Cravero Domenico di Paolo e di Grosso Giovanna, nato a Fossano (CN) il 21 ottobre del 1902, comunista. Di professione elettricista (ma nell’emigrazione lavora prevalentemente come muratore). Espatria legalmente ma di gran fretta in Francia nel corso del 1923, a causa di probabile un processo pendente al Tribunale Militare per tentata diserzione durante il servizio di leva. Di temperamento vivace ed insofferente, vive a Nizza (Alpes Maritmes – Côte d’Azur) almeno fino alla fine del 1927, quando viene arrestato per oltraggio e ribellione agli agenti. Dopo oltre sette mesi di detenzione è processato il 19 luglio 1928 davanti al Tribunale di Nizza, che lo condanna a 4 mesi di carcere (abbondantemente scontati) e 5 franchi di ammenda. Tornato in libertà, si imbarca per la Corsica e si stabilisce ad Ajaccio dove si stava organizzando un buon numero di fuorusciti italiani antifascisti in gran parte iscritti attivi nei Gruppi di lingua italiana del Partito comunista francese. Con lui vive di tanto in tanto la sorella Rosa (nata a Fossano il 3 marzo 1909), casalinga, a sua volta emigrata in Francia (probabilmente a Nizza), anche lei militante comunista. La ragazza affronta sovente la traversata per l’isola, al punto da trarre in inganno i solerti agenti del Regio consolato d’Italia di Bastia. Questi informano infatti la Regia prefettura di Cuneo che Cravero è legato ad ambienti antifascisti, manifesta tendenze antinazionali, frequenta ambienti comunisti e mantiene rapporti con gli ambienti sovversivi di Ajaccio. In realtà Cravero è effettivamente iscritto al Pcf, le cui cellule isolane dipendono da Marsiglia e dalla Fédération des Bouches-du-Rhône), ma trasmettono anche l’erronea informazione secondo cui anche la sorella vive ad Ajaccio Probabilmente a causa della tentata diserzione, Cravero viene iscritto nella Rubrica di frontiera per il provvedimento dell’arresto. Il 31 ottobre 1935 il Regio consolato d’Italia di Bastia informa la Prefettura cuneese che Rosa Cravero è partita da Ajaccio per Fossano via Nizza, munita di passa-porto e che stando a informazioni confidenziali … starebbe per introdurre in Italia materiale di pro-paganda sovversiva. Da Cuneo replicano asserendo che, dopo essersi trattenuta alcuni giorni a Nizza, la predetta ha fatto ritorno ad Ajaccio senza venire in Italia, non senza però avere richiesto il visto anche per l’Olanda, il Belgio ed il Portogallo. Anche Rosa, ovviamente, viene iscritta nella Rubrica di frontiera, anche se soltanto per i provvedimenti della perquisizione e vigilanza. Circa un anno dopo, nell’autunno del 1936 (probabilmente in ottobre), Domenico Cravero parte per la Spagna repubblicana e arriva a Barcelona (Catalogna) con un contingente di volontari italiani provenienti dall’isola e guidati dal compagno e concittadino Matteo Armando. L’itinerario seguito, Ajaccio-Marsiglia-Barcellona, verrà ancora utilizzato dallo stesso Armando che, dopo esser tornato ad Ajaccio, riparte alla guida di un secondo gruppo, accompagnato il quale rimane a sua volta in Spagna. Inserito ad Albacete (Murcia) nella Compagnia italiana (Comandante Bocci e Commissario politico Locatelli) del Battaglione misto (Neuf Nations) della 14. Brigata Internazionale La Marseillaise, anche Cravero partecipa ad una sfortunata operazione sul fronte meridionale di Cordoba. Di ritorno dall’Andalusia il garibaldino fossanese é trasferito al Battaglione Garibaldi, sempre impegnato duramente sul fronte di Madrid. Fa parte della 4. Compagnia, con cui combatte nella vittoriosa battaglia di Guadalajara (8-23 marzo del 1937) contro quattro Divisioni fasciste italiane (di cui 3 di Camice Nere) del Ctv (Corpo truppe volontarie) inviate da Mussolini al comando del Generale Roatta “Mancini” in aiuto ai generali golpisti. Ferito a una gamba durante una fase difficilmente identificabile dei combattimenti (probabilmente il 10 o l’11 marzo), Cravero viene aiutato a porsi in salvo da un amico, Rocco Demedardi (alessandrino nativo di Acqui Terme), che lo sorregge e lo aiuta ad issarsi su un autocarro sottratto poco prima ai fascisti italiani. A guarigione avvenuta, all’inizio di maggio del 1937, rientra nella 12. Brigata Internazionale Ga-ribaldi. Nel medesimo periodo, in Italia, gli sbirri fascisti lo gratificano anche con la iscrizione nel Bollettino delle Ricerche, supplemento Sovversivi ricercati dall’OVRA. Non sappiamo su quali altri fronti abbia ancora combattuto. Possiamo soltanto presumere che abbia vissuto fino alla fine le vicende della Brigata, battaglia dell’Ebro compresa, dal momento che lui e Demedardi fanno ritorno in Corsica soltanto dopo la smobilitazione ed il ritiro dai fronti dei volontari internazionali, cioè a partire dalla fine di ottobre del 1938. Tornato ad Ajaccio, prende probabilmente parte ai combattimenti per la liberazione dell’isola (a settembre del 1943). Dopo la morte dell’amico Demedardi (dicembre 1943) è nominato tutore di suo figlio Paolo, ancora minorenne. Nel dopoguerra si stabilisce in continente, a Marsiglia, dove muore il 18 marzo del 1960. Viene sepolto in Corsica, nella tomba della famiglia Demedardi.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta, 24 fascicolo 109), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 1524) , Archivio dello Stato Civile del Comune di Fossano,= Alcune utilissime informazioni ricevute ida Jean-Antoine Demedardi (nipote di Rocco Demedardi, residente a Tolla–Corsica), a luglio e dicembre del 2009 ed a settembre del 2010, ci hanno consentito di arricchire significativamente le biografie di Cravero e Demedardi.