Masi Fiovo di Francesco e Fogacci Elvira, nato il 27 novembre 1912 a Duisburg (Germania). Operaio, comunista. Cresciuto presso i parenti a Castiglione dei Pepoli (Bologna), emigra in Corsica ad Ajaccio nel 1931. Lì entra a contatto con le organizzazioni antifasciste, militando prima nel Fronte Unico e poi nella Gioventù Comunista. Durante lo sciopero degli edili di Ajaccio del luglio 1936, è nominato membro del Comitato di sciopero e quida gli scioperanti al successo. Allo scoppio della guerra civile in Spagna si impegna per la raccolta di fondi a favore della Repubblica. A fronte della minaccia di caduta della capitale Madrid, decide di partire da Ajaccio ai primi di novembre 1936 con un gruppo di volontari italiani e corsi tra cui Angiolo Neri, arruolandosi inizialmente nella Formazione Picelli. Poi passa nella 2. Compagnia del Battaglione Garibaldi, con la quale combatte sul fronte di Madrid: a Boadilla, Mirabueno, Majadahonda, Arganda, Guadalajara, Morata e Casa de Campo. In seguito entra nella 2. Compagnia del 1. Battaglione della 12. Brigata Garibaldi, promosso sergente combatte a Huesca, dove viene ferito e Brunete ed è promosso tenente nel maggio 1937, ottenendo il comando della compagnia. Cade e Farlete il 28 agosto 1937 a seguito delle ferite riportate sul campo. Il 6 ottobre 1937 viene pubblicato sul numero 15 del giornale "Il Garibaldino" della Brigata Garibaldi un suo necrologio a firma del commilitone e amico Angelo Neri: “Era un giovane bolognese, di 24 anni. Dovette emigrare adolescente ancora, per guadagnarsi II pane. Si stabilì ad Ajaccio (Corsica), dove lavorò come pittore. Odiando II regime che lo aveva costretto ad emigrare, prese contatto con le organizzazioni antifasciste. Aderì prima al Fronte Unico, poi alla Gioventù Comunista. Era stimatissimo da tutti, per la sua attività. Si distinse sempre in tutte le lotte per le rivendicazioni operale. Nello sciopero degli edili di Ajaccio, del luglio 1936. fu nominato membro del Comitato di sciopero. Seppe assolvere il suo delicato incarico, con competenza ed autorità. Lo sciopero si risolse favorevolmente per gli operai. Quando scoppiò II movimento insurrezionale spagnolo, Boby fu uno dei primissimi ad agitare il problema della partecipazione, del volontariato degli antifascisti Italiani, davanti alla gioventù immigrata ad Ajaccio. Disciplinatissimo, attese le disposizioni del suo Partito, prima di partire. Nel frattempo, raccolse centinaia, migliaia di franchi sulle liste di sottoscrizione a favore della Spagna repubblicana. Ma quando i fascisti minacciavano Madrid, Flovio volle partire, giudicando più necessario Impugnare le armi, che sottoscrivere e fare sottoscrivere. Chiese a tutti i suoi giovani compagni di seguirlo in terra di Spagna. II suo invito fu accolto da successo: quasi tutti i giovani di Ajaccio, i giovani Italiani immigrati risposero entusiasticamente: Presente! Quando partimmo, ci venne offerta una bandiera dalle donne antifasciste di Ajaccio. Per tutti noi, rispose Boby In termini entusiastici alle parole che accompagnavano l'offerta delle nostre compagne di Ajaccio. Rispose, assicurando che avremmo fatto tutto il nostro dovere di antifascisti. Egli seppe mantenere la promessa. Salimmo al fronte con il contingente Picelli. In tutte le occasioni, su tutti i fronti, Il nostro Masi seppe distinguersi. Ferito a Huesca, mentre si slanciava coraggiosamente all'assalto delle posizioni nemiche, non ancora perfettamente guarito, volle riprendere il suo posto di battaglia. Sul fronte di Saragozza, nella grande offensiva, cadde eroicamente alla testa dei soldati della sua sezione. Boby la tua morte, ti ha immortalato! Tu vivi. tu vivrai in eterno nel cuore dei migliori italiani! Noi vendicheremo la tua morte, Boby. Con la vittoria!”.