Ravera Cesare Augusto di Domenico e Ferrero Emilia, nato a Casale Monferrato (Alessandria) il 23 aprile del 1900. contabile e giornalista, comunista. Fratello minore di una importante dirigente comunista italiana e del Comintern come Camilla Ravera, nel 1917 si iscrive alla Gioventù socialista e partecipa ai moti popolari contro la guerra. Nel 1921 aderisce al PCd’I (Partito Comunista d’Italia) fin dalla sua fondazione nel gennaio del 1921. Dopo la devastazione nel 1922 della sede della Direzione Comunista, si trasferisce a Milano e successivamente a Roma, dedicandosi completamente al Partito. Opera in Italia nel periodo semiclandestino 1923-1926. Per evitare d’essere arrestato espatria clandestinamente in Francia nel corso del 1926: ciò gli vale l’immediata iscrizione in Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Nel corso dello stesso anno è condannato in contumacia a 5 anni di confino di polizia. ma non ci è nota l’isola su cui era stato destinato. Dal 1927 fa parte del Centro Estero del PCI. Sposato con Antonina Clementini e padre di due figli, vive con la famiglia a Maison-Alfort (Val-de-Marne). L’attività politica e l’impegno profuso fra gli emigrati antifascisti d’oltralpe non sfugge agli informatori dei Regi consolati d’ Italia e di conseguenza, nel 1931, viene anche iscritto nel Bollettino delle ricerche – Supplemento sovversivi (schedina n. 8767/31). Allo scoppio della guerra civile, nell’ottobre del 1936 parte volontario per la Spagna repubblicana e ad Albacete, base delle Brigate Internazionali e base logistico-organizzativa delle stesse, partecipa ad un periodo di addestramento militare. Il 25 novembre raggiunge il fronte di Madrid con il gruppo comandato da Guido Picelli. Lo stesso confluisce nel Battaglione Garibaldi come 4. Compagnia. Promosso tenente, comanda del Reparto d’Assalto del Battaglione dopo che Picelli cade in combattimento a Mirabueno all’inizio di gennaio del 1937. All’inizio del 1937 viene accolta la sua domanda di adesione al PCE (Partido Comunista de España – Comité Provincial de Murcia). Ravera partecipa alla difesa di Madrid, combattendo a Boadilla del Monte, Mirabueno, Majadahonda e ad Arganda (battaglia del Jarama, 7-22 febbraio del 1937). Combatte ancora a marzo 1937 nella battaglia di Guadalajara, contro le Camicie Nere italiane del Corpo truppe volontarie che attaccano in forze da Nord lungo la Carretera de Francia. Gravemente ferito al torace in combattimento a Brihuega il 10 marzo, nei primi e problematici giorni della battaglia e dopo le cure ed una lunga convalescenza all’ospedale di Murcia, ne viene dichiarata la sua invalidità, che lo allontana dal Battaglione e dai campi di battaglia. Assegnato con altre mansioni alla Delegazione delle Brigate Internazionali – Sezione Stampa e Propaganda, poi al Commissariato di Guerra delle Brigate con sede a Barcellona, diventa anche redattore di “Voluntarios de la Libertad”, periodico delle Brigate Internazionali. Nel giornale della Brigata Garibaldi “Il Garibaldino” numero 3 del 16 maggio 1937 compare un suo ritratto umoristico scritto da Giovanni Battista Canepa: “[Ravera] E’ un fratello della dirigente comunista imprigionata nelle carceri mussoliniane. Durante il periodo di istruzione, faceva il furiere; ma quando arrivò al fronte si arruolò subito tra gli arditi di Braccialarghe. II momento era. tragico: bisognava sparare, non scrivere; ma tra una pausa e l’altra della lotta, Ravera scrisse sui muri delle caserme delle massime di grandi filosofi, condottieri, generali, scrittori, al servizio della Libertà Si distinse in tutte le azioni del Reparto d'Assalto; dopo la morte di Picelli ne prese il Comando. Un po’ di piombo fascista lo ferì a Guadalajara, in un polmone, II carcere ha reso tubercolosa la sorella. Ma Ravera non lo diverrà! In Ispagna vi sono dei medici, dei professori coscienziosi. Rivedremo Ravera in prima linea!” Verso la metà dello stesso anno chiede ripetutamente di poter tornare in Francia, ma la decisione tarda molto ad arrivare, sicché potrà lasciare la Spagna soltanto dopo il ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano, nel settembre 1938. Avviato in un campo di smobilitazione passa in Francia ll crollo del fronte catalano all’inizio di febbraio del 1939. Inizialmente è internato nel campo di San Cebriá de Rosselló/St.Cyprièn (Pirenei Orientali) e da maggio in quello di Gurs (Basses Pyrénées). Il 10 giugno 1939 scrive ai familiari, informandoli del suo precario stato di salute, aggravato dalle dure condizioni di vita del campo. Il 20 agosto 1938 invia ai familiari un disegno da lui eseguito della baracca che lo ospita. Su pressioni dei familiari che fanno leva sulle sue condizioni di salute, dopo mesi riesce a tornare in libertà ed a raggiungere Parigi. Curato nella capitale è sorpreso dallo scoppio della guerra per cui trova un lavoro da contabile in un dipartimento del nord della Francia, dove riprende l’attività politica. Nel corso del 1940, dopo l’occupazione tedesca e la annessione alla Germania nazista di importanti aree del Nord-Est, viene arrestato a Vierzon (Cher), ma in breve tempo riesce ad evadere. Datosi alla clandestinità, si nasconde in un’area rurale fra le colline e i fitti boschi delle Ardenne dove riesce a vivere, con ottimi documenti falsi e relativamente indisturbato fino alla Liberazione della Francia. Nel 1948 legalizzata la sua posizione e ottenuto il passaporto torna in Italia con la famiglia, si stabilisce a Roma e riprende il lavoro un ufficio del Partito Comunista diretto da Ambrogio Donini. Riammalatosi nel 1950, dopo essere stato curato in ospedale lavora nuovamente per qualche tempo nell’amministrazione di una azienda. La malattia polmonare si trasforma in un male incurabile che rende necessari numerosi ricoveri. Muore a Roma capitale il 27 dicembre del 1957. Luigi Longo, Umberto Terracini e altri rappresentanti della Resistenza e delle Brigate Internazionali saranno presenti alle esequie al cimitero del Verano.

Annotazioni: Integra dati della biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a d aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo ArchivioAicvas), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 4246, fascicolo 26426) , Archivio Istituto Storico Regionale Parri – Bologna Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/2, Brigades Internationales, Fonds 545/1, 53); (MFM 880/37 Brigades Internationales, Fonds 545/ 472-473), Archivio del Comune di Casale Monferrato