espatriare prima della condanna riparando in Germania. Dopo un breve rientro in Italia, essendo stata condonata la pena, si trasferisce con regolare passaporto in Svizzera, a Romanshorn nel cantone Turgovia, rimanendovi sette anni. Nel 1933 rientra a Mantova, ma dopo una condanna a sei mesi di reclusione per minacce, ritorna clandestinamente in Svizzera l’anno successivo. Passato in Francia a Parigi e successivamente a Tolosa, e Montauban (Tarn-et-Garonne) dove lavora come muratore, nel 1936 è in Spagna e si arruola nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT. Iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. Nel febbraio del 1938 e esce dalla Spagna e si presenta al consolato di Tolosa per il rinnovo del passaporto, con cui rientra a Romanshorn in Svizzera. Il 18 dicembre 1938, il giornale “Giustizia e Libertà“ pubblica a Parigi un appello di Pietro Garuti alla ricerca di due suoi nipoti Guaresi Spartaco e Garruti Giovanni (vero nome Garutti Spartaco Giovanni) , che sarebbero andati in Spagna dal Brasile per arruolarsi volontari per la repubblica. Non è noto il risultato di tale ricerca. Dopo un passaggio in Germania a Stoccarda ed in Austria ad Innsbruck e Breghenz e avendo richiesto di rientrare in Italia il console italiano lo munisce di un foglio di via e il 16 maggio 1941 al rimpatrio, viene arrestato al Brennero e tradotto nelle carceri di Mantova. Il 2 giugno 1941, è condannato dalla Commissione Provinciale a due anni di confino a Ventotene e poi ad Ustica. Liberato per fine pena l’1 giugno 1943, muore a Mantova il 20 settembre 1944.