D'Onofrio Edoardo di Pietro e Manno Giulia, nato il 10 febbraio 1901 a Roma. Fabbro, comunista. Figlio di un maniscalco romano di Porta Pia, a soli 7 anni già lavora come ragazzo di bottega, prima come ragazzo di bottega in un laboratorio di scultura e poi come garzone presso un fabbro. Scolaro di un vecchio insegnante socialista, Giuseppe D’Amato, che educa i suoi allievi ai principi del socialismo, nel 1913 si iscrive alla Gioventù Socialista e partecipa alle manifestazioni contro la prima guerra mondiale. Nel 1918, dopo aver amministrato il settimanale “Avanguardia”, diviene segretario dei giovani socialisti del Lazio. Nel giugno del 1917 è arrestato per una manifestazione a favore della pace a Montecitorio, ma essendo minorenne viene rimesso in libertà, dopo 4 giorni di carcere. Militante del Partito Socialista Italiano dal 1918, nel 1921 passa al Partito Comunista alla sua fondazione, diventando nel 1922 delegato al IV Congresso dell'Internazionale comunista. Con l'ascesa del fascismo, viene arrestato nel 1923 con la maggior parte dei membri del Comitato Centrale del Partito e imputato nel cosiddetto “processone”, ma è assolto. Si reca allora clandestinamente a Mosca, dove nel 1925 frequenta l'Università leninista di Mosca. Rientrato in Italia, sempre nel 1925, entra a far parte della segreteria della Federazione Giovanile Comunista, direttore di “Avanguardia” e diventa redattore de “L'Unità”. Dopo le leggi eccezionali fasciste del novembre 1926, è tra i primi nell’attività e nella direzione della lotta clandestina. Dirigente del Centro Interno del Partito, il 10 maggio del 1928 è arrestato a Bologna assieme a Girolamo Li Causi e condannato dal Tribunale Speciale a 12 anni di carcere. Dopo sei anni di detenzione, scontati nelle carceri di Fossombrone, Parma e Civitavecchia, beneficia di un'amnistia. Dopo un breve periodo trascorso presso suoi famigliari a Terracina sotto sorveglianza della polizia fascista, nel 1935 espatria in Francia. Partecipa alla guerra di Spagna come membro dell'Ufficio Quadri della Delegazione delle Brigate Internazionali, diretto collaboratore di Luigi Longo e Andrè Marty. Il quel periodo inizia insieme a Pietro Pavanin un meticoloso lavoro di valutazione di tutti in volontari italiani, finalizzato a valutarne il potenziale di crescita all’interno del Partito Comunista. Tali schede sono oggi conservate nell’Archivio delle Brigate Internazionali del RGASPI di Mosca e consultabili on-line. Uscito dalla Spagna il 7 febbraio 1939, a seguito della caduta della Catalogna poco prima dell’arrivo delle truppe franchiste, si porta in Francia dove organizza e dirige l’assistenza ai volontari internati nei campi francesi. Nel maggio 1939 è incaricato di accompagnare in Unione Sovietica un gruppo di volontari delle Brigate Internazionali mutilati, invalidi o ammalati. Sorpreso a Mosca dallo scoppio della guerra mondiale, è redattore delle trasmissioni quotidiane in lingua italiana di “Italia Libera” e successivamente del periodico "Alba", settimanale destinato ai prigionieri italiani in Unione Sovietica. Rientrato in Italia nel 1944 viene incaricato di organizzare il PCI in Sicilia insieme a Girolamo Li Causi, dirigendo la lotta contro il separatismo e la mafia. Dopo la Liberazione di Roma è segretario regionale del partito per il Lazio. Già dal 1945 diventa membro del Comitato Centrale del PCI e nel 1947 entra a far parte della segreteria, col compito di dirigere l'Ufficio quadri. E’ deputato alla Assemblea Costituente e Senatore di diritto nel primo Parlamento repubblicano, rieletto deputato nelle tre successive Legislature. Durante la seconda è vice presidente della Camera. Dopo il 1956 viene rimosso dalla direzione dell'Ufficio quadri, su volere di Togliatti, per far fronte alla crisi scatenata dal XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e dall'invasione dell'Ungheria. Fa anche parte del Comitato esecutivo dell’ANPI nazionale. Muore a il 14 agosto 1973 a Roma dove gli viene dedicata una via. Paolo Bufalini lo ha ricordato come un uomo forte, intelligente, colto, ricco di umanità, un politico eminente, un combattente che molto ha dato alla causa della libertà, della democrazia e del socialismo.