Galleani Umberto (o Annibale) di Vincenzo e Jone Buschini nato il 2 aprile 1888 a San Colombano al Lambro (Milano). Avvocato, comunista. Di lui si sa pochissimo fino al primo dopoguerra. È sicuramente in possesso di una istruzione media superiore e da sue dichiarazioni rese ad una commissione inquirente del Congresso degli Stati Uniti si viene a sapere che conseguito Laurea in giurisprudenza. È anche noto che ha servito nel Regio Esercito Italiano durante la Prima Guerra Mondiale, tenente all’inizio della guerra e promosso capitano al congedo. Nel 1919, dopo aver vinto un regolare concorso, entra nella pubblica amministrazione come funzionario amministrativo abilitato svolgere funzioni di segretario comunale. Con questo ruolo è presente in vari comuni d’Italia: Taino in provincia di Varese, San Nicandro in provincia di Foggia, S. Agostino in provincia di Ferrara, Miradolo Terme in provincia di Pavia, Modica in provincia di Ragusa. Nel periodo in cui è segretario comunale a Modica svolge anche un delicato incarico per conto della direzione nazionale del PSI. Nel 1921, dopo la fondazione del Partito Comunista d’Italia, è tra i primi ad aderire a questo partito mentre si trova nella Repubblica di S. Marino, da cui in seguito è espulso per propaganda sovversiva unitamente ad una decina di altri attivisti politici. Nel 1922, quando è a Taino per svolgere il suo lavoro di segretario comunale, è responsabile dell’organizzazione locale del PCd’I. In questa località nel giorno di Ognissanti, Galleani è oggetto della violenza fascista. Un gruppo di camicie, nere radunatesi in quel paese per compiere violenze squadristiche, ormai tollerate dalle Guardie Regie, si scatenano alla caccia degli antifascisti, cercano e trovano Annibale al quale fanno bere l’olio di ricino, poi lo portano in corteo lo picchiano e lo sbeffeggiano. Nel 1924 è fermato dalla polizia per misure di pubblica sicurezza nella città di Rimini. Per le elezioni amministrative dello stesso anno si presenta candidato nella lista PCd’I per il comune di Modica, ma, in seguito al delitto Matteotti Galleani giudica la situazione intollerabile e decide di espatriare clandestinamente negli Stati Uniti. Riesce nell’intento e, raggiunta New York, si mette a disposizione delle organizzazioni antifasciste come giornalista-redattore per alcune testate anti-regime, tra cui “Italiani Antifascisti”, fonda un’associazione di combattenti antifascisti italiani di New York, ne diventa segretario e mantiene contatti con esponenti politici, oltre che del suo partito, socialisti, anarchici e repubblicani e, forse, con la loggia massonica “Nicola Barbato”. Negli USA Galleani è sottoposto ad attenta e costante vigilanza da parte degli spioni di regime, che cercano in tutti i modi di non perderlo di vista per conoscere ogni sua mossa. Nel 1932 collabora anche con il periodico locale “Il proletariato” firmando gli articoli con lo pseudonimo di Enotrio Greco. Non si hanno altre evidenze fino a quando alla notizia del sollevamento franchista in Spagna, Galleani decide di raggiungere questa Nazione per combattere in favore della Repubblica. Il primo ottobre del 1936 Umberto parte da New York pagando il viaggio di tasca propria, sbarca in Spagna, primo volontario antifranchista proveniente dagli Stati Uniti. Il 10 ottobre successivo si presenta ad Albacete alla appena costituita sede delle Brigate Internazionali ottenendo l’incarico di comandante provvisorio, col grado di Maggiore, del Battaglione” Garibaldi” in formazione il 28 ottobre 1936. E’ pertanto da ritenere il primo comandante del battaglione, affiancato come commissario dal fiorentino Alessandro Sinigaglia. Il 3 novembre la formazione dell’unità combattente si completa con la nomina a comandante Randolfo Pacciardi e Commissari Politici per il PSI Amedeo Azzi, Antonio Roasio per il PCd’I. Galleani è nominato