Lucchitta Romano di Giuseppe e Rusig Carolina, nato il 28 dicembre 1908 a Ronchi dei Legionari (Gorizia). Orfano di padre, morto durante la guerra del '15-'18, assunto ancora giovane dai cantieri navali di Monfalcone. Attivo nell'organizzazione comunista isontina, assiema al fratello Antonio, si impegna soprattutto nella diffusione della stampa. Nel maggio del '27 è incarcerato a Trieste e processato dal Tribunale Speciale. ln carcere del Cotroneo a Trieste, a contatto con dirigenti comunisti del peso di Giorgio Iaksetich, Snidersigh e altri, affina la sua preparazione politica. E scarcerato nel luglio del '28. Nel 1933 emigra clandestinamente portandosi a piedi in Francia attraverso Jugoslavia, Austria e Germania. Giunto in Francia a Strasburgo incontra Giorgio Jaksetich, che aveva conosciuto in prigione a Trieste, che lo invia a Parigi dove incontra Lino Marega che gli procura cibo e alloggio. Si stabilisce nella cintura parigina, a Villejuif, dove si fa conoscere col falso nome di «Zaia». È attivo con i Gruppi di Lingua Italiana del Partito Comunista Francese, diretti in quella zona da Lino Marega. Partecipa alle maggiori manifestazioni comuniste e antifasciste di quegli anni, dell'emigrazione italiana. Nel settembre del '36 passa in Spagna coi primi gruppi di volontari, e raggiunge Albacete. Qui è presente alla fondazione del Battaglione Garibaldi, al quale è assegnato. Partecipa all'azione sul Cerro Rojo in novembre, ma poi accusa quasi subito disturbi cardiaci. Spostato nelle retrovie nei servizi di cucina, è di nuovo ad Albacete, dove gestisce un piccolo spaccio. Nella primavera del '37 è assegnato ai Gruppi Artiglieria Internazionale, Batteria «Gramsci». Partecipa alla disastrosa battaglia di Huesca in giugno, sempre in funzione di cuciniere. In una intervista successiva a proposito di quella battaglia testimonierà: . “Una brutta cosa, una brutta cosa, abbiamo lasciato tanti compagni a Huesca.”, Dopo una breve licenza nell'estate del '37, è assegnato, sempre con i G.A.I., alla Batteria «Rosselli», comandata in quel momento dallo stesso Marega. A causa dei continui attacchi del male, è fatto rientrare in Francia con un convoglio sanitario nel settembre '38. Raggiunge Parigi, dove è in cura. Nel '41 è arrestato assieme ad altri combattenti di Spagna e internato a Vichy. Di qui evade e si porta clandestino in Austria dove si ferma fino al '43. Dall'Austria rientra poi in Italia ed è incarcerato a Vipiteno. All'arrivo delle truppe Alleate, è spostato in campo di lavoro in Germania fino alla fine della guerra. Nel dopoguerra riprende l'attività politica col PCI e quella cale all'interno dei cantieri di Monfalcone (è fra gli eletti della prima Commissione Interna del cantiere).