Conte Giulio di Antonio e Bennacchio Antonia, nato il primo luglio 1899 a San Nazario (Vicenza). Verniciatore, anarchico. Frequenta le prime quattro classi delle scuole elementari e viene avviato al lavoro, ma completa la sua cultura con letture di varia natura e con studi successivi con i quali conseguirà la licenza commerciale. Aderisce dapprima alle idee socialiste e poi, dopo la scissione di Livorno, alla sezione locale dei Giovani comunisti. Nel 1923. si trasferisce a Cornigliano (Genova), qui lavora, per un certo periodo, alle acciaierie Ansaldo. A causa di una malattia, deve abbandonare il lavoro e impiegarsi come venditore di libri per una casa editrice di Milano, dove, nel 1925, si trasferisce. Sono questi gli anni della sua conversione all’anarchismo e al sindacalismo. Dal 1926 si stabilisce a Evian-les-Bains (Alta Savoia). In Francia svolge un’accesa attività antifascista e diventa responsabile di una sezione della LIDU. Nel 1928 viene iscritto in Rubrica di frontiera per vigilanza. Nel 1930 risiede ad Annemasse (Alta Savoia), dove continua l’attività antifascista e di propaganda anarchica. Allo scoppio dell guerra civile, l’opera di reclutamento degli italiani è svolta dal Circolo ricreativo diretto da Biasini e Giulio Conte presso il Caffè Morandi, e da due comunisti: Agabito Veronese e Guerindo Tassile. Lo stesso Conte nel luglio 1936 parte per la Spagna e sia arruola nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI, partecipando a vari combattimenti. Poi per le sue precarie condizioni di salute viene addetto alle salmerie e dopo pochi mesi è costretto a rientrare in Francia, continuando a prestare la sua opera ai rivoluzionari spagnoli nel Comitato di Chambery. Allo scoppio della Guerra mondiale, sempre ammalato, viene internato a Vernet-d’Ariege e qui rimane fino all’aprile del 1941, quando viene consegnato alle autorità italiane. Arrestato alla frontiera e deferito alla Commissione per il Confino della provincia di Vicenza, viene assegnato a cinque anni di confino da scontare a Ventotene. Liberato nell'agosto del 1943 alla caduta del fascismo, fa ritorno a Genova dove prende parte attiva alla lotta partigiana nel Comando regionale del Corpo Volontari della Libertà, con il nome di battaglia di “Mario”. Per l’aggravarsi della sua malattia muore a Genova, all’ospedale S. Martino, il 25 novembre 1954.

Annotazioni: Scheda biografica integrata con notizie del Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani https://www.bfscollezionidigitali.org/collezioni/6-dizionario-biografico-online-degli-anarchici-italiani