Costantini Enzo di Pietro e Tinelli Teresa nato il 28 ottobre 1915a Monza (Milano, oggi Monza-Brianza). Commesso, antifascista. Abita con la famiglia a Milano in via Sardegna n.22, zona di Porta Magenta. Consegue la licenza di scuola elementare. Negli anni tra il 1934 e il 1936 assolve gli obblighi di leva, come volontario, inquadrato prima nel 3. Reggimento Savoia Cavalleria di stanza a Milano e poi all’autocentro di Bologna. Suoi commilitoni sono i milanesi Renzo De Peretti (nato in comune di Greco) e Adriano Ferrari, entrambi coetanei e, come lui, futuri combattenti antifranchisti in Spagna. Il 9 gennaio del 1937 Costantini e Ferrari si trovano presso l’autocentro di Bologna e insieme decidono di disertare, con l’obiettivo di portarsi in Spagna per combattere in difesa della Repubblica e per raggiungere Renzo De Peretti, che già si trova in Francia. Attuano il loro disegno verso la metà di gennaio del 1937 e si portano a Genova, dove ricevono indicazioni su come passare la frontiera. Arrivati a Ventimiglia, a piedi valicano il confine con un percorso imprecisato e raggiungono Mentone, dove ritrovano il De Peretti e da questa località tutti e tre arrivano a Parigi. Nella capitale transalpina prendono contatto con il Centro reclutamento, facente capo a Giustizia e Libertà, che fornisce loro i mezzi e indica i modi per raggiungere il territorio spagnolo, con la raccomandazione di entrare a far parte del costituendo battaglione “Matteotti”. I tre valicano la frontiera ed entrano in Catalogna verso la metà di febbraio del 1937. Raggiunta Barcellona, prendono contatti con il comandante del Battaglione “Matteotti” Enrico Brichetti, fiduciario dell’Ovra, posto incautamente alla sua guida da Carlo Rosselli. Costantini viene così arruolato nella 26. Divisione, 120. Brigata Mista, 1. Battaglione “Matteotti” Compagnia mitraglieri, dove rimane fino alla metà del maggio successivo, senza partecipare ad alcun combattimento. Nel frattempo gli è riscontrata una grave lesione polmonare, che lo obbliga al ricovero in un ospedale specializzato di Lèrida, ed è riformato. Da qui fino all’uscita dalla Catalogna, nei primi giorni di febbraio del 1939, la sua permanenza in Spagna è tutta un peregrinare da un dispensario ad un sanatorio per cure mirate alla sua patologia. Lascia comunque il territorio iberico il 6 febbraio del 1939 con la Retirada, passando il valico di Portbou, e, dopo essere giunto in territorio francese, è internato nel Campo di Argelès-sur-Mer. Verso la metà dello stesso anno è trasferito a Gurs nella baracca n.9, quella degli “scontenti”; da qui è arruolato forzatamente nelle CTE (Compagnie di Lavoratori Stranieri), che è inviata alla frontiera franco-belga per provvedere alle fortificazioni in previsione dell’attacco tedesco. Quando questo si verifica, nel giugno 1940, Enzo è fatto prigioniero dalle truppe naziste e siccome è di nazionalità italiana e considerato alleato, è rilasciato. Raggiunge Bruxelles, e, alla metà dello stesso mese, contatta il locale Consolato italiano, che gli fornisce i mezzi per rientrare in Patria. Il che attua il 25 giugno 1940 presentandosi alla frontiera del Brennero. Arrestato alla frontiera è tradotto a Milano e rinchiuso nel Carcere di San Vittore, l’11 luglio successivo è sottoposto a interrogatorio, dopo il quale è deferito alla Commissione Provinciale per l’assegnazione al Confino di Polizia, che l’8 agosto del 1940 lo assegna a cinque anni da scontarsi nell’isola di Ventotene in quanto “combattente antifranchista in Spagna”. Il 25 novembre del 1942 il provvedimento confinario è commutato in ammonizione. Da quella data non si hanno più notizie su di lui, fatto salvo che il 7 novembre del 1976 il Consiglio Regionale Lombardo gli conferisce la Medaglia d’Oro in occasione del 40° anniversario della Guerra Civile spagnola. Costantini muore il 17 giugno del 1979 ed è sepolto al cimitero di Musocco a Milano (Reparto 70/B, manufatto 1093).