Martinelli Probo di Enrico e Morettoni Emma, nato il 23 febbraio 1915 a Spoleto (Perugia). Elettricista e montatore di strutture in ferro, comunista. Il padre Enrico è stato consigliere municipale di Spoleto. Dopo l’avvento del fascismo, nel 1922 ancora bambino, insieme alla madre ed al fratello Zimmerwald (anche lui futuro volontario in Spagna), emigra in Francia a Meurthe-et-Moselle, poiché il padre Enrico - tra i fondatori della sezione comunista di Spoleto - è costretto ad allontanarsi clandestinamente per fuggire alla persecuzione fascista. La famiglia si sposta in Lussemburgo e poi in Belgio. Probo Martinelli inizia a lavorare all’età di 13 anni a mezzo nelle acciaierie di Longwy per un anno e successivamente come aiuto falegname a Saint Louis per due anni. E’ insegnate di Boxe e giocatore di pallone. Tra il 1932 ed il 1932 alterna periodi di lavoro e disoccupazione. Lavora poi sempre in Belgio ad Eppe ed infine presso un fornaio ad Aubange. Dopo altre esperienze lavorative rientra in Francia nel luglio 1937 dove diventa segretario regionale della dell’UPI (Unione Popolare Italiana) del dipartimento della Meurthe e Mosella. A livello nazionale, l'UPI è presieduta da Alessandro Bocconi, avvocato e socialista; Romano Cocchi, membro dell'Internazionale Comunista, è segretario; Renato Balestri, vicesegretario, è comunista. Randolfo Pacciardi, del Partito Repubblicano, è il comandante della XII Brigata Garibaldi. Dopo aver favorito l’invio di volontari in Spagna vi giunge lui stesso il primo giugno 1938 arriva ed è assegnato alla 1. Compagnia del 4. Battaglione della 12. Brigata Garibaldi. La sua nota di servizio recita: "Non conosce la paura, sempre l'ultimo ad abbandonare le posizioni, disprezza ogni forma di pericolo. Sotto una pioggia di fuoco in piedi nella trincea, continuava a sparare contro gli attaccanti, facendo centro ad ogni sparo. Considerato dai suoi compagni uno dei migliori combattenti del Battaglione. Proposto alla promozione a sergente". Ferito al piede destro il 18 settembre 1938 sul fronte dell'Ebro, rientra in Francia il 31 dicembre dello stesso anno e trascorre tre mesi all’ospedale di Perpignano. Al fine di evitare l’internamento nei campi francesi per ex-combattenti spagnoli, fugge dall’ospedale e si presenta a Parigi dove dopo diversi tentativi riesce a regolarizzare la sua posizione lavorativa con l’aiuto dell’UPI e della LIDU, iniziando a lavorare in officina ad Herserange (Meurthe-et-Moselle). Allo scoppio della II guerra mondiale è mobilitato, ma riesce a rimanere in officina come produttore bellico. La fabbrica viene poi evacuata il 10 maggio 1940 per l’avanzata tedesca. Il 20 maggio tutto il personale parte in treno per il sud della Francia, operai, impiegati e dirigenti, arrivando a La Réole (Gironda). Tutti dovevano lavorare per la Compagnie Fives-Lille. Probo Martinelli invia una lettera alla sede centrale di Senelle-Maubeuge a Parigi chiedendo un posto come incarico speciale. Doveva recarsi a Neuves-Maisons per prendere servizio presso lo stabilimento di Neuves-Maisons-Commentry. Vi si reca, ma la fabbrica viene nuovamente evacuata il 15 giugno a causa dell'avanzata tedesca. Gli viene affidata una nuova missione: accompagnare in camion le famiglie con incarichi speciali a Montluçon, nella regione di Allier. Guastatosi il veicolo a Le Thillot, nel dipartimento dei Vosgi, dopo le riparazioni, riparte in direzione Remiremont. Poiché l'Italia era entrata in guerra, temendo di essere arrestato, chiede ai soldati un'uniforme da soldato per evitare di essere fatto prigioniero come italiano. Prende il nome di Jean Martin, nato il 23 febbraio 1915 a Bordeaux (Gironda), panettiere, residente al 2 di Cité La Fontaine a Longwy. Fatto prigioniero dai nazisti con altri soldati francesi è inviato in Germania nello Stalag VII A localizzato a 60 chilometri da Monaco. Dato che si rifiuta di lavorare è trasferito in punizione allo Stalag XI B vicino a Lunenburg in Bassa Sassonia, da dove tenta di evadere, ma viene ripreso e si mutila all’anulare sinistro. Trasferito di campo in campo riesce infine ad evadere il primo agosto 1944 dal campo di prigionia di Hannover e ad attraversare la frontiera con l’Olanda dove viene catturato dagli americani nel dicembre 1944. Interrogato a Nimega, viene consegnato alle autorità francesi il 4 gennaio 1945, che lo consegnano al Comitato Italia Libera di Lilla. Si stabilisce a Valenciennes (Nord) dove è commissario politico della 11. Compagnia garibaldina. Nel dopoguerra, per la sua partecipazione alla liberazione di Parigi, riceve la Croce al Merito di Guerra. Rientrato in Italia, milita attivamente nel Partito comunista e si batte per la liberazione del popolo spagnolo dal regime franchista. Muore in Francia il 25 marzo 1989 a Valenciennes (Nord). Alla sua memoria gli viene dedicata la Sezione ANPI di Spoleto.