Maffioli di Gentile e di Fantoli Teresa, nato a Mergozzo (Novara, oggi Verbania) il 9 marzo del 1906, comunista. Di professione falegname. Espatriato diciassettenne in Svizzera nel 1923 per motivi di lavoro, tre anni dopo rientra temporaneamente in Italia, ma a fine anno torna ad emigrare legalmente in Francia. Rientrato ancora una volta in Italia nel 1928 per prestare, dopo alcuni rinvii il servizio militare di leva (probabilmente nel Battaglione Intra del 5. Reggimento Alpini), appena riesce ad ottenere il congedo nel 1930, ritorna nuovamente in Francia. Nel 1931 sposa a Parigi una cittadina spagnola emigrata, Celidonia Aguinaga, originaria di Funé, un villaggio navarrese nei dintorni di Pamplona. Militante comunista, viene tratto in arresto il 12 gennaio del 1932, durante una manifestazione organizzata dal Partito comunista francese. Espulso dalla Francia al termine di una brevissima detenzione, riesce tuttavia a rimanervi grazie all’ aiuto della LIDU (Lega Internazionale dei Diritti dell’Uomo), che trova un modo per fargli avere i permessi trimestrali di soggiorno ed infine riesce ad ottenere la revoca del provvedimento. Per analoghi motivi viene ancora espulso nel maggio del 1934. Decide allora di trasferirsi con moglie e figlio (nel frattempo è nato il piccolo Luigi) e si stabilisce a San Sebastian, al n.9 del Paseo Duque de Mandas.Dopo la sollevazione franchista del 18 luglio del 1936 con altri volontari internazionali si unisce improvvisate milizie antifasciste che tentano di difendere San Sebastiàn. Respinti dal capoluogo della Gypuzkoa, ripiegano su Irun, città di frontiera e valico stradale e ferroviario di vitale importanza. Dopo la inutile difesa e la caduta della città, Maffioli resta sul fronte settentrionale, incorporato nel 1. Baattaglione Meabe della Jsu (Juventud socialista unificada). Fa parte di una batteria antiaerea che combatte a Bilbao e Durango (Vizkaya) dove é ferito da alcune schegge di granata. Nell’ottobre del 1937 con la caduta di Santander (Cantabria) e il successivo crollo della resistenza nelle Asturias, con altri volontari riesce ad imbarcarsi a Gijón alla volta della Francia, ma la nave é intercettata in mare da unità della flotta franchista. Prigionieri, vengono trasferiti da un carcere all’altro: La Coruña, El Ferrol, Muros de Galicia, San-tona e Santander, finchè arrivano nel Campo di prigionia di San Pedro de Cardeña (Burgos) dov’è già detenuto il grosso dei prigionieri stranieri delle Brigate Internazionali. In Italia la notizia della sua cattura comporta la iscrizione sia in Rubrica di frontiera che nel Bollettino delle ricerche, Supplemento sovversivi (schedina n. 01155 del 27.7.38). Maffioli rimane prigioniero in Spagna fino all’autunno del 1938; poi é tradotto a Cadiz (Andalucia) per esser imbarcato con altri 23 prigionieri italiani sul piroscafo Aquileia”. Sbarcato a Napoli il 18 settembre, dopo 4 mesi di detenzione nel carcere di Poggioreale viene sotto- posto al giudizio della Commissione per il confino di polizia, che lo destina ad un soggiorno di ben 5 anni nell’arcipelago delle Isole Tremiti. Lì riceve una breve ed accorata lettera in castigliano, che nel 1939 la moglie scrive dalla Spagna al marito, ma non si sa nulla di preciso sulla sorte della donna e del bambino. Liberato dopo la caduta del regime, nell’agosto del 1943 può fare ritorno a Mergozzo dove riprende contatto con il Partito. Dopo l’8 settembre ‘43 è tra i primi organizzatori comunisti della Resistenza armata nel Cusio e nel Verbano, con Pippo Coppo, Vittorio Flecchia e Adolfo Ruffinoni. Fa parte del Battaglione Monte San Martino (Brigata Cesare Battisti, Divisione Mario Flaim) ed ha delle responsabilità nella polizia partigiana. Con Albe Steiner si occupa anche dell’afflusso di rifornimenti dalla Svizzera all’effimera ma nondimeno importante Repubblica partigiana dell’Ossola. Dopo la caduta della repubblica ossolana ripara in Svizzrea, dov’é internato nel Campo di Herzoghenbrucken dal 14 ottobre 1944. Più avanti, accusato di propaganda comunista, finisce anche in un campo di disciplina. Dopo la Liberazione ritorna in Italia, ma ben presto deve riprendere la via della emigrazione in Svizzera. Qui conosce Anna Sabina Cotti, un’emigrata italiana originaria di Trofarello (Torino) e la sposa in seconde nozze nel 1948. Rientrato definitivamente a Mergozzo, è noto e stimatissimo militante comunista, consigliere comunale e vice-sindaco comunista del suo paese per 19 lunghi anni. Ettore Maffioli muore a Mergozzo il 15 marzo del 1980.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta 36, fascicolo 144), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 2912, fascicolo 117653) , Archivio Centrale dello Stato – Roma (Confinati politici), Archivio del Comune di Mergozzo (Novara, oggi Verbania), Archivio del Centro Studi Piero Gobetti – Torino (Video – intervista di Paolo Gobetti a Ettore Maffioli, 27 maggio1976), * Testimonianza epistolare della vedova 92enne Anna Sabina Cotti (dicembre del 2005).