Garosci Aldo Tommaso di Antonio e di Sampò Alessandrina, nato il 13 agosto del 1907 a Meana di Susa (Torino), aderente a Giustizia e Libertà. Di professione pubblicista e docente. Antifascista attivo fin dagli anni dell’università, dopo essersi laureato in giurisprudenza é ammesso alla Scuola Allievi Ufficiali per il corso del 1928, ma nel marzo del 1929 é dichiarato non idoneo al grado di sottotenente. Su sua esplicita richiesta riprova e nel settembre dell’anno successivo riesce a conseguire il grado. A partire dal 1930 é attivamente impegnato nell’ attività e nella organizzazione del movimento Giustizia e Libertà a Torino. Si occupa in particolar modo della pubblicazione di un periodico clandestino, Voci d’Officina, rivolto soprattutto alle maestranze degli stabilimenti torinesi. Individuato e ricercato dalla polizia politica espatria clandestinamente in Francia nel corso del 1932 e si stabilisce a Parigi, dove lavora a stretto contatto con Carlo Rosselli negli ambienti dell’emigra-zione antifascista italiana non comunista. L’espatrio clandestino gli vale automaticamente l’iscrizione in Rubrica di frontiera per l’arresto. E’ tra i primi volontari a partire per la Spagna repubblicana, che raggiunge a inizio agosto del 1936. É uno dei più stretti collaboratori di Rosselli e lavora con lui, con l’anarchico Camillo Berneri ed altri al superamento di aspre divisioni e contrasti, per raggiungere l’obiettivo di organizzare concretamente il Gruppo italiano o Gruppo Rosselli (definito da alcuni la Colonna Rosselli. In realtà é soltanto un reparto di una grande unità libertaria come la Colonna Ascaso a cui appartiene. Raggiunto con al colonna il fronte di Aragon, partecipa al combattimento di Monte Pelato, il battesimo del fuoco per il gruppo Rosselli. Ecco la descrizione della zona che ci ha lasciato Aldo Garosci: “All’estremo settentrionale che guarda a Huesca v’è un cocuzzolo, una trentina di metri più in alto della strada. Qui era la postazione principale delle mitragliatrici. Poi, verso sud, v’era una depressione che scendeva fino a una dozzina di metri dalla strada e risaliva di sei o sette metri su una specie di piatto prato; questo aveva dinnanzi a sé un chilometro circa di campo di tiro, andava cioè fino al punto in cui cominciava la discesa della strada, su Almudevar punto marcato da una casa cantoniera. Sulla destra di questo prato, in un avvallamento appena segnato, la strada che, come abbiamo detto, scendeva a una ventina di metri sotto la postazione; sulla sinistra, un avvallamento precipitoso al di là del quale si vedeva, a cinque o sei chilometri, il Castillo, grossa cascina che era la sede dell’amministrazione, delle cucine e delle furerie, ed era presidiata da un centocinquanta spagnoli della Colonna Ascaso, agli ordini del tenente catalanista Llansó”. In settembre viene ferito in combattimento ad una gamba sul fronte aragonese di Huesca e fa ritorno in Francia. A Parigi continua a occuparsi delle vicende della Repubblica spagnola sulle colonne di Giustizia e Libertà, settimanale dell’omonimo movimento politico. Prende parte al corteo funebre dei fratelli Rosselli (assassinati in Francia da sicari fascisti) portando a braccia un cuscino con il copricapo e la giubba indossati da Carlo Rosselli in Spagna. Nel corso del 1939 ha l’opportunità di potersi imbarcare alla volta degli Stati Uniti, dov’è accolto e ospitato nel corso della seconda guerra mondiale. A New York lavora alla redazione di Quaderni italiani. Dopo il 25 luglio del 1943 e la caduta del regime fascista, riattraversa l’Atlantico per tornare in Italia e prender parte alla Resistenza con il gruppo dirigente del PdA (Partito d’Azione). Gli verrà riconosciuta l’anzianità di combattente partigiano dal 9 settembre del 1943 al 4 giugno del 1945. Nel dopoguerra, a seguito dei deludenti risultati elettorali del Partito azionista e del precoce scioglimento del partito, aderisce al PSLI, poi al PSDI di Saragat, di cui diventa dirigente e direttore del quotidiano L’Umanità”. Docente di storia moderna all’Università di Roma–La Sapienza, è anche giornalista e saggista schierato su posizioni anticomuniste. Nel corso del 1959 le Edizioni Einaudi di Torino pubblicano il suo volume più noto, Gli intellettuali e la guerra di Spagna. Muore a Roma il 2 gennaio del 2000.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a giugno 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio di Stato di Torino – Sezioni Riunite (Ruoli matricolari), Archivio del Comune di Meana (TO), Archivio del Centro Ligure di Storia Sociale – Genova, Archivio Centro Studi “Piero Gobetti” – Torino, Archivio privato Tobia Imperato – Torino (fotografia segnaletica da Rubrica di Frontiera), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 2293)