Loro Giovanni di Antonio e Ferraro Giuseppina, nato a Crusinallo (Novara), oggi frazione di Omegna (Verbania), il 18 ottobre del 1897, comunista. Di professione muratore e ferraiolo, è in possesso della Licenza Elementare. Di famiglia operaia, all’età di nove anni emigra con i genitori a Beaix (Svizzera) e segue ancora la famiglia quando questa, sempre nel corso del 1906 si trasferisce in Francia per stabilirsi a Lione (Rhône). Rientra in Italia dopo l’inizio della 2. Guerra mondiale, Chiamato alle armi nel 1916 é destinato al 4. Reggimento Alpini con cui combatte nel Trentino e sul Carso. É congedato nel maggio del 1920. Attivo politicamente fin dal dopoguerra, é iscritto alla Cgil (Confederazione generale italiana del lavoro) e viene anche incarcerato per una decina di giorni, per avere reagito alle prepotenze del fascismo montante, violento e prevaricatore. Appena rimesso in libertà, si affretta ad espatriare (modalità non note) nel 1922. Torna a stabilirsi a Lione dove vive con la sua compagna Jeanne Barbisetti (che morirà nel 1937). Iscritto al PCd’I (Partito comunista d’Italia) dal 1926 é anche un membro attivo del Soccorso Rosso Internazionale. Nel 1927, quando risiede a Villeurbanne, al numero 83 di Avenue Thiér, é fra i primi ad approfittare della nuova legge sulla naturalizzazione dei lavoratori stranieri e diventa cittadino francese. Anni dopo, il 28 novembre del 1936, parte volontario per la Spagna repubblicana. Inizialmente in- quadrato nella 45. División de l’Ejercito de Tierra, 2. Gruppo di Artiglieria Internazionale, nel 1937 fruisce di una licenza a Barcellona, finita la quale viene destinato ad Almansa (Murcia), base della Artiglieria Internazionale, per frequentare un corso alla Scuola d’Artiglieria. Terminato il corso, Loro é destinato alla Batteria Carlo Rosselli. Dopo una seconda licenza consumata in Francia nel gennaio del 1938, viene inviato al Battaglione Fortificazioni della 45. Divisione. Al momento della caduta senza combattere di Barcellona (26 dicembre del 1938), per ragioni a noi ignote, probabilmente riconducibili a una fidanzata catalana, s’attarda in città e non riesce ad uscirne in tempo utile, prima della completa occupazione franchista. Costretto a rimaner nascosto nella capitale catalana, si avvale evidentemente di qualche appoggio, grazie al quale nel gennaio del 1940 riesce a lasciare la città per valicare in mezzo alla neve i Pirenei ed entrare clandestinamente in Francia. Fermato quasi subito dalla Polizia francese e trovato con i documenti scaduti, viene arrestato ed internato nel campo del Vernet d’Ariège, dove rimane fino al 24 febbraio del 1942. Rimpatriato il 25 marzo successivo, viene arrestato alla frontiera, tradotto nel Carcere di Novara e deferito alla Commissione provinciale per il confino che lo assegna per 5 anni a Ventotene. Dal 6 gennaio del 1943 la pena è commutata in internamento a Scipione di Salsomaggiore. Liberato all’inizio di agosto del 1943, il giorno 13 è già segnalato di ritorno ad Omegna. Nessun’altra notizia, ma è molto probabile che nel secondo dopoguerra sia tornato ancora una volta in Francia.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 2844, fascicolo 51446), Anagrafe degli antifascisti confinati a Ventotene dal 1927 al 1943 (Genova, inedito), Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 472), Archivio Istituto Storico Regionale Parri – Bologna , Archivo General Militar de Avila (Spagna), Armario 005, Legajo 276, Carpéta 007, Archivio del Comune di Omega (VCO)