Galimberti Angelo di Battista e Travella Maria, nato il 20 agosto 1917, a Camerlata (Como). Cameriere e autista, socialista e poi comunista. La famiglia si separa nel 1921. Il padre abbandona la famiglia e la madre si trasferisce a Mendrisio, in Svizzera quando Angelo ha quattro anni e negli anni successivi trova un compagno in Carlo Vanossi, vicesindaco di Melano e convinto socialista e antifascista. Studia nel locale collegio per sei anni e successivamente una scuola professionale, lavorando poi come elettricista, autista di autocarri e in seguito cameriere nella Svizzera tedesca a Zurigo e Basilea. Nel 1936 si iscrive al Partito Comunista a Basilea. Dopo lo scoppio della guerra civile, raggiunge la Spagna da Basilea via Parigi, nel novembre 1936. Risulta arruolato dal 12 novembre come mitragliere nel battaglione franco-belga con il grado di sergente "La Commune de Paris" (XIV Brigata Internazionale) e più precisamente nel Battaglione delle “Nove Nazioni”; è uno dei più giovani volontari antifascisti. Combatte sul fronte di Cordoba a Villa del Rio e Lopera, sul Jarama (forse come autista di Vincenzo Bianco detto Colonnello Krieger, a Belchite (dove è ferito all’avambraccio destro), a Fuentes del Ebro, a Teruel (dove è ferito di striscio alla fronte) e presente nella ritirata da Caspe all’Ebro del Marzo 1938. Nel settembre 1938 è ferito per la terza volta al fianco sinistro nella battaglia dell’Ebro. Iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di frontiera per il provvedimento di arresto. Internato nel febbraio 1939 ad Argelès-su-Mer, evade e rientra in Svizzera dove viene arrestato il 5 marzo 1939 a Melano (Canton Ticino), dove vive la madre e tradotto nelle carceri di Lugano. Processato per l’arruolamento nelle milizie rosse e difeso dall’Onorevole Borella di Chiasso, noto antifascista, è condannato a soli 20 giorni di carcere con la condizionale, malgrado le autorità fasciste ne prevedano l’espulsione, grazie anche all’influenza del padre adottivo, sindaco del paese. Durante la Resistenza fa parte della brigata partigiana "Cesare Battisti" come commissario politico di plotone, col nome di battaglia "Madrid"(in precedenza era soprannominato il “Bocia”. Dopo la caduta della Repubblica dell'Ossola (ottobre 1944), rientra in Svizzera dopo il 26 febbraio 1945, mettendosi a disposizione del PCI, che lo invia a Campione d’Italia dove contatta Mario Ferro del Direttivo svizzero del PCI e di Carlo Reggiani. Rientra a Camerlata dopo la Liberazione e si ricongiunge con la moglie catalana, Carmen Baleyron, conosciuta a Barcellona, Il 7 novembre del 1976 il Consiglio Regionale Lombardo insignisce Angelo Galimberti di Medaglia d’Oro, attribuita in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola. Muore a Varese il 6 febbraio 1994.