Drufovka Antonio di Francesco e Hlede Maria, nato il primo novembre 1909 a San Floriano del Collio (Gorizia). Di famiglia contadina, trova impiego come meccanico e poi come autista. In contatto con le organizzazioni del Partito Comunista operanti nella zona. Nel 1929 espatria clandestinamente raggiungendo la Svizzera. Qui è però arrestato ed essendo privo di documenti, rimandato alla frontiera italiana. E’ incarcerato a Roma per alcuni mesi e processato dal Tribunale Speciale per espatrio clandestino. Rientrato in seguito a S. Floriano, è sottoposto a sorveglianza. Nuovamente ricercato nella primavera del '36, fugge nascondendosi tra i boschi attorno a S. Floriano. In giugno, da solo, si porta in Jugoslavia e di qui, attraverso Austria e Svizzera, in Francia, a Parigi. Prende contatto con le organizzazioni comuniste di lingua italiana grazie ad alcuni compagni che già conosceva e che ritrova, fra cui i due fratelli Marvin. Vuole raggiungere la Spagna, e cosi parte con uno dei primissimi gruppi di 40 volontari organizzato dal PCF e via Lione e Perpignano, dopo varie difficoltà con le guardie confinarie francesi e con le milizie anarchiche spagnole, giunge ad Albacete, base delle Brigate Internazionali. È assegnato alla XI Brigata Internazionale, nel Battaglione 'Commune de Paris'. Partecipa in novembre alla grande battaglia della Città Universitaria di Madrid. È ferito, con asportazione della falange del dito di una mano, durante i combattimenti corpo a corpo nel parco della casa Velasquez. Ricoverato in ospedale, conosce un capitano del vo Reggimento che lo invita ad arruolarsi nella sua formazione. Cosi, è assegnato al vo Reggimento, Compagnia Motorizzata. Dapprima impegnato come meccanico e autiSta, è poi attivo nella sezione carristi, istruttore. Promosso tenente e poi capitano, sempre nella Compagnia Motorizzata. Partecipa a tutte le battaglie nel corso del '37: alla Jarama in febbraio a Guadalajara in marzo e Casa de Campo in aprile, a Brunete in luglio. Nell'ottobre del '37, durante le operazioni militari sul fronte di Saragozza, è ferito da una pallottola al basso costato. Portato all'ospedale di Denia, è poi inviato a quello di Barcellona per cure, con un treno sanitario che verrà bombardato dai franchisti. Rientra al fronte nel febbraio del '38. Partecipa all'azione in Estremadura e alla battaglia di Caspe. Nel giugno del '38, mentre transita in macchina nella zona di Mora de Ebro, lungo le nuove linee repubblicane al di qua dell'Ebro, è centrato da una bomba franchista riportando la frattura di entrambe le gambe. È all'ospedale di Barcellona, poi di Matarò. Di qui è mandato in Francia con un treno sanitario, ma deve tornare a Barcellona perché la guardia confinaria francese impedisce il transito del convoglio. Riesce a tornare definitivamente in Francia nel febbraio del '39, assieme ai resti delle Brigate Internazionali. È internato a Argeles e a Gurs; poi chiede l'arruolamento nell'esercito francese, ma è assegnato alla Legione Straniera. È in Africa per alcuni mesi, poi rientra in Francia accusando postumi delle fratture alle gambe. Inizia a svolgere attività con la Resistenza nel dipartimento della Savoie, ma è arrestato dalle truppe francesi collaborazioniste e internato a Vernet; poi è inquadrato nelle compagnie di lavoro per stranieri e inviato a Le Havre. Dopo qualche tempo riesce a fuggire e svolge una grande attività con le formazioni partigiane degli FTP e delle FFI in Normandia. Lavora soprattutto nel sabotaggio di impianti e materiale bellico tedesco. Nel dopoguerra, dopo alcuni anni trascorsi in Francia, rientra a Gorizia nel 1950, lavorando per molti anni come camionista, curando trasposti internazionali. Pur restando legato alle associazioni partigiane e antifasciste, non svolge più attività politica.