Mariani Carlo di Giuseppe, si ignora nome e cognome della madre, nato il 27 novembre 1903 a Lissone (Milano, oggi Monza-Brianza). Commerciante, comunista. Carlo frequenta la scuola elementare di via Aliprandi in Lissone di cui è stato allievo anche Leonardo Vismara. Nel 1913 arriva a Lissone anche Alessandro Panzeri con il quale Carlo e Vismara stringono amicizia: i tre saranno combattenti antifranchisti di Spagna. Nel 1921 dopo la costituzione del Partito Comunista d’Italia, Mariani e Panzeri aderiscono alla cellula giovanile di Lissone della quale Vismara è segretario. A Lissone fa saltuariamente il commesso, aspetta alla stazione l’arrivo dei treni e quando intuisce che qualcuno è venuto per acquistare mobili, si offre di accompagnarlo presso i negozianti e far da mediatore all’affare. Si fidanza con Felicita Grimoldi, lavandaia del suo stesso cortile in Via Vecellio. Nel 1933 Carlo espatria in cerca di lavoro in Francia, a Marsiglia e vi rimane per un paio d’anni, nel corso dei quali impara un buon francese. Tra il 1935-1936 è in Africa Orientale italiana ma non è chiaro se per lavoro, se richiamato per la guerra d’Etiopia o per entrambi i motivi. Al rientro in Italia, dopo lo scoppio della guerra civile spagnola, Carlo di concerto con i compagni Panzeri e Vismara decide di recarsi a combattere nella penisola iberica in difesa della Repubblica. Nell’ultima decade di settembre del 1937, i tre attuano il passaggio clandestino dall’Italia alla Svizzera per raggiungere la Spagna. Raggiungono Sondrio in treno e poi a piedi Chiesa di Val Malenco: qui sono attesi dall’alpino-passeur Aldo Negrini, che si è impegnato ad accompagnarli nell’impresa. La notte tra il 25 e il 26 settembre si dirigono al Passo del Muretto, riescono ad eludere la sorveglianza frontaliera, raggiungono il territorio elvetico, precisamente a Sils Maria vicino a Saint Moritz, attesi dal compagno scultore Delsin. I tre vanno a Basilea passano la frontiera francese a Saint Louis, da dove raggiungono in treno Parigi. Sempre con lo stesso mezzo i tre arrivano Perpignano, passano la frontiera spagnola e raggiungono Barcellona. Proseguono poi per Albacete, che raggiungono nel tardo autunno del 1937, per essere arruolati nella XII Brigata Internazionale” Garibaldi”. Carlo è inquadrato come soldato semplice nella Brigata e ne segue tutte le vicende fino al marzo-aprile del 1938, quando nella disastrosa ritirata da Caspe all’ Ebro, è tra gli sbandati. In seguito per alcuni giorni è rinchiuso nella prigione di Figueras, ma, dimostrato di non essere un disertore, è liberato e aggregato ad un Battaglione di disciplina che è inviato al fronte per opere di fortificazione agli ordini della 45ª Divisione. Nei primi giorni del febbraio del 1939 Carlo lascia la Spagna con la “Retirada”, passa la frontiera francese, ed è rinchiuso Campo di Argelès-sur-Mer. Forse qualche mese dopo è trasferito nel Campo di Gurs: certa è la sua evasione dal sistema concentrazionario e a torna avventurosamente in Italia, a Lissone dove abita in via Tiziano Vecellio. Il 15 settembre 1941, in seguito all’interrogatorio di Panzeri al rientro in Italia si evidenzia l’avvenuto espatrio clandestino di Carlo che, rintracciato dalla polizia fascista, è arrestato. La Commissione Provinciale per l’assegnazione al Confino di Polizia di Milano, in data 7 novembre 1941, dispone nei suoi confronti il provvedimento di cinque anni da scontare alle isole Tremiti, quale combattente antifranchista di Spagna. Vi rimane fino all’agosto del 1943, liberato nella terza decade del mese. Nessuna ulteriore notizia fino al decesso avvenuto in Lissone il 19 settembre del 1957. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Carlo Mariani la Medaglia d’Oro alla memoria in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.