Comida Paolo di Giovanni e Campus Maria, nato il 27 dicembre 1899 a Ozieri (Sassari). Elettricista, comunista. Malgrado le condizioni economicamente disagiate della famiglia, viene comunque sostenuto negli studi e frequenta la scuola sino alla sesta classe elementare. Il 26 gennaio 1917, a diciotto anni, si arruola nella Regia Marina per una ferma di sei anni, come apprendista cannoniere addetto alle torpediniere. Imbarcato sulla nave “Titano”, nel 1923 e raggiunge il grado di sottocapo elettricista. L’11 novembre 1919 subisce una punizione disciplinare per le frequenti assenze non autorizzare e per avere causato una rissa a terra per cui viene degradato a marinaio semplice. Allontanatosi nuovamente dalla nave senza permesso il 23 febbraio 1921, è dichiarato disertore e deferito al Tribunale di guerra di Pola. Si ripresenta spontaneamente il 29 maggio 1921 ed il tribunale il 9 luglio 1921 lo condanna alla pena condizionale di 2 anni di reclusione militare. In seguito il 9 settembre 1922 si dispone il suo passaggio ad una compagnia disciplina di stanza a Ponza. Terminata la pena e lasciata la Marina, tornato ad Ozieri, dal 1924 al 1925 lavora alla costruzione della diga di Santa Chiara sul Tirso che viene completata in quegli anni. Avverso al fascismo, nel 1925 espatria con regolare passaporto e si stabilisce in Francia, a Parigi e poi a Lione. Nel 1926 rientra ad Ozieri e lavora come elettricista fino al 7 febbraio 1932. A seguito di uno scontro con un manipolo di fascisti, è costretto a nascondersi, per poi espatriare clandestinamente a bordo di un piroscafo, lanciandosi in mare nelle vicinanze della costa della Corsica, stabilendosi a Bastia. Trova lavoro presso una società elettrica, la Forgeron Elèctricien Societè Meridionale e poi a Migliacciaro, in Alta Corsica. Continua ad esplicare attività sovversiva, tanto da venire segnalato nel luglio 1934 alla polizia italiana per distribuzione di volantini antifascisti in occasione del Primo Maggio. Espulso nel 1934 per motivazioni politiche, insieme all’amico Ugo Cardenti, si porta in Algeria, vivendo ad Orano ed Algeri, dove è corrispondente de "Il grido del popolo", giornale antifascista in lingua italiana pubblicato in Francia. Parte per Barcellona nel giugno 1936 per assistere a luglio alla Olimpiade Popolare, la manifestazione sportiva che voleva essere risposta della sinistra alle olimpiadi di Hitler, previste a Berlino ad agosto. All’evento si erano iscritti 6000 atleti provenienti da 22 paesi. L’inizio delle gare era stato programmato per il 19 agosto nello stadio di Montjuic (l'attuale Stadio Olimpico Lluis Companys). L’insurrezione militare contro la Repubblica scoppia sul territorio continentale spagnolo il 18 luglio. Dopo tre aspri giorni di combattimenti, a Barcellona le forze che riuniscono le milizie sindacali, i partiti del Fronte Popolare, gli anarchici e le truppe rimaste fedeli al governo, riescono a sconfiggere i militari insorti. Molti degli atleti e degli accompagnatori partecipano ai combattenti sin dai primi giorni. Tornata momentaneamente la calma, il 23 luglio Jaume Miravitlles, Segretario del Comitato Esecutivo dell’Olimpiade Popolare di Barcellona, annuncia l'annullamento dei giochi. Il giorno dopo le prime colonne di miliziani partono in direzione del fronte di Aragona. Comida si arruola nella centuria “Gastone Sozzi” (in onore di un comunista ucciso nelle carceri di Perugia, una formazione di volontari italiani, in maggioranza comunisti, che opera in Spagna, molto prima della formazione delle Brigate Internazionali, che saranno in campo solo da novembre. La formazione è inviata sul fronte di Aragona nel vano tentativo di riconquistare Zaragoza, caduta in mano ai ribelli. Comida cade il 25 agosto 1936 a Tardienta (Huesca), nel corso di una azione di guerriglia nel territorio nemico, che ha l’obiettivo di far saltare un treno carico di munizioni nelle vicinanze di Tardienta. Con lui è il volontario tenore Ennio Tofoni, che descriverà nelle sue memorie "Il lungo cammino nella sierra”, la morte del compagno e della scultrice e giornalista inglese Felicia Browne, una comunista giunta a Barcellona per assistere alle Olimpiadi Popolari e che allo scoppio dell’insurrezione militare si unisce il 3 agosto alle milizie popolari. Dopo aver