membro dello Stato Maggiore. Nel marzo del 1937 durante la battaglia di Guadalajara Galleani si trova con Randolfo Pacciardi a Parigi. Il 19 aprile del 1937 rientra in Spagna; in seguito, su incarico del governo repubblicano spagnolo, s’imbarca diretto in USA per propagandare la lotta del popolo spagnolo in difesa della democrazia e per raccogliere fondi a sostegno della stessa. Si reca in vari Stati dell’Unione per tenere conferenze con gli scopi anzi detti. La sua permanenza in America si protrae fino al 6 ottobre dello stesso anno quando a New York s’imbarca sul transatlantico “Queen Mary” con la moglie, Maria Luigia Passadori “Germina Galleani” nome questo da lei assunto in Spagna per l’attività di infermiera negli ospedali repubblicani. Al rientro nel territorio spagnolo Galleani viene assegnato in carico alla 15. Brigata Internazionale membro dello Stato Maggiore. Da una sua testimonianza si precisa la composizione della 15. Brigata Internazionale aggregata sulla base dell’uso comune della lingua inglese composta da quattro Battaglioni: il 57. denominato Lincoln-Washington, il 58. denominato British Battalion, il 59. senza nome e il 60. denominato MacKenzie-Papineau. Rimane in questa Brigata fino al marzo del 1938 poi è nuovamente trasferito alla 95. Brigata Mista dell’esercito regolare spagnolo, con l’incarico di Capo di Stato Maggiore. Successivamente è di nuovo trasferito alla 60. Divisione, schierata sul fronte dell’Ebro quale Capo operazioni. In questa unità militare resta inquadrato fino alla caduta della Catalogna. Il 20 gennaio 1939 incontra un gruppo di 200 volontari provenienti dal castello di Castelldefells (Barcellona), tra cui si trova Tommaso Allocca che si lamenta con lui dei maltrattamenti che ricevono da Tony DeMaio che li sorveglia. Poco dopo i prigionieri riusciranno a sfuggire alla sorveglianza. Galleani passa Francia in data 7 febbraio 1939. Per la sua cittadinanza americana non trova difficoltà in Francia e pertanto, dopo un breve “soggiorno” nel campo di concentramento di Saint Cyprien, può imbarcarsi senza problemi per tornare negli Stati Uniti nella primavera 1939. Lì si dimostra critico verso l’associazione dei volontari della Lincoln (VALB), in quanto ritiene non siano abbastanza critici rispetto all’operato dei comunisti in Spagna, venendo espulso dall'Associazione con l'accusa di malversazione di fondi. Inoltre non condivide l'appoggio del Partito Comunista al trattato di non aggressione tra Germania e Unione Sovietica, per cui decide di lasciare ufficialmente il Partito, scrivendo il 30 settembre 1939 una lettera al giornale "The New Leader" in cui motiva la sua decisione. Tenta quindi di formare una associazione alternativa di reduci della Lincoln con l’aiuto di Carlo Tresca, ma poi desiste dall’intento. Nell’aprile del 1940 è tra gli incaricati militari dell’OSS di origine italiana, che prestano la loro collaborazione nell’operazione “Husky” tendente a favorire l’incontro dei militati americani con la popolazione siciliana, dopo lo sbarco avvenuto sulla costa sud-orientale dell’isola, a Gela. Sul territorio italiano segue le operazioni militari americane, risalendo la penisola fino alla liberazione di Milano. L’unica informazione del dopoguerra che si ha su di lui è che nel maggio 1948 ha ripreso la sua attività professionale di segretario comunale nel comune di Camparada in provincia di Milano. Muore a Torino l’11 marzo 1963. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Annibale Galleani la Medaglia d’Oro alla memoria in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.

Annotazioni: Scheda biografica che include notizie raccolte da Augusto Cantaluppi per il suo libro La Ringhera in Spagna, antifascisti milanesi nella guerra civile spagnola (1926-1939). Cantaluppi ritiene che il nome corretto di Galleani sia Annibale e che Umberto sia un alias.