Ricci Eraldo di Giuseppe e Re Loretta, nato il 26 aprile 1897 a Fermo (AP). Socialista. Di professione maniscalco. È ritenuto dalle autorità un pericoloso pregiudicato per atti contro il patrimonio. Subisce dal 1912 al marzo 1923 otto condanne. per furti, oltraggi. resistenza l'autorità. evasione, Partecipa alla prima guerra mondiale nel reggimento Lancieri di Aosta e guadagna diversi riconoscimenti. la medaglia commemorativa nazionale della guerra, la medaglia interalleata della vittoria e la medaglia ricordo dell'Unità d'Italia. Dopo la fine della guerra si accosta alle idee socialiste; perseguitato dalla polizia e non trovando lavoro emigra clandestinamente per la Francia nel 1925. Si reca a Lione dove resta per circa un anno occupato come meccanico presso la Sature Autogene Francajse. Sul finire del 1926 si trasferisce a Parigi dove rimane per tre anni esercitando il mestiere di pittore. Dopo un breve soggiorno in Belgio, nel 1932 Si reca per la prima volta in Spagna e per cinque mesi fa lo scaricatore di porto a Barcellona. Rientrato in Francia entra in contatto con i gruppi antifascisti e collabora attivamente con i fuoriusciti italiani a Parigi. Schedato come simpatizzante del movimento Giustizia e Libertà. Ritorna in Spagna con Io scoppio della guerra civile, novembre 1936. Si arruola probabilmente nella colonna italiana. Non si sa dove abbia combattuto e quanto tempo sia restato in Spagna. Abbiamo però la sua tessera di aderente al "Club Internazionale Antifascista" di Barcellona con data d’ingresso primo gennaio 1938. Rientrato in Francia e volendo contrarre matrimonio con una francese è costretto dall'autorità del posto ad arruolarsi nella legione straniera (aprile 1940). Fa servizio al deposito di Satonay presso Lione e poi al forte di Vanzia a ventiquattro chilometri da Lione. Con la ritirata dell'esercito francese è trasferito a Fuvau e poi internato nel campo di concentramento di Argelès-sur-Mer. Liberato il 26 giugno dalla commissione d'armistizio italiana è tradotto in Italia e arrestato. Interrogato nella Questura di Ascoli nega di essere stato in Spagna a combattere nelle milizie rosse; non viene creduto e il 30 agosto 1941 è condannato a tre anni di confino per essere stato combattente antifranchista in Spagna. Sua destinazione le Tremiti e poi Ustica (Palermo). Dal confino tenta di evadere nell'ottobre 1942 durante un bombardamento ma viene ripreso e successivamente fucilato il 20 ottobre 1942. L'autorità fa risultare la sua morte per autointossicazione.

Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Lucioli per il volume Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939) [Ancona]: ANPI Marche/Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, stampa 1992 sulla base delle seguenti fonti: Comune di Fermo; testimonianza del nipote Giuseppe (Irsmlm); A Lopez, Dalla Spagna alla resistenza in Europa, in Italia, ai campi di sterminio, Aicvas. Roma 1983, p.40; A. Dal Pont S. Carolini L’Italia al confino 1926-1943, La Pietra, Milano 1983, p.1195