Doria Vito di Ferdinando e Piacente Lucia, nato il 26 settembre 1906 a San Vito sullo Ionio (Cosenza). Tagliatore modellista di abiti, comunista. Negli anni 1921-1922 lavora alla costruzione della rete ferroviaria Calabra-Lucana nel tratto Soverato-Chiaravalle. Nel luglio 1923 viene denunciato per attività sovversiva ed espatria clandestinamente in Francia a Aubagne (a sud di Marsiglia). Ritorna in Italia nel 1927 e viene arrestato a Bardonecchia per attività sovversiva e renitenza alla leva, sconta venti giorni di pena. Rientra poi a San Vito sullo Ionio dove il 16 maggio 1927 viene di nuovo arrestato per renitenza alla leva e obbligato al servizio militare, con sentenza a leva ridotta di sette mesi e mezzo: il 2 novembre 1927 viene processato ed assolto dal Tribunale Civile di Catanzaro per reato di renitenza e congedato il 24 gennaio 1928. Si reca quindi a Napoli, ma ne viene espulso per attività sovversiva con foglio di via. Rientra a San Vito sullo Ionio dove lo attende una denuncia per attività comunista. Cerca così di rientrare in Francia clandestinamente e viene di nuovo fermato vicino alla frontiera di Ventimiglia, è arrestato e percosso nel carcere di San Remo: dopo cinque mesi di detenzione viene processato dal Tribunale Speciale e condannato a sei mesi di arresto e due anni di carcere. A fine pena si reca a Torino dove consegue il diploma di modellista tagliatore di abiti e lavora dal 1 giugno 1931 al 30 agosto 1931 presso la scuola di taglio per sarti. Appena ottenuta la residenza, chiede il passaporto per la Francia motivandone la richiesta con l'esigenza di frequentare la Scuola Darroux di Parigi, ma la Questura di Catanzaro rifiuta il nulla osta. Riesce comunque ad ottenere 30 giorni di permesso e raggiunge Parigi. Al consolato italiano di Parigi chiede l'estensione del passaporto per la Spagna che raggiunge nel 1931. A Madrid trova lavoro nella sartoria Catuli, che annovera tra i suoi clienti il ditttaore Miguel Primo de Rivera e il presidente della Repubblica Alcalà Zamora. Ottiene la residenza in Spagna e si iscrive al Partito Comunista di Spagna. Allo scoppio nel 1936 della rivolta militare capeggiata da Francisco Franco e l'aggravarsi della situazione con la guerra civile, il Partito Comunista lo nomina responsabile della Sanità e, in seguito, gli affida incarichi di responsabilità nell'organizzazione del Quinto Regimiento delle Milicias Populares. Prende allora il nome di Victor Plosencia. Comandante e commissario politico per il settore reclutamento a Madrid dal 1936, nel gennaio 1937 è trasferito, come responsabile del reclutamento in Andalucia, a Jaèn, Baeza, Ubeda e nel settore di Pozoblanco dove ricopre l'incarico di Ispettore del Pce Alla fine del 1937 è inviato nel settore di Segorbe ed entra a far parte della Commissione politico-militare del Levante e, in tal veste, partecipa alla Commissione Nazionale alle dirette dipendenze di Juan Negrin, capo del governo spagnolo. Dopo la decisione da parte del governo repubblicano nel settembre 1938, del ritiro delle Brigate Internazionali di cui Doria non ha mai fatto parte, ne organizza comunque la ritirata. Ha frequenti contatti con Vittorio Vidali (Carlo Contreras) e viene nominato da Giuliano Pajetta Commissario di guerra e responsabile degli ex miliziani per conto del Pci. Giunto in Francia viene internato insieme agli ex volontari delle Brigate. Dal febbraio 1939 è al campo di Argelès-ser-Mer in cui, dichiarando il falso, ottiene un documento di identità a nome di Victor Doria Plasencia nato a Villanueva; si fa così passare a tutti gli effetti per spagnolo. Passa poi al campo di Septfond (Montauban) da cui esce il 20 febbraio del 1940 con un contratto di lavoro (per intervento del Pcf), come sarto di una fabbrica di abbigliamento a Gramat (Lot), nel gruppo lavoratori spagnoli n. 554. Nel 1941 è ancora il responsabile del Pce di zona e del giornale “Reconquista de Espana” nonchè del settore armato di Figeac (Lot-et-Garonne), dove lavora quale tagliatore d’abiti da Raoul Basseè Tailleur (Lot). Nel corso del mese di aprile 1942 prende contatto con il M.U.R. (Group Franc-Tireurs) sempre con il nome di Victor Doria. Viene arrestato il 14 dicembre 1942 sul posto di lavoro e incarcerato nella prigione di Saint Michel di Toulouse per attività comunista e anarchica e perchè responsabile della Resistenza spagnola e francese del circondario di Figeac. Dopo quattro mesi, il 22 aprile 1943, è scarcerato ed internato al campo di Noè (Haute-Garonne) sotto le false generalità francesi di Clary Pierre Jean ed, in seguito, trasferito nel campo del Vernet dove il Partito Comunista Francese gli fornisce una “carte de controle” falsa intestata a Doria Fernandez e un permesso di soggiorno per lavoro. Vi rimane dal 10 luglio al 18 novembre 1943, data della sua evasione. Riesce a rifugiarsi sui Pirenei e cambia di nuovo identità in Juan Mougay Barre, spagnolo. Riprende l'attività nelle file della Resistenza francese nella 5. Brigata FTP (Francs-Tireurs et Partisans) e partecipa, per un breve periodo, alla lotta di liberazione nel dipartimento dell'Ariege e Lot et Garonne. Chiede, infine, di rientrare in Italia per combattere nella guerra di Liberazione. Il 14 maggio 1944, raggiunge l'Italia e si mette a disposizione del Comando Generale delle Brigate Garibaldine di Milano e del CLNAI: viene destinato al Comando Militare Regionale Ligure, III settore operativo della VI zona. Ai primi di giugno del 1944 è sull'appennino ligure-piemontese e dopo varie vicissitudini, scontri politici e combattimenti, diventa comandante della Brigata partigiana “Giacomo Buranello”, noto come comandante “Carlo” (dal 15 luglio 1944 al 12 settembre 1944). Il 12 settembre 1944 costituisce la Divisione Doria che cambia poi il nome in Divisione Ligure-Alessandrina, poi ribattezzata Divisione “Mingo”. Combatte, infine, con la Brigata “Osella” in Valsesia, comandata da Gino Moscatelli. Nel luglio 1945 rientra in Calabria. Dal 1945 al 1947 diviene membro della segreteria del Pci di Catanzaro e dal 1947 al 1953 collaboratore politico con responsabilità dello stesso partito. Il 3 luglio 1946 costituisce l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Catanzaro della quale viene eletto presidente fino alla sua partenza per la Francia. A Parigi nel maggio 1981 fonda e presiede “Les Garibaldiens” Association Française d'Anciens Combattants Volontaires rèsidents en France che opera in collegamento con l'AICVAS italiana. Muore a Nizza il 23 novembre 1993.

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

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