piazzato gli esplosivi sulla ferrovia, il gruppo di guerriglieri tenta di rientrare nella zona repubblicana. Dopo aver incontrato il cadavere di un aviere repubblicano, scorgono un cane. Mentre uno del gruppo è mandato in avanscoperta, sono a loro volta avvistati da un gruppo di 35-40 nazionalisti che si trovano a 15 metri da loro. I fascisti aprono immediatamente il fuoco e colpiscono al piede Comida. La Browne tenta di portare soccorso al ferito, ma viene colpita diverse volte al petto e alla schiena, morendo insieme a Comida a sua volta colpito nuovamente. Sarà la prima volontaria inglese a cadere nella guerra di Spagna. Il 30 agosto 1936 “L’Unità” del 30 agosto 1936 pubblica un articolo di Francesco Scotti dal titolo “L’eroica morte del compagno Paolo Comida” con il seguente testo: “Tardienta 24 agosto. Sono le 14,30 del 22 [settembre]. Partiamo improvvisamente da Tardienta, in nove, per una missione molto importante ed altrettanto pericolosa in territorio “reazionario”. Siano tutti volontari. Chi sono questi “arditi rossi”? Quattro italiani, di cui tre comunisti; una comunista inglese, due socialisti tedeschi e due antifascisti spagnoli. Ecco un magnifico esempio di solidarietà internazionale. Armato di moschetto, pistole, mitragliatrici e bombe a mano, montiamo su un camion che ci porta alle nostre prime linee. Si canta allegramente l’Internazionale, Bandiera Rossa e la Jeune Garde. Lasciamo il camion. Usciti dalle nostre linee avanzate, dopo circa due ore di cammino faticoso e circospetto per queste sierre, arriviamo alla meta e conduciamo a termine la nostra missione. Dopo qualche minuto, il compagno Paolo Comida, che si trovava in osservazione, ci dà l’allarme. I nemici ci attaccano. Sono oltre una trentina. Sono a cinquanta metri da noi, su un’altura. Noi siamo allo scoperto, su un pendio, e lontani più di due ore di marcia dai nostri avamposti. Non ci rimane che organizzare una ritirata ordinata. Mentre facciamo alcuni passi indietro, per scegliere una migliore posizione, relativamente coperta, crepita una fucileria tremenda. Ci buttiamo ventre a terra e rispondiamo al fuoco. La battaglia durò più di un’ora e dopo aver sventato un tentativo di accerchiamento, riusciamo a sottrarci dal campo di tiro dei nemici e a riprendere la via del ritorno. Non erano ancora trascorsi cinque minuti dall’inizio della fucileria. Quando un compagno tedesco mi avverte che a circa 40 metri alla nostra sinistra (il lato opposto di quello da quale dovevamo ritirarci), uno dei nostri era stato ferito, e che l’inglese, più vicina, era corsa in aiuto. Allora, io ed il valoroso capitano Oubina, retrocediamo a carponi fino al posto dove avrebbe dovuto trovarsi il nostro compagno ferito. Avevamo stabilito in precedenza che i feriti non si dovevano abbandonare. Di tanto in tanto dobbiamo fermarci a Sparare. I nemici ci vedono muoverci; le pallottole fischiano da tutte le parti. Arriviamo finalmente dove si trovano i due compagni. Vedo Comida carponi, con il fucile stretto tra le mani, in posizione di tiro; la compagna inglese è quasi completamente coricata sopra di lui. Li scuoto, li chiamo. I loro occhi sono già vitrei. Il polso non batte più. Una scarica assassina li ha freddati sul colpo. Sono morti lottando. Il fucile di Comida era ancora puntato contro il nemico: la canna del fucile era ancora calda…Venuti da lontano per difendere la libertà. il progresso e la pace, questi compagni hanno ben speso la loro vita. I loro nomi stanno scritti nel libro d’oro degli antifascisti. L’ideale per cui essi hanno dato la vita trionferà.” La notizia della morte viene comunicata alla madre Maria Campus ai primi di ottobre 1936, con una lettera spedita dalla Spagna ad Ozieri, senza francobollo, dal “Comite’ de Milicias. Cuartel Carlos Marx” di Barcellona, con il seguente testo: ”Con gran dolor ponemos en vuestro conocimiento que el camarada Paolo Comida Campos [sic] ha muerto gloriosamente en el frente de Aragon.” A Paolo Comida è stata dedicata una via dal Comune di Ozieri e nel 2012 la sede locale dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).
Annotazioni: Si ringrazia Laura Mulas, nipote di Paolo Comida per il materiale fornito per la stesura della scheda biografica.
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