Copes Gemellino di Emilio e Barillani Agata, nato il 13 marzo 1913 a Novate Mezzola (Sondrio). Scalpellino, comunista. Figlio di contadini, chiamato comunemente Felice. Frequenta la scuola fino alla terza elementare. In gioventù non riceve rilievi di carattere politico. Partito nel 1935 come operaio per l'Africa Orientale, viene sbarcato a Palermo per malattia il 1. maggio 1935. Rimandato a casa con foglio di via. Arruolato nell'esercito il 25 settembre 1935, viene inviato al 2. Reggimento del Genio ad Udine, ma il 20 ottobre diserta per non recarsi a combattere in Abissinia ed espatria clandestinamente in Svizzera dove si dichiara disertore. Da lì passa in Francia a Digione (Borgogna), il 7 novembre 1935, con l'aiuto del compaesano Pietro Porchera, successivamente comandante partigiano in Valtellina. Si stabilisce in Francia munito dalla polizia francese di uno speciale lasciapassare che veniva rilasciato ai disertori ed ai fuoriusciti ed inizia a militare nel Partito Comunista. Da Digione si sposta ad Arrans (Passo di Calais). lavorando come contadino e facendo richiesta di carta d'identità. Entrato in Spagna ai primi di novembre 1936 con Emilio Suardi e Camillo Mismetti, viene inquadrato col grado di tenente nella 4. compagnia del 3. battaglione della brigata Garibaldi. Partecipa a tutti i combattimenti dela Battaglione Garibaldi a partire da Boadilla del Monte. Per le il suo coraggio e le sue capacità militari, gli viene affidato il comando di una sezione di mitragliatrici col grado di tenente. Iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di frontiera con la dicitura "da arrestare" nel febbraio 1936. Il Soccorso Rosso da Parigi invia denaro alla famiglia, che viene però bloccato dalla censura fascista. Partecipa anche alla battaglia di Guadalajara. Caduto il 14 luglio 1937 a Brunete. Il 22 settembre 1937 viene pubblicato sul numero 13 del giornale "Il Garibaldino" della Brigata Garibaldi un suo necrologio a firma del commilitone Marino Simonetti: “ Lo conobbi a Digione. Assieme si milita nelle file del grande Partito Comunista. Quando scoppiò l'insurrezione, dei generali felloni e traditori alla loro Patria, in Ispagna, niente valse per trattenere il nostro compagno. Ad ogni costo, egli voleva venire a combattere il nemico della classe operala che minacciava le Libertà che il popolo spagnolo aveva conquistato nelle elezioni del mese di febbraio 1936. DIfatti al principio di novembre abbandonava tutto e veniva ad impugnare le armi contro i satelliti di Mussolini e di Hltler. Faceva parte del contingente Picelli che raggiunse il Battaglione “Garibaldi” al principio di dicembre. Fu assegnato alla quarta Compagnia. Partecipò a tutti i combattimenti che il nostro Battaglione ebbe a sostenere a partire da Boadilla del Monte. Il suo coraggio e le sue capacità militari lo fecero ben presto mettere In evidenza, e con il grado di tenente gli fu affidato il comando di una Sezione di Mitragliatrici, e seppe sempre assolvere il suo compito a soddisfazione dei suoi superiori. Quando dopo Guadalajara lo incontrai era tutto contento e mi diceva: "Ancora una “scoppola” come questa e dopo potremo ritornare a vedere i compagni che abbiamo lasciato a Dijon. Egli a Dijon non ritornerà più. Una pallottola nemica gli troncò per sempre la vita; ma il suo esemplo ci servirà per continuare la lotta fino alla vittoria finale sul fascismo assassino. Addio Gemellino. I compagni non ti dimenticheranno, e assieme a tutti i nostri eroici caduti, sapranno vendicarti.” Il partigiano Pietro Porchera (Tiberio) durante la Resistenza a farà intitolare a Gemellino Copes la formazione garibaldina al suo comando. Il 7 novembre del 1976 il Consiglio Regionale Lombardo insignisce Gemellino Copes di Medaglia d’Oro alla memoria, attribuita in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.