Rebecchi Ernesto di Pietro e Grandi Maria, nato il 27 luglio 1884 a Pozzaglio (Cr), poi Pozzaglio e Uniti dall' 1 marzo 1888. Contadino, minatore. Nel 1904 emigra con regolare passaporto in Germania. Dopo qualche anno rientra in Italia nella Frazione di Duemiglia di Cremona e poi a Casalsigone di Pozzaglio dove vive sino al 1910. In quell’anno emigra in Argentina, sempre legalmente, dove vive sino al 1920, ritornando poi in Italia. A Casalsigone contrae matrimonio con Ghizzini Enrichetta, cameriera. Dopo due anni di matrimonio torna ad espatriare, questa volta clandestinamente, in Francia con la moglie (da cui in seguito si separa), stabilendosi a Saint Etienne (Loira), dove lavora come minatore. In Francia aderisce al Partito Comunista ed è attivo nel Soccorso Rosso Internazionale. Nel 1931 senza passaporto, varca la frontiera belga, occupandosi come minatore fino al 1934. Dal Belgio di reca in Argentina occupandosi come fornaciaio. Nel maggio 1937 raggiunge la Spagna dall’Argentina con altri spagnoli. Raggiunta Albacete, sede delle Brigate Internazionali, viene reclutato in un reparto non definito. Non viene destinato a causa dell’età in una unità combattente (circostanza confermata da Pavanin nell’archivio di Mosca del RGASPI), ma impiegato come muratore nella costruzione di caserme. Risulta ferito in data e circostanze ignote e l’11 dicembre 1937 si trova ancora ad Albacete. Nell’aprile del 1938, alla chiusura della base di Albacete viene trasferito a Barcellona, a Horta, nuova sede delle Brigate Internazionali. Successivamente esce dalla Spagna nei primi mesi del 1939 e nel 1940 risulta internato nel campo francese del Vernet d’Ariege. Tradotto in Italia dalla polizia francese nel febbraio 1942, viene fermato al rimpatrio a Mentone. Interrogato sostiene di esser stato in Spagna solo come lavoratore e non come combattente, ma non viene creduto e condannato al confino per 5 anni, con destinazione Pisticci (Matera). Liberato nell’agosto del 1943, Nessuna ulteriore notizia.