Umberto Contarini di Antonio e Godi Antonia nato il 4 dicembre 1904 a Milano. Fabbro-carpentiere, antifascista. Abita con la famiglia a Milano in via privata Chieti n.1, nelle vicinanze di via Cenisio. Nulla si sa circa le sue vicissitudini personali e politiche, fino a quando non decide di espatriare per raggiungere la Spagna. Nel settembre del 1937, attraverso l’Agenzia “CIT”, ottiene la possibilità di recarsi a Parigi con passaporto collettivo, con la scusa di voler visitare l’Esposizione Internazionale di quell’anno. Usufruendo di questa autorizzazione all’espatrio, raggiunge Parigi, il 4 ottobre del 1937, assieme al ravennate Gastone Bigoni, anche lui diretto in Spagna. Nella capitale transalpina prendono contatto con un comitato di reclutamento di volontari antifranchisti, che indirizza i due a Marsiglia, dove sono aiutati a valicare il confine francese. I primi di novembre del 1937 Contarini raggiunge Figueras e, successivamente, la base delle Brigate Internazionali di Albacete. Qui è arruolato ed inviato al Centro di addestramento di Quintanar de la Repùblica. In questa località si ferma qualche mese, fino al marzo del 1938, quando lo si trova inquadrato nella XII Brigata Internazionale “Garibaldi”, 4° Battaglione Compagnia Mitraglieri. Il suo impatto col fronte di guerra lo vede coinvolto proprio nella drammatica ritirata da Caspe all’Ebro, che dura dal 20 marzo a oltre la metà di aprile di quello stesso anno, fino a che la XII Brigata Garibaldi si attesta sulle posizioni da fortificare sulla riva sinistra del fiume. Il 5 maggio dello stesso anno Umberto si ammala gravemente di tifo ed è ricoverato in un ospedale locale, di cui non si conosce il nome, forse in quel di Monte Rojo, per il necessario periodo di quarantena; continua il percorso da un ospedale di Barcellona ad un altro di Moia, fino alla completa guarigione. Nell’ottobre del 1938 al ritiro delle Brigate Internazionali deciso dal governo repubblicano dal fronte, Contarini è ancora in ospedale. Nei primi giorni di febbraio del 1939 riesce comunque a portarsi in territorio francese, dove viene internato nel Campo di Argèles-sur-Mer. Intorno al giugno dello stesso anno Contarini è trasferito nel Campo di internamento di Gurs, da dove, nell’aprile del 1940, è arruolato forzatamente nelle CTE (Compagnie di Lavoro per Stranieri , che operano nella zona di Besançon che lavorano alle opere di difesa dell’esercito francese. Con queste Compagnie di lavoratori stranieri rimane però solo qualche giorno, poiché riesce a evadere portandosi in territorio svizzero. Ma le autorità di frontiera elvetiche lo respingono in Francia, ancora a Besançon, dove è arrestato e rinchiuso nella locale prigione. Si mette allora a disposizione dei tedeschi che hanno nel frattempo occupato la Francia, che lo inviano a Strasburgo per lavorare alle dipendenze di una azienda tedesca, che ha sede a Stettino. Qui lavora per circa otto mesi, fino a che, ammalatosi di reumatismi, si rivolge al Consolato Italiano di Strasburgo, chiedendo il rimpatrio, che gli è concesso l’8 settembre del 1941 tramite foglio di via. Con un percorso abbastanza tortuoso, raggiunge l’Austria attraverso la Svizzera e quindi il passo del Brennero, dove è arrestato, poiché le autorità di frontiera lo individuano nell’apposita Rubrica di Frontiera,” Bollettino delle Ricerche-Supplemento Sovversivi” pubblicato dalla Questura di Milano il 5 maggio del 1939 con n.0364. Tradotto a Milano e rinchiuso nelle carceri di San Vittore, il 9 ottobre del 1941, è sottoposto ad interrogatorio, sulla base del quale viene deferito alla Commissione Provinciale competente che lo assegna a cinque anni di Confino di Polizia da scontarsi nell’isola di Ventotene perché combattente antifranchista di Spagna. In questa località rimane fino al 22 agosto del 1943. Nessuna ulteriore notizia.