Ricci Guglielmo di Raffaele e Boschi Francesca, nato il 20 aprile 1907 a Fano (Pesaro). Comunista, poi anarchico. Di professione commerciante. Di carattere ribelle, particolarmente vivace e di discreta cultura, simpatizza in un primo momento per il movimento fascista, aderendo, ancora molto giovane, alle squadre d' azione. È uno dei fondatori del fascio di Fano nei primi mesi del 1921. A Pesaro contribuisce alla fondazione dell'avanguardia fascista e partecipa alla marcia su Roma. Ben presto però si distacca dalle ideologie del regime e ne diventa un convinto e deciso oppositore. Trasferitosi a Milano nel 1927 stringe subito relazione con i fascisti dissidenti del luogo. Nel 1930 è fermato dalla polizia che lo trova in possesso di documenti che comprovano la sua adesione al gruppo fascista dissidente. Rientra a Pesaro e si avvicina al gruppo di Giustizia e Libertà. Con Bruno Lugli, Franco Boni e Ubaldo Pagliarano costituisce a Pesaro il primo gruppo antifascista affiliato a Giustizia e Libertà. Munito di passaporto commerciale il Ricci si reca spesso in Svizzera dove tiene i contatti con gli antifascisti di Lugano e con i socialisti di "Libera Stampa". Il 4 agosto 1933 la Questura di Milano gli rilascia un normale passaporto, che porta il n.14357. Nell'estate del 1934, ormai sotto il mirino della polizia, espatria clandestinamente con Bruno Lugli e si stabilisce a Lugano in casa del socialista Natale Morenzoni. Dalla Svizzera viene espulso “perché sorpreso a lasciare manifestini sovversivi nelle automobili italiane presenti a Lugano”. Ripara in Francia a Parigi dove entra in contatto con i maggiori esponenti di GL: Rosselli, Garosci. Cianca, Modigliani, Tarchiani. Diviene segretario dell'associazione "Fratellanza Marchigiana" di cui è presidente l'ex-deputato Bocconi. ln questo periodo il Ricci si avvicina alle idee comuniste attratto dalle notizie che giungevano dalla Russia. Alla vittoria del fronte popolare in Francia si dichiara comunista ed entra a far parte del comitato per l'approvazione dello statuto giuridico dei lavoratori stranieri. Fa anche parte dei gruppi di JEUMES (gruppi giovanili uniti per una nuova economia sociale) che si rifanno alle teorie di Jacques Duboin, per giungere al socialismo libertario. La Questura di Pesaro chiede quindi l’iscrizione in Rubrica di Frontiera del Ricci perché “antifascista da arrestare” e la pubblicazione nel Bollettino delle Ricerche Supplemento Sovversivi dei dati anagrafici, della fotografia e dei connotati del nostro: il che si materializza nella Schedina n.0484 dell’anno 1935 su richiesta della citata Questura in data 10 luglio 1935. A Parigi gestisce un negozio di articoli per uffici0 ben avviato. Nell'agosto 1936 parte con il primo gruppo di volontari antifascisti per la Spagna. Viene aggregato al sindacato dei trasporti al fronte nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI. Gira con un'autoambulanza alle dipendenze del comitato sanitario di Barcellona. Resta in Spagna per due soli mesi, poi rientra in Francia il 9 ottobre a accudire ai propri affari e su richiesta della sua compagna rimasta a Parigi. Il 7 ottobre 1938 viene arrestato a Parigi per trasgressione alla legga sul soggiorno, espulso non si adegua al decreto e per questo viene internato nel campo di accoglimento per stranieri indesiderabili a Rieucros-Mende nel dipartimento di Lozere (centro della Francia); sul finire del marzo 1940 è trasferito al Vernet. Dal Vernet il Ricci chiede di poter tornare in patria; accettata la sua richiesta è tradotto in Italia e arrestato a San Remo il 20 luglio 1940; interrogato a Pesaro l'8 agosto il 30 dello stesso mese è condannato a cinque anni di confino per essere stato combattente antifascista in Spagna. Resta tre mesi nel carcere di Pesaro prima di essere trasferito a Ventotene. Il 18 agosto 1943 è liberato dal confino e ritornato nelle Marche, sfolla ad Urbino. Nel frattempo critica aspramente l'operato violento e coercitivo della politica di Stalin e del comunismo internazionale. per questo motivo non partecipa alla guerra partigiana, fortemente monopolizzata nel pesarese dal Partito comunista. Si accontenta di sfuggire ai tentativi tedeschi di farlo lavorare per loro. Non si hanno ulteriori notizie.

Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Lucioli per il volume Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939) [Ancona]: ANPI Marche/Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, stampa 1992 sulla base delle seguenti fonti: Comune di Fano; Comune di Pesaro; testimonianza personale (Irsmlm); Archivio Centrale di Stato. Fondo Casellario Politico Centrale; A. Lopez, L \\\'antifascismo meridionale guerra di Spagna, Aicvas. Roma 1982, p.36; A. Lopez , La colonna italiana Aicvas, Roma 1985, p.36; A. Dal Pont S. Carolini L’Italia al confino 1926-1943, La Pietra, Milano 1983, p.1214; P. Giannotti. (a Cura di) La provincia d/ Pesaro e Urbino nel regime fascista, Il lavoro editoriale, Ancona 1986, p.276; AA VV. Pesaro-Urbino dall’Unità alla Resistenza Argalia, Urbino, 1975, p. 297