Richier (cognome corretto indicato dalle ricerche di Giampaolo Giordana) Giuseppe Costantino di Andrea Battista e Giuge Celestina, nato il 31 gennaio del 1905 a Murìeras/Mollieres, borgata Liùma, case Fulcas, comunista. Di professione contadino. Espatriato clandestinamente in Francia nel corso del 1925, si stabilisce a Nizza (Alpes Maritimes-Côte d’Azur), a poca distanza dal confine, come da consolidata abitudine di moltissimi emigranti stagionali delle vallate piemontesi. Nei primi tempi lavora come muratore; poi, diventato meccanico-autista, i legalizza il suo soggiorno conseguendo la cittadinanza francese e tutti i documenti che gli necessitano. Militante sindacale nella Cgt (Confédération générale du travail), é probabilmente iscritto anche al Partito comunista francese ed è attivo nel SRI (Secours Rouge International). Ad anni di distanza, nel febbraio del 1937 quasi all’improvviso si allontana da Nizza, lasciando lavoro, casa e probabili affetti. Il 14 dello stesso mese, qualche centinaio di chilometri più a ovest, sottoscrive un contratto di lavoro di 12 mesi come muratore con l’impresa di Pierre Farré a Odeillo (Pirenei Orientali). Quattro giorni dopo, il 18, é già regolarizzato èd in possesso del modello di richiesta di un documento di identità provvisorio, rilasciatogli nel piccolo comune pirenaico. Odeillo è un paese montano a più di 1000 m di altitudine, piuttosto vicino al confine di stato ed alla fitta rete di mulattiere e sentieri, buoni per l’escursionismo ma anche per ogni forma di contrabbando, che partono dalle cittadine frontaliere di Bourg Madame e La Tour de Carole per raggiungere i valichi pirenaici che immettono in Spagna Dopo una relativa larghezza nei controlli di frontiera nei mesi iniziali di guerra civile, la Francia del non intervento dedica maggiori attenzioni ai controlli della frontiera: chi é sorpreso ad attraversare clandestinamente il confine é fermato e processato dal Tribunal de Première instance di Céret e può farsi da 20 a 30 giorni di prigione a Perpignano, seguiti dal decreto d’espulsione. Perciò Richier fa ogni cosa con la massima cura: si copre da un punto di vista legale e amministrativo e studia bene la situazione: non vuole sbagliare e non sbaglia. Il 19 febbraio, dopo aver valicato i Pirenei in un punto poco sorvegliato del confine, è già in Spagna. Pochi giorni ancora e si lascia alle spalle le montagne diretto ad Albacete (Murcia), principale base e sede di comandi e del Commissariato delle Brigate Internazionali. Al termine di un minimo di addestramento militare nelle campagne circostanti con le reclute destinate al battaglione italiano Garibaldi, combatte probabilmente a Guadalajara (8-23 marzo 1937) e successivamente a Huesca (e in altre aree del fronte aragonese) a metà giugno ed infine a Brunete (Castilla la Vieja) il mese successivo. Dal maggio del 1937 era inserito nella 2. Compagnia, 3. Battaglione, della 12. Brigata Internazionale Garibaldi. Nello stesso periodo aderisce anche al Partito comunista spagnolo. È probabile che prenda parte ai combattimenti d’estate-autunno sui fronti di Aragona (Belchite, Farlete e Fuentes de Ebro) ed alla breve ma sanguinosa e sostanzialmente inutile offensiva in Extremadura (a metà febbraio del 1938). Combatte anche il mese successivo, tra marzo e aprile quando la Garibaldi con alcune altre Brigate Internazionali viene richiamata d’urgenza in Aragona (settore di Caspe), per cercar di arginare la attesa, violentissima offensiva franchista. Sfruttando l’enorme superiorità di armamenti i fascisti cercano di sfondare in direzione del Mediterraneo per spezzare in due il territorio della Repubblica. Alla fine di marzo, nei momenti più duri della battaglia di Aragona Richier viene ferito in combattimento nel corso della drammatica e caotica ritirata repubblicana verso il basso corso dell’Ebro. Il suo comportamento merita una citazione all’ordine del giorno della Brigata e la promozione a delegato politico di una sezione della sua compagnia. Qualche mese dopo, una volta riorganizzata e rafforzata grazie all’afflusso delle ultime reclute (prevalentemente spagnole), la Brigata viene dispiegata sul fronte dell’Ebro. Con l’estate scatta la offensiva repubblicana, che, attraversato con successo il grande fiume guadagna inizialmente parecchio terreno. Poi però l’offensiva si esaurisce. I fascisti contrattaccano con l’ormai consueta e schiacciante superiorità di mezzi e gli scontri sono durissimi: tra il 4 e il 7 settembre (le testimonianze su molte fasi della battaglia non consentono di essere più precisi) Richier viene ferito gravemente combattendo sulle balze della Sierra de Caballs. Dopo le prime cure nelle retrovie si tenta vanamente di salvarlo trasportandolo con l’ambulanza in ospedale a Barcellona, ma muore in data imprecisata (intorno al 9-10 di settembre). Malgrado il ricovero ospedaliero, viene inizialmente considerato fra i molti dispersi: solo moltissimi anni dopo, dalle carte dell’archivio delle Brigate Internazionali (che al termine di un viaggio reso maggiormente periglioso dai caotici percorsi catalani della retirada, erano arrivate a Mosca attraversando le fiamme della guerra) é emerso ciò che nel settembre del 1938 era stato ritrovato addosso al caduto, un portafoglio in pelle contenente lettere, fotografie ed il Carnet Militar de las Brigadas Internacionales (successivamente scomparsi), insieme ad un documento francese, con fotografia, rilasciatogli a Odeillo e conservato ancora oggi all’Archivio milanese dell’Istituto Ferruccio Parri.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas, Serie I-Documenti personali), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta 47, fascicolo 180), Archivio Istituto Storico Regionale Parri – Bologna, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 472), Archivi dei Comuni di Valdieri (CN) e Valdeblore (Alpes Maritimes – F)