Marvin Romano di Antonio e Weinberger Teresa nato l’1 dicembre 1902 a Gorizia. Fratello maggiore di Albino. Bracciante e fabbro, iscritto al Partito Comunista d'Italia dalla sua fondazione nel 1921. Frequenta la scuola elementare. All'età di 13 anni è assunto come bracciante nell'impresa di Costruzioni del governo austriaco per la ricostruzione della strada a San Pietro a Gorizia. Nel 1922 svolge il servizio militare. Nel 1923 rimane disoccupato per otto mesi fino a che trova nuovo lavoro come muratore nella ricostruzione della chiesa di San Rocco a Gorizia. Nell'estate del 1928 perde un occhio per uno spruzzo di calce. Rientrato a Gorizia, collabora con le organizzazioni comuniste, ed è fermato nel gennaio del 1932 per sospetta diffusione di stampa antifascista e sottoposto a regime di ammonizione. Nell'agosto del 1932 emigra clandestinamente in Jugoslavia assieme ad Albino. Si stabilisce a Lubiana dove lavora come elettricista. Nel '34 è espulso dalla Jugoslavia per propaganda comunista. Segue il fratello in Unione Sovietica dove segue i corsi della sciola "Zapada" dal 1934 al 1936. Dal 1933 risulta iscritto nel Bollettino delle Ricerche. Arruolato nelle Brigate Internazionali l' 1 ottobre del '36, è assegnato al Battaglione «Garibaldi», 2. compagnia. «...molto espansivo, sebbene abbia un volto sempre triste -dice di lui Calandrone - bruno di volto e di capelli». Nominato tenente, combatte a Cerro Rojo e alla Città Universitaria nel novembre del '36, ed a Pozuelo a dicembre, a Mirabueno, Majadahonda, Arganda e Guadalajara tra gennaio e marzo 1937. Per Calandrone, è per un periodo comandante della 3. compagnia. Alla costituzione della Brigata Garibaldi è assegnato come comandante al 1. Battaglione, incarico che occupa fino al 26 marzo 1938. Per Calandrone, avrebbe avuto l'incarico di responsabile dei collegamenti fra i vari reparti. Combatte a Huesca in giugno, Brunete in luglio, sul fronte di Saragozza in agosto-ottobre, in Estremadura in febbraio 1938, a Caspe in marzo. È nominato capitano, comandante del I. Battaglione. Dal 5 luglio al 10 agosto 1938, è comandante della intera Brigata Garibaldi, mentre questa si va organizzando per partecipare ai grandi combattimenti sul fronte dell'Ebro. In settembre prende parte alla battaglia dell'Ebro. Esce dalla Spagna nel febbraio '39, con i resti delle Brigate Internazionali. È internato nei campi di Saint Cyprien, Gurs e Vernet, in Francia. Tradotto in Italia, è condannato nel 1940 a cinque anni di confino, a Ventotene. Liberato nell'agosto del '43, è combattente con le forze partigiane jugoslave fino alla Liberazione Nel dopoguerra rientra a Gorizia, dove muore, poco tempo dopo, nel 1946.

Annotazioni: Secondo un documento contenuto contenuto in INSMLI, fondo Cantaluppi, f. 25, il suo nominativo si troverebbe in pubblicazioni del Ministero dell\\\'Interno \\\"iscritto R. F. e B. R. per arresto R. F. pag. 444 B. R. anno 1933 N. 0461\\